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Charles William “C.W.” Alcock, il padre del calcio moderno

“Quello che appena dieci o quindici anni fa era il divertimento di pochi è oggi la passione di migliaia di persone.”

Così parlava Charles William Alcock nel 1876, quando all’età di 34 anni abbandonava agonisticamente lo sport, il football, che forse più di chiunque altro al mondo aveva contribuito a creare.

L’influenza di questo vero e proprio genio visionario, nato a Sunderland il 2 dicembre del 1842, è stata fondamentale nel trasformare, appunto, lo sport a cui si era immediatamente appassionato ai tempi degli studi nella Harrow School in un fenomeno di massa.

Ovunque infatti il football abbia mosso un passo significativo lì era presente questo giovane entusiasta, pieno di idee e capace di vedere oltre, vedere il futuro, gli stadi pieni e i giornali intenti a narrare le gesta degli eroi del rettangolo verde.

Fu per questo che si prese la briga, primo nella storia, di redigere il primo “Annuario del football” nel 1868, un modo per rendere omaggio ai primissimi pionieri senza i quali, forse, non saremmo qui a parlare, a scrivere, a emozionarci per 90 minuti.

A proposito della durata di una partita di calcio: fu una delle tante regole stabilite nella riunione che il 26 ottobre del 1863 vide la nascita della Football Association, riunione alla quale Alcock prese parte in qualità di membro del “Forest of Leytonstone”, noto allora semplicemente come “Forest” e presieduto dal più anziano fratello John.

Anima degli Wanderers

Questo pionieristico club, nel giro di pochi anni, si sarebbe trasformato nei girovaghi Wanderers, giocatori senza casa intenti a esportare il calcio in lungo e in largo per il Paese come e veri e propri “missionari del pallone”, capaci nel frattempo di vincere la Coppa d’Inghilterra in ben cinque occasioni.

Già, la FA Cup, primo trofeo al mondo e tuttora uno dei più prestigiosi: fu proprio Alcock a idearlo e promuoverlo, e fu sempre lui a organizzare le prime partite internazionali, sfide tra Inghilterra e Scozia con i cugini delle Highlands rappresentati dall’amico d’infanzia – e altra figura chiave della storia del football – Lord Arthur Kinnaird.

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Charles Alcock (a sinistra) e Lord Arthur Kinnaird: amici, campioni, pionieri

Proprio in una di queste sfide Alcock giocò la prima e unica gara della sua vita con la maglia della Nazionale, andando pure a segno: era il 1875, e appunto il calcio era molto cambiato da quando poco più di una dozzina di persone ne avevano gettato le basi nella Taverna dei Framassoni in Great Queen Street.

Charles Alcock, pioniere e genio visionario

Charles William (secondo nome aggiunto in seguito, pare in omaggio ad un fratello morto precocemente) Alcock, per tutti “C.W.”, aveva dunque contribuito alla fondazione di uno dei primissimi club di calcio, alla fondazione della prima federazione calcistica della storia e aveva soprattutto ideato e vinto la prima competizione per club che il football ricordi.

Traguardi importantissimi per tutto il movimento, ben più significativi di una carriera come attaccante che lo vide andare a segno in molte occasioni importanti, come ad esempio nella prima gara ufficialmente giocata con le nuove regole, andata in scena al Battersea Park di Londra il 9 gennaio del 1864 e vinta dai President’s Men sui Secretary’s Men per 2-0 grazie a una sua doppietta.

Per trovare una degna casa alla finale della F.A. Cup sfruttò la sua buona fama come giocatore di cricket, che gli permise di arrivare alla presidenza del “Surrey Country Cricket Club”, il quale giocava le sue partite proprio al “Kennington Oval” di Londra che poi avrebbe ospitato le prime venti finali della coppa nazionale di calcio.

L’ideatore della FA Cup e dei match internazionali

Dopo il ritiro fu possibile vederlo ancora in campo, impegnato come arbitro in ben quattro gare valide per l’assegnazione del trofeo da lui stesso voluto, quindi fu storico e giornalista, raccontando i primi anni del football e la sua straordinaria evoluzione. Per la sua straordinaria passione, e per le capacità organizzative, fu noto come the father of modern sport, “il padre dello sport moderno”, soprannome più che meritato.

Alcock vide tutto, il gioco “calcia e corri” e l’evoluzione nel più raffinato combination game, pieno di passaggi e tatticismi di cui era un fervente ammiratore; vide le partite quando ancora si giocavano nei giardini delle scuole pubbliche, senza regole precise, e vide poi sfide internazionali con grandi campioni e pubblico entusiasta.

Nel 1881 l’allora presidente della Football Association Francis Marindin, con cui Alcock si era scontrato sul campo nella prima finale di FA Cup della storia, lo premiò con alcuni monili d’argento e un assegno di oltre 300 sterline, riconoscendogli il merito di aver contribuito, più di chiunque altro, alla trasformazione del football da hobby invernale a religione di massa.

Campione di modestia

Il tutto, secondo Marindin, non sarebbe stato possibile senza l’instancabile impegno e la fervente passione dello zelante Alcock, che fu certamente inorgoglito di trovarsi lì, nello stesso posto – la Freemason’s Tavern di Londra – dove 18 anni prima il football era nato. L’orgoglio però lasciò presto spazio alla consueta modestia e, invece di indulgere nell’autocompiacimento, the father of modern football ringraziò i tanti amici e campioni che avevano reso il suo sogno possibile.

“Preferisco pensare che questo premio rappresenti il desiderio dei membri dell’associazione di commemorare i meravigliosi progressi che il nostro gioco ha avuto.”

Charles William Alcock ha contribuito all’affermazione del football come forse nessuno ha saputo fare in tempi incerti e difficili, ed è per questo che ogni appassionato di calcio, che oggi può godere delle prodezze degli eroi del XXI secolo, deve necessariamente volgere lo sguardo a un secolo e mezzo fa.

E rendere omaggio a quello che forse a tutti gli effetti è stato il padre fondatore del football per come lo conosciamo, così come fecero i tanti che avevano condiviso con lui la fantastica avventura della nascita del calcio nel giorno del suo funerale. La moglie, triste quanto orgogliosa, ribadì quanto il marito avesse dedicato tutto se stesso alla causa del football.

“Il suo amore per il calcio fu l’amore di un’intera vita.”


Ritratto di Sara Provasi

BIBLIOGRAFIA:

  • Gibbons, Philip (2001) Association Football in Victorian England, Minerva Press
  • Brown, Paul (2012) The Victorian Football Miscellany, SuperElastic
  • Cola, Simone (2016) Pionieri del Football: Storie di calcio vittoriano 1863-1889, Urbone Publishing

 

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