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Tutte le prime volte nel calcio

Nell’augurare a tutti voi un buon primo dell’anno cercherò di raccogliere in breve – i preparativi per il Capodanno incombono anche per me! – tutte quelle cose che sono state le “prime volte” nel calcio.

Molte di queste cose sono note, altre meno, alcune di queste già sono presenti su questo sito da tempo e troverete quindi anche i relativi link per entrare più nel dettaglio. La maggioranza di questi “record” ha come protagoniste le squadre inglesi, come prevedibile essendo l’Inghilterra il luogo dove il football è nato ed è stato codificato.

Andiamo!

Il primo club a praticare il calcio: The Gymnastic Society

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Nel diciottesimo secolo, a sud del Tamigi e poco distante dal Kennington Oval che sarebbe stato teatro delle prime finali di FA Cup e della prima partita di sempre tra nazionali, “ventidue uomini di Westmoreland affrontavano ventidue uomini rappresentanti Cumberland per un premio di cento guinee d’oro”.

Lo riporta uno scritto facendo riferimento all’anno 1789 che racconta che tale gioco era foot-ball, seppure con regole diverse dal solito come si può evincere anche solo dal numero di giocatori coinvolti. Queste partite erano organizzate dalla Gymnastic Society, che si occupava anche di lotta olimpica e che spesso vedeva diversi spettatori assistere curiosi a queste primissime partite di calcio.


La prima federcalcio nazionale: The Football Association (FA)

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Nel 1863, dopo una serie di sei incontri che vedono sedere al tavolo della Taverna dei Framassoni di Londra i rappresentanti di dieci scuole e club calcistici stabilirono un insieme di regole da considerarsi universali per tutti quelli che in futuro avrebbero voluto prendere parte al gioco noto allora come “Association Football”.

Era nato il calcio, in parole povere, e con esso anche il rugby, visto che le squadre deluse dal nuovo regolamento che non prevedeva il portare avanti il pallone con le mani – come era in uso in alcune regole locali del calcio prima di allora – fondarono a loro volta la Rugby Football Union.

La neonata Football Association (F.A.) avrebbe in breve tempo organizzato la Coppa d’Inghilterra (F.A. Cup) e il primo campionato di calcio, dando slancio all’intero movimento calcistico mondiale. Il primo presidente della F.A. fu Arthur Pember. Per molti la storia del calcio inizia così.


La prima squadra di calcio: Sheffield Football Club

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Nato all’interno di una serra di Sheffield il 24 ottobre del 1857, lo Sheffield F.C. fu fondato da un gruppo di amici appassionati di cricket che intendevano tenersi in allenamento nei mesi invernali praticando il football da poco in vigore in alcune aree del Paese, specialmente al sud.

Nathaniel Creswick e William Prest, il primo un legale e il secondo un commerciante di vini, fondarono così quello che viene riconosciuto dalla FIFA come il primo club calcistico di sempre. Benché numerose altre squadre praticassero già il calcio (come il Cambridge University, sorto addirittura quasi quindici anni prima) lo Sheffield F.C. fu il primo club dedicato esclusivamente al calcio e non diramazione di società esterne quali scuole, ospedali e università.

Il primo presidente – e quindi anche primo presidente di un club calcistico di sempre – fu Frederick Ward. Il motivo? Era il figlio del proprietario della serra dove il club sorse!

Per approfondire:

“1857: nasce lo Sheffield Football Club, la prima squadra”


La più antica squadra di calcio professionista oggi: Notts County

Sorto il 28 novembre del 1862 e preceduto per nascita da appena quattro squadre ancora esistenti (Sheffield FC, Hallam, Cray Wanderers e Worksop Town) il Notts County di Nottingham è il club professionistico più antico al mondo, dato che le compagini che si sono formate prima di esso non hanno mai superato lo status dilettantistico.

In oltre un secolo e mezzo di storia, i Magpies hanno conquistato appena un trofeo, la FA Cup del 1894, quando superarono per 4-1 in finale il Bolton Wanderers grazie a una tripletta del fenomenale attaccante scozzese James Logan, campione che scomparirà tragicamente due anni dopo appena venticinquenne.

Uno dei suoi primi calciatori e tifoso fu il Marchese John Savage, uno dei pionieri del calcio italiano e membro fondatore (nonché primo straniero) della Juventus: fu proprio lui, incaricato dai compagni di trovare delle divise di gioco di qualità, a importare la maglia bianconera del Notts County in Italia, e da allora esiste un forte legame tra i due club.


La prima squadra di calcio femminile: The British Ladies Football Club

Nato nel tardo 1894 per volere di Nettie Honeyball, giovane femminista appassionata di football, il “British Ladies Football Club” era formato da 30 giovani e volenterose donne che, divise in due squadre, percorsero l’Inghilterra in una sfida tutta al femminile che fu accolta prima con scetticismo ma poi con un entusiasmo sempre crescente.

Dopo aver registrato buonissimi incassi nelle sue prime uscite il tour improvvisamente perse d’interesse nonostante lo stoicismo e l’applicazione delle protagoniste, che si sfidavano in gare dal tasso tecnico in continuo miglioramento ma in un’epoca ancora prettamente maschilista.

Furono comunque delle autentiche pioniere di questo sport al femminile, gettando le basi per quello che poi sarebbe diventato l’attuale movimento del calcio femminile. La prima partita, che vide il nord imporsi sul sud di Londra per 7 a 1, andò in scena al Crouch End il 23 marzo del 1895, e la migliore in campo fu Daisy Allen, una bambina di appena 11 anni.

Per approfondire:

Nettie Honeyball, la prima donna nel pallone


La prima partita di calcio di sempre: Sheffield FC VS Hallam FC (26 dicembre 1860)

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Come primo club al mondo lo Sheffield FC si trovò a dovere organizzare partite tra i suoi stessi membri: in mancanza di rivali i giocatori si dividevano in scapoli e ammogliati, lavoratori pubblici e indipendenti, oppure seguendo criteri alfabetici.

Il 4 settembre del 1860 nacque, sempre in città, l’Hallam FC, che finalmente fornì ai cugini dello Sheffield FC un degno rivale. Nel giorno di Santo Stefano dello stesso anno andò quindi in scena, al Sandygate Road dove l’Hallam tutt’ora gioca le sue gare, la prima vera e propria partita di calcio, vinta dallo Sheffield FC per 2 a 0.

Oltre ad essere il primo derby della storia e a ispirare Subbuteo e calciobalilla con i colori dei berretti che li distinsero nell’occasione, i due club diedero al mondo anche il primo marcatore di sempre, che fu Nathaniel Creswick. Il socio fondatore dello Sheffield FC siglò una delle due reti, mentre dell’altro marcatore si sono perse le tracce. Una curiosità: la partita venne giocata in 15 contro 15.


La prima rissa tra tifosi: 29 dicembre 1862

Nei primi anni di vita del football, con poche squadre esistenti per città e un interesse per la disciplina che ancora non giustificava lunghi viaggi, era logico che club della stessa zona finissero per sfidarsi continuamente.

Questo accadde naturalmente anche a Sheffield FC e Hallam, e fu proprio durante una di queste sfide – andata in scena il 29 dicembre del 1862 – che scoppiò la prima rissa tra tifosi, con l’episodio che avrebbe fatto ricordare questa gara come ‘la battaglia di Bramall Lane’ ben prima di un’altra celebre sfida che si sarebbe svolta nel marzo del 2002.

Mentre era lanciato verso la porta dei “rossi” accadde che il celebre Nathaniel Creswick fosse colpito da un pugno di tale Waterfall: un colpo del tutto accidentale, secondo alcuni, mentre secondo altri una risposta ad un precedente fallo proprio del celebre fondatore del primo club al mondo.

La situazione presto sfuggì di mano ai giocatori presenti, che mentre battibeccavano animosamente furono raggiunti da alcuni spettatori di entrambe le fazioni che cominciarono a darsele di santa ragione. Ci vollero alcuni minuti per riportare la calma sul terreno di gioco e far riprendere la gara, che il povero Waterfall per punizione dovette concludere come assistente di porta.


Primo trofeo calcistico disputato: la Youdan Cup

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Prima della FA Cup, tra febbraio e marzo del 1867, la Youdan Cup fu il primo trofeo calcistico assegnato. Fu conquistato, al termine di un torneo che vide la partecipazione di 12 squadre di Sheffield, dall’Hallam FC, che poi lo smarrì per ritrovarlo oltre un secolo più tardi.

Per approfondire:

“Il più antico trofeo calcistico al mondo”


La prima partita tra nazionali: Inghilterra-Scozia, 30 novembre 1872

Il 30 novembre del 1872, all’Hamilton Crescent Park di Partick in Scozia e davanti a 4,000 spettatori, andò in scena la prima partita internazionale tra rappresentative nazionali.

L’Inghilterra sfidava la Scozia su un campo appesantito dalla pioggia dei tre giorni precedenti la gara: non era la prima volta, ufficiosamente, ma era la prima volta che questo avveniva in modo ufficiale visto che nelle sfide precedenti gli scozzesi in campo erano spesso calciatori impegnati in Inghilterra e a volte persino nati a Londra e dintorni.

Il 30 novembre del 1872 invece la Scozia si presentò con l’intera squadra del Queen’s Park e pur non potendo contare su due campioni impegnati in Inghilterra (Arthur Kinnaird e Henry Renny-Tailyour) mise in seria difficoltà gli inglesi con un 2-2-6 e un gioco composto da marcature rigide e numerosi fitti passaggi.

L’Inghilterra dal canto suo rispose con un 1-1-8 che intendeva schiacciare l’avversario, e in effetti dopo un primo tempo di sofferenza gli inventori del football dominarono la gara anche grazie ad una maggiore prestanza fisica. Tuttavia la gara si concluse 0 a 0, con gli scozzesi che sfiorarono il goal nel finale con un tiro di Robert Leckie che sfiorò il nastro allora usato al posto della traversa.

Curiosamente, tra gli inglesi, avvenne a un certo punto del match un curioso scambio di ruoli, con Robert Barker che dal ruolo di portiere passò a quello di attaccante scambiandosi di posizione con William Maynard: non è chiaro se fu una scelta volontaria o seguita da un infortunio dell’estremo difensore inglese.

Falsi miti

Infine una curiosità: qualcuno ritiene che la prima partita internazionale debba considerarsi quella andata in scena il 1° aprile del 1545 tra l’esercito inglese e quello francese (vedi foto in apertura) ma non si tratta del calcio odierno in quasi nessun aspetto.

Oltretutto la gara fu un fallimento anche dal punto di vista sportivo, visto che non fece che accrescere l’acredine tra i due popoli: dopo due settimane scoppiava la “Battaglia del Solent“.


Primo goal internazionale: Robert Copland-Crawford

Pur non essendo la prima partita ufficialmente riconosciuta dalla FIFA, quella che Inghilterra e Scozia giocarono il 5 marzo del 1870 al “The Oval” di Londra è stata effettivamente la prima sfida tra due rappresentative nazionali, pur se gli scozzesi altro non erano che giocatori nati in Inghilterra e impegnati in club inglesi.

La sfida si concluse in parità per 1 a 1, con la Scozia che passò in vantaggio ad un quarto d’ora dal termine del match con un goal di Robert Copland-Crawford, difensore che approfittò dell’inopinata decisione inglese di mandare persino il proprio portiere, Alfred Thornton, in attacco.

Crawford segnò con un gran tiro dalla distanza, centrando la porta sguarnita ed entrando nella storia. In seguito giocò ancora tre volte con la Scozia, per poi ritirarsi ad appena vent’anni per seguire la carriera militare.

Distintosi nella seconda guerra anglo-afgana, fu poi ufficiale di polizia nella Sierra Leone occupata militarmente dagli inglesi: qui si fece mano a mano sfuggire di mano la situazione, causando più volte scontri con i civili che finivano con morti e feriti, fino a quando le voci sulla sua cattiva condotta arrivarono fino a Londra.

La corte marziale lo giudicò colpevole di violenze e di aver affogato volontariamente un civile nel tentativo di estorcere una confessione, e lo condannò a 12 mesi di reclusione, macchiandone la reputazione per sempre.

Morì poco più che quarantenne ormai dimenticato da tutti.


Primo torneo per Nazionali: British Home Championship (Torneo Interbritannico)

Da noi noto come “Torneo Interbritannico”, il British Home Championship ha preceduto Olimpiadi, Europei, Mondiali e qualsiasi altro torneo per Nazionali. La prima edizione di questa competizione riservata alle rappresentative di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda (all’epoca unita) fu giocata nel 1883 e fu vinta dalla Scozia.

Anche il primo marcatore del torneo fu scozzese, l’attaccante dei Rangers James Gosland, che nella sua unica presenza in Nazionale in carriera realizzò una doppietta ai danni dell’Irlanda in una vittoria per 5 a 0.

Andato in scena per un secolo esatto e interrotto soltanto per le guerre e per la crisi in Irlanda avvenuta nei primi anni ’80, il British Home Championship è stato abolito nel 1984: l’ultima vittoria è andata all’Irlanda del Nord, mentre la squadra più volte vincitrice è l’Inghilterra.


Prima tripletta internazionale: John McDougall

Uno dei primi grandi attaccanti del calcio scozzese, John McDougall aveva 25 anni il giorno in cui sfidò con i propri connazionali l’Inghilterra umiliandola 7-2. L’autore della prima tripletta a livello internazionale mai registrata era un uomo descritto da molti contemporanei come umile, un gran lavoratore dentro e fuori dal campo.

Sportivo e gentiluomo esemplare, McDougall era il capitano e la stella del Vale of Leven di Alexandria, club che dopo aver vinto 3 coppe di Scozia contribuì alla nascita del campionato nazionale per poi sparire però subito dopo. Negli anni dei pionieri, però, la squadra era tra le più forti del Paese e fornì, nello Scozia-Inghilterra 7-2 del 2 marzo 1878, altri due giocatori, l’attaccante McGregor e il difensore McIntyre.


Primo calciatore professionista in Nazionale: James Henry Forrest

James Henry Forrest (24/06/1864 – 30/12/1925) è stato il primo calciatore professionista a giocare nell’Inghilterra, con cui esordì ad appena 19 anni il 17 marzo del 1884 in una gara contro il Galles.

Quattro giorni dopo era ancora in campo contro la Scozia, che si lamentò del suo status da professionista e chiese ed ottenne che giocasse indossando una maglia diversa che ne sottolineava lo status di “mercenario”: un anno dopo le porte delle rappresentative nazionali sarebbero state aperte ufficialmente anche ai professionisti.

Con i Blackburn Rovers conquistò per ben 5 volte la FA Cup, competizione nella quale fu a lungo il più giovane marcatore di sempre in una finale: appesi gli scarpini al chiodo tornò come dirigente e vide la sua dinastia continuata dal figlio, che però non riuscì a ripetere le notevoli imprese del padre.


Primo gol in FA Cup: Jarvis Kenrick

Jarvis Kenrick è stato uno dei primissimi grandi attaccanti del calcio inglese, capace di vincere tre volte la FA Cup con la maglia dei Wanderers nel 1876, 1877 e 1888: nelle ultime due occasioni, contro Oxford Universtiy e Royal Engineers, le sue reti furono determinanti per la vittoria finale.

Tuttavia i gol che lo hanno fatto passare alla storia sono quelli che realizzò al primo turno della prima edizione di sempre della FA Cup nel 1871/1872: l’11 novembre del 1871 una sua doppietta aiutò i Clapham Rovers, dove giocava prima di passare ai Wanderers, a schiantare l’Upton Park, antenato dell’odierno West Ham.

Per approfondire:

“Inghilterra 1871: nasce la F.A. Cup”


Primo autogol documentato in FA Cup: Lord Arthur Kinnaird

Per la sua epoca Lord Arthur Kinnaird fu un calciatore veramente eccezionale. Amante della lotta, del gioco maschio, era talmente energico e coraggioso che alla madre che si preoccupava di vedere tornare un giorno il figlio a casa con una gamba rotta i compagni rispondevano: “Non si preoccupi mia signora, se accadrà non sarà la sua!”.

Dotato di grande talento e capace di disimpegnarsi in qualunque posizione del campo, prese parte a ben 9 finali nelle prime 10 edizioni della FA Cup, alzando al cielo il trofeo in cinque occasioni, tre con la maglia dei Wanderers e due con quella degli Old Etonians.

In una di queste occasioni però, giocando da portiere con gli Wanderers, segnò un clamoroso auto-goal: accadde nel 1877 contro Oxford, quando Kinnaird effettuò una bella parata finendo però con l’arretrare oltre la propria linea di porta.

I Wanderers vinsero 2 a 1, ma per quasi un secolo il risultato fu registrato come 2 a 0, l’onta dell’auto-goal cancellata si dice proprio per volere di Kinnaird, senz’altro una delle figure più influenti nel calcio (e non solo) dell’epoca.

Direttore di banca, nobile stimatissimo da tutti, fu presidente della Football Association dal 1890 alla morte avvenuta nel 1923 all’età di 76 anni ed è stato senz’altro uno dei pionieri fondamentali del calcio moderno.

Per approfondire:

Lord Arthur Kinnaird, il primo campione


Prima fotografia di un’azione: Aston Villa VS West Bromwich Albion (finale della FA Cup 1886/1887)

Davanti a oltre 15,000 spettatori, e sotto la direzione di gara del mitico Sir Francis Marindin, Aston Villa e West Bromwich Albion si sfidano per stabilire il vincitore della FA Cup 1886/1887: ancora per pochi anni questo sarà l’unico trofeo ufficiale del calcio inglese, e quindi si tratta di una partita molto sentita.

Vincono i Villans per 2 a 0 grazie alle reti di Dennis Hodgetts e del mitico capitano Archie Hunter, che purtroppo si ritirerà nel giro di poco tempo per poi morire prematuramente nel 1894 ad appena 35 anni a causa di problemi cardiaci, e questa foto è la prima mai scattata di un’azione di gioco nella storia del football. L’Aston Villa sarà una delle squadre dominanti del calcio Vittoriano grazie alla fortissima influenza scozzese del grande manager George Ramsay.

Per approfondire:


Primo campionato di calcio: Football League 1888/1889

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8 settembre 1888: una data storica per il calcio, dato che ha inizio il primo campionato per squadre di club della storia. Sono 12 le squadre che prendono parte alla prima edizione della “Football League” inglese, mancano ancora traverse, sostituzioni, reti nella porta e numeri sulle magliette dei calciatori ma è il calcio che tutti conosciamo.

A vincere il primo campionato di sempre è il Preston North End, autentico squadrone che in questa stagione conquista anche la FA Cup diventando la prima squadra ad effettuare un Double: trascinati dai gol della coppia d’attacco formata da James Ross (18 reti in 21 gare) e John Goodall (21 in 21) gli Invincibles trionfano a mani basse e si ripeteranno anche nella stagione successiva prima di sparire abbastanza rapidamente dal calcio che conta.


Primo gol in campionato: Kenny Davenport

Il primo campionato ufficialmente giocato fu la Prima Divisione Inglese 1888-89. Il torneo, nato sulla spinta dell’allora presidente dell’Aston Villa William McGregor, vide la partecipazione di 12 squadre e la vittoria finale del Preston North End, che chiuse addirittura imbattuto.

Il primo gol della storia in un campionato fu dunque segnato da James Kenyon Davenport, per tutti semplicemente “Kenny” Davenport, interno destro del Bolton. Andato a segno dopo appena due minuti dal fischio d’inizio, Davenport raddoppiò un minuto più tardi, prima che gli ospiti del Derby County reagissero orgogliosamente finendo per vincere la gara per 6 a 3.

Davenport proveniva da una squadra locale, i Gilnow Rangers, e in seguito giocò anche per il Southport. Nel 1885 aveva giocato persino per l’Inghilterra, evento che ripeté una seconda volta nel 1890. Dopo il ritiro allenò i giovani del Bolton, prima di morire – per cause sconosciute – ad appena 46 anni.


Autore del primo gol segnato da un portiere: Charlie Williams

Charles Albert Williams è stato il primo portiere dell’Arsenal, ma le sue prestazioni non furono indimenticabili, anzi: dopo numerose partite poco convincenti fu ceduto al Manchester City, dove divenne una leggenda giocando per otto stagioni (1894-1902) e collezionando oltre 250 presenze.

Entrò nella storia del calcio il 14 aprile del 1900, quando fu il primo portiere a segnare un goal con un lungo rilancio in una gara di First Division contro il Sunderland. In seguito fu allenatore giramondo, lavorando in Danimarca (medaglia d’argento con la Nazionale alle Olimpiadi del 1908) e quindi, dopo una breve parentesi in Francia al Lille, in Brasile dove sedette sulla panchina di Fluminense, America, Flamengo e Botafogo.


Prima partita di calcio in Italia: Genoa-Rappresentanza Torino 0-1, 6 gennaio 1898

La prima partita ufficialmente riconosciuta in Italia è quella che andò in scena sul campo sportivo di Ponte Carrega, a Genova, tra la squadra del Genoa e una rappresentativa calcistica torinese nota come Rappresentanza Torino.

Quest’ultima compagine era formata da calciatori dell’Internazionale Torino e del FC Torinese, a cui si aggiunse all’ultimo il genoano Fausto Ghigliotti, futuro campione d’Italia con la maglia del “Grifone”.

Furono gli ospiti a prevalere per un goal a zero, segnato dal Marchese Jim Savage, che in futuro sarebbe stato tra i fondatori della Juventus e primo straniero di sempre dei bianconeri.

La gara si svolse davanti a circa 200 spettatori e fu arbitrata da Richard L. Douglas, proprietario di un negozio di articoli sportivi a Torino. Si tratta di una partita fondamentale, perché sancì la nascita della F.I.F. (Federazione Italiana Football, attuale F.I.G.C.) e pose le basi per il primo campionato italiano di sempre, che si sarebbe disputato pochi mesi dopo.

Tra i partecipanti alla sfida tantissimi furono i mitici, primissimi, pionieri del nostro calcio: James Spensley, Herbert Kilpin, Norman Leaver, Edoardo Bosio, il Marchese Ferrero di Ventimiglia e appunto il match-winner, Jim Savage.

Per approfondire:


Primo gol in Italia segnato da un portiere: Samuel Richard Davies

Perito tessile nativo di Manchester, subito dopo aver concluso gli studi si trasferì in Italia e insieme a molti altri connazionali entrò a far parte dell’Internazionale Torino, la compagine che contese strenuamente al Genoa la vittoria del primo campionato italiano di sempre.

Trasferito per lavoro a Milano insieme al compagno di squadra Herbert Kilpin, seguì quest’ultimo nella fondazione di un club nel capoluogo lombardo, il Milan, di cui fu attaccante di buono spessore contribuendo con una rete alla vittoria del clamoroso Scudetto del 1901, il primo dei “Diavoli” rossoneri.

Ritiratosi l’anno successivo, fece il suo ritorno come portiere in alcune occasioni semi-ufficiali, ed il 20 ottobre del 1905 lasciò la propria porta incustodita, recandosi in avanti durante la finale della Coppa Casteggio segnando la rete del 20 a 0 finale con cui il Milan distruggeva il Casteggio padrone di casa.

Fino a quel momento, annoiato, si era limitato a sedere su una sedia piazzata poco oltre la linea di porta, fumando sigarette e sventolando il cappello ad ogni goal dei compagni di squadra, impegnati come si può capire in una gara dall’esito più che scontato. Tornato a vivere in Liguria vi morì prematuramente a soli quarant’anni.


Il primo rigore segnato: Billie Heat

4 settembre 1891: Billie Heath del Wolverhampton Wanderers realizza il primo goal su rigore della storia, vittima l’Accrington e teatro il terzo campionato inglese della storia. Il rigore è stato inventato da pochissimo e reso ufficiale da pochi mesi, giusto prima dell’inizio del campionato.

Lo ha ideato un mediocre portiere irlandese, ancor peggiore uomo d’affari – morirà in povertà – ma dallo spirito sportivo e idealista. Il rigore per lui è la massima punizione per chi si ostina a giocare ignorando le regole del fair-play e cioè calciando gli avversari quando questi sono in prossimità della porta. È curioso che sia proprio un portiere a inventare questa regola, ma la dice lunga sulla sportività in vigore all’epoca.

Per approfondire:

“Pionieri: William McCrum”


Primo calciatore morto sul campo

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12 gennaio 1889: durante un match contro il Grimsby muore William Cropper, calciatore dello Staveley FC e rinomato campione di cricket del Derbyshire. È la prima morte riconosciuta avvenuta su un campo di calcio, avvenuta per la perforazione dell’intestino in seguito a un violento scontro con il terzino scozzese del Grimsby Dan Doyle.


Primo gol per l’Italia: Pietro Lana

Bomber del Milan dei primissimi anni del XX° secolo, Pietro Lana fu scelto per far parte della prima selezione scesa in campo a rappresentare l’Italia in campo internazionale. Il 15 maggio del 1910 gli “azzurri” (allora in maglia bianca) sconfissero la Francia con il risultato di 6 a 2 e spettò a lui l’onore di segnare la prima rete di sempre con un gran tiro al 13° minuto di gioco.

Appassionato di alpinismo, socio fondatore dell’Inter nel 1908 dopo essere fuoriuscito dal Milan, vi rientrò immediatamente senza giocare neanche una gara in nerazzurro e facendosi perdonare con 18 reti in poco meno di 60 partite. Il giorno della prima partita dell’Italia si distinse segnando ben tre reti, entrando nella storia ed esaltando i 4000 tifosi accorsi all’Arena Civica di Milano, teatro dello scontro.

A questa giornata di gloria non vi fu seguito: Lana prese parte anche alla seconda partita dell’Italia, giocata due settimane dopo contro l’Ungheria e persa per 6 a 1, quindi lasciò posto al blocco della Pro Vercelli, esclusa per intemperanze nelle prime uscite e dominatrice del calcio italiano dell’epoca.


Primo gol ai Mondiali: Lucien Laurent

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Interno offensivo agile e sgusciante, dagli ottimi fondamentali e dotato di grande velocità, la sua rapidità gli permise di entrare nella storia: il 13 luglio del 1930, al 19° minuto, segna il gol del vantaggio della sua Francia sul Messico con un bel tiro al volo su respinta della difesa.

Finirà 4 a 1, e quella rete è la prima della storia dei Mondiali. In Uruguay a giocare la prima edizione della Coppa Rimet c’era arrivato da operaio della Peugeot, dov’era stato assunto per poter giocare nel Sochaux.

Stella dei “galletti”, viene infortunato nella seconda gara dal tremendo argentino Monti e il suo torneo – come quello della Francia – finisce lì. Continua a giocare fin dopo la seconda Guerra Mondiale, chiudendo a Besançon dove poi apre una birreria.


Primo calciatore espulso ai Mondiali: Placido Galindo

14 luglio 1930, Estadio Pocitos di Montevideo: Romania e Perù si affrontano nella gara di apertura del gruppo 3 della prima edizione dei Mondiali. Al 70° minuto, sul punteggio di 1 a 1, l’arbitro cileno Warnken effettua la prima espulsione della storia del torneo cacciando dal campo il peruviano Plácido Galindo. I rumeni, approfittando della superiorità numerica, vincono per 3 a 1, ma la gara entra nella storia grazie a questo evento.


Prima partita trasmessa in diretta TV: Arsenal VS Arsenal Riserve (16 settembre 1937)

La prima partita ad essere raccontata in radio è quella che il 22 gennaio del 1927 vede impegnate in un match di campionato le squadre di Arsenal e Sheffield United: i “Gunners”, guidati in panchina dal leggendario Herbert Chapman, conquistano un punto fondamentale nella corsa verso la vittoria del torneo grazie alla rete del capitano Charlie Buchan, che riequilibra le sorti della gara dopo il vantaggio ospite. La radiocronaca della gara, per conto della BBC sorta appena un anno prima, è di George Allison, che alla morte di Chapman gli subentrerà in panchina e che ai tempi è il suo assistente.


Prima partita trasmessa in diretta TV: Arsenal VS Arsenal Riserve (16 settembre 1937)

Dopo essere stata una delle prime due squadre la cui gara è stata raccontata in radio l’Arsenal si distingue ancora come club innovatore dal punto di vista mediatico: il 16 settembre del 1937 la BBC trasmette la prima partita in diretta TV nella storia del calcio. Si tratta di una sfida che vede contrapposta la squadra titolare dei “Gunners” e la squadra Riserve, il cui risultato non è arrivato ai giorni nostri e che fu organizzata appositamente per testare quei macchinari che col tempo e l’evoluzione della tecnologia avrebbero portato il calcio nelle case di tutti noi. Teatro dello scontro, come dieci anni prima fu per la radio, è sempre il mitico tempio di Highbury.


Primo straniero della Football League: Walter Wells Bowman

Nel 1891 una rappresentativa dei migliori calciatori della neonata Football Association of New Jersey, selezione di alcuni dei migliori footballer del Nord America, arriva nella patria dei maestri del gioco per sostenere un lungo ed estenuante tour che durerà dal 22 agosto al 4 gennaio dell’anno successivo.

I nord-americani giocano la bellezza di 58 partite, e in ben 51 di queste si mette in mostra, giostrando in tutti i ruoli dell’attacco, il canadese Walter Wells Bowman: stella dei Berlin Rangers della regione dell’Ontario, già notato dal pubblico inglese in un precedente tour in Gran Bretagna, Bowman segna 11 gol, e quando i compagni, terminati gli impegni calcistici, tornano a casa non li segue.

Resta in Inghiltera, accasandosi all’Accrington dove, in sole 5 gare, va a segno ancora 3 volte guadagnandosi l’interesse dell’ambizioso Ardwick, club di Manchester che è l’evoluzione del St. Mark’s Gorton e che ancora, in capo a pochi anni, diventerà il Manchester City.

Ai tempi esiste nella Football League un regolamento che non vede di buon occhio la presenza di calciatori non-british in campionato, uno sbarramento che Bowman aggira sposandosi con una donna del luogo.

Può così giocare per ben 7 stagioni, fino all’alba del XX secolo, con la maglia dell’Ardwick/Manchester City, mettendo insieme 47 presenze totali e segnando 3 reti prima di tornare nel nuovo mondo, dove vivrà il resto di una lunga vita alternandosi tra lavori fluviali, periodi in una miniera di rame e nei porti di Seattle e infine, negli ultimi anni, in un ufficio di Portland.


Primo calciatore professionista di colore

Nato in Ghana, il padre era di Grenada e la madre membro della famiglia reale locale. Il giovane Arthur si trasferì giovanissimo in Inghilterra per studiare in una chiesa metodista locale, ma prestò abbandonò questo percorso per dedicarsi allo sport.

Molto portato per l’atletica leggera – correva 100 yarde in 10 secondi netti nel 1886! – era anche abile nel ciclismo, nel cricket e nel calcio, dove però raramente sfruttava le sue doti atletiche giocando prevalentemente come portiere.

Fu il primo giocatore di colore a calcare i campi da gioco della First Division quando scese in campo contro il Sunderland nel 1895 vestendo la maglia dello Sheffield United, dove era la riserva del leggendario “Fatty” Foulke, e in una carriera durata 15 anni vestì la maglia di otto squadre senza però mai trovare continuità di utilizzo.

Morì solo, povero e dimenticato, consumato dall’alcol e seppellito in una tomba senza nome dalla quale fu riesumato soltanto molte decine di anni dopo, quando la FIFA lo elesse simbolo della lotta alla discriminazione nel football.

Per approfondire:


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