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Categoria: Storie di calcio

I racconti degli eroi del calcio e delle loro incredibili vite

William Cropper, il primo calciatore morto per infortunio

William Cropper non è il primo nome che viene in mente quando si parla del football e degli eroi che lo hanno reso grande. Viene ricordato dagli storici e appassionati, però, per una circostanza tragica: è entrato nella storia del calcio come il primo calciatore morto in seguito a un infortunio rimediato in campo.

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30/11/1872, la prima partita internazionale: Scozia-Inghilterra 0-0

Il 30 novembre 1872 è una data estremamente importante nella storia del calcio. Fu in questo giorno di oltre un secolo e mezzo fa che andò infatti in scena Scozia-Inghilterra, la prima partita internazionale ufficialmente riconosciuta come tale dalla FIFA. Quelli che allora erano gli unici due movimenti calcistici al mondo si sfidavano sul West of Scotland Cricket Ground dell’Hamilton Crescent di Partick, Glasgow, con lo scopo di promuovere uno sport che esisteva ufficialmente da meno di un decennio.

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Storia dello Stroitel Pripyat e del calcio a Chernobyl

Nato all’inizio degli anni ’70, in concomitanza con l’inizio dei lavori di costruzione della centrale nucleare di Chernobyl, lo Stroitel Pripyat rappresentava un decennio più tardi una sicura protagonista nel futuro del calcio sovietico. Nonostante fosse ancora inchiodata nelle serie minori, infatti, la squadra per molti avrebbe inevitabilmente finito per spiccare il volo.

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Eddy Hamel, martire dell’Ajax nell’inferno di Auschwitz

Nel calcio olandese degli anni ’20 Eddy Hamel è stato uno dei più apprezzati idoli dei tifosi dell’Ajax di Amsterdam. Il club, impegnato in una difficile ricostruzione che avrebbe dato i propri frutti soltanto un decennio più tardi, continuava a rimandare l’appuntamento con la vittoria del titolo continuando però ad avere un grande seguito anche grazie alla classe della sua ala destra.

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James Trainer, dall’altare alla polvere

Piuttosto alto per l’epoca (180 centimetri circa) e in possesso di un fisico asciutto e slanciato, James Trainer fu il primo portiere a guadagnarsi il soprannome di “Prince of Goalkeepers”. La sua agilità ed eleganza, insieme al sangue freddo che mostrava anche nelle situazioni concitate che si verificavano frequentemente nelle aree di rigore ai tempi del football vittoriano, sembravano le doti naturali di chi era nato per difendere i pali.

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Carlos Kaiser: vera storia di un falso calciatore

Per più di 20 anni Carlos Kaiser è stato un calciatore professionista, senza però averne le capacità o scendere mai davvero in campo. La foto più famosa che lo ritrae, in cui è appoggiato al palo di una porta mentre sorride indossando la maglia dei francesi dell’Ajaccio, ha fatto il giro del mondo. E riassume perfettamente la sua incredibile vita, talmente ricca di menzogne da nasconderle anche in mezzo ad altre menzogne.

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Archie Goodall, il primo colpo del calciomercato

Chiunque si sia appassionato alle origini del gioco certo saprà che esistono date entrate nella storia del calcio per sempre. Momenti ben precisi, in cui il gioco inventato dagli Old Boys delle ricche scuole londinesi cambiava, adattandosi alla società ed evolvendosi, pur restando nei fatti sempre fedele a sé stesso, in quello che oggi tutti conosciamo e amiamo. Archie Goodall, portentosa stella del football vittoriano, fu protagonista assoluto di uno di questi storici giorni, quello che in pratica diede vita al calciomercato.

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Dall’urlo del Maracanà alla morte per strada: la tragica parabola di Valdiram

La morte del 36enne Valdiram Caetano de Morais, che viveva ormai da tempo per strada e il cui cadavere fu ritrovato all’alba del 20 aprile 2019 con i segni di un pestaggio durato ore, per la polizia di Rio de Janeiro avrebbe potuto essere una delle tante che purtroppo accadono ogni anno nei quartieri più pericolosi della metropoli brasiliana. E in effetti era così. Ma con un particolare: quel nome, molti anni prima, era stato sulla bocca di tutti gli appassionati di futebol.

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Jean Chera, il sogno infranto del “nuovo Pelé”

Immaginate cosa significhi avere il mondo del calcio ai vostri piedi a soli 15 anni. Di essere nel mirino dei migliori club del pianeta fin da bambini, momento in cui avete iniziato un percorso che per molti, sicuramente, vi porterà a ripetere le gesta dei più grandi campioni di tutti i tempi. E poi, in un attimo, di perdere tutto: il talento che vi rendeva speciali, l’amore per uno sport che vi ha quasi immediatamente dimenticati. È questo quello che è successo a Jean Chera, nome oggi quasi completamente dimenticato ma che un tempo non troppo lontano veniva definito addirittura “il nuovo Pelé”.

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La leggenda di Eurico Lara, “Stella Immortale”

Protagonista assoluto nella storia del calcio, il Brasile nel corso degli anni è stato capace di raccontare agli appassionati centinaia di storie straordinarie. Quelle dei grandi campioni che hanno infiammato gli stadi nel momento in cui il gioco è diventato fenomeno planetario sono note più o meno a tutti, mentre molte altre restano a disposizione di chi ha tempo e voglia di scoprirle.

E anche se la storia di Eurico Lara potrebbe appartenere ai classici racconti che contraddistinguono questo sito che narra storie di uomini e di calcio, per la maggior parte di nicchia, la verità è che in Brasile questa è conosciutissima. Una vera e propria favola popolare, romantica e dal finale tragico.

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Sadick Adams, polvere di stella

La storia del calcio, da sempre, viene scritta dai grandi campioni. Nomi diventati famosi in tutto il mondo, osannati da milioni di persone, capaci di imprese straordinarie. Talenti naturali, che quasi sembrano nati per esaltare le folle. Nella maggior parte dei casi, fin da giovanissimi, vengono definiti dei “predestinati”. Come se appunto fosse stato il fato, e nessun altro, a tracciare il loro percorso verso la grandezza.

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Rab Howell, prima stella gitana

Nonostante la prestigiosa enciclopedia Treccani online stimi il loro numero complessivo in circa 12 milioni di individui in tutto il mondo, premettendo oltretutto che probabilmente si parla di una stima al ribasso, il contributo dato al calcio dai popoli romaní è stato decisamente marginale. Le stelle gitane capaci di risplendere nella lunga storia del gioco più popolare al mondo, infatti, si contano sulla punta delle dita.

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