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FLOP 11: Leggende di Football Manager

La serie di “Football Manager” (in passato “Championship Manager”) è sicuramente un “must” per ogni appassionato di calcio che si rispetti: in questo gioco, che esce a cadenza annuale più o meno dal 1994, ci si mette nei panni di un “Manager”, appunto, di una delle migliaia di squadre a disposizione, occupandosi di tattiche, allenamenti e calciomercato.

I segreti di questo gioco sono l’alto realismo tattico, le miriadi di campionati e club disponibili (tutti ovviamente reali) e soprattutto l’enorme ed accurato database, che si basa su decine e decine di scout che in tutto il mondo contribuiscono a segnalare formazioni, rose e forza dei giocatori.

Il risultato è un gioco estremamente realistico, che spesso ha previsto in passato l’esplosione di calciatori giovanissimi divenuti poi veri talenti mondiali e il cui venerato database viene utilizzato anche da diversi operatori di mercato reali: non è un segreto che in passato il tecnico dell’Arsenal Wenger lo ha utilizzato per andare poi a vedere qualche giocatore, così come che l’Everton abbia addirittura pagato una bella cifra per utilizzarlo al massimo in esclusiva.

Come è logico aspettarsi, però, se è vero come è vero che spesso Football Manager prevede l’esplosione di sconosciuti talenti di domani, è altrettanto vero che un errore ci può stare. A volte è successo che certi giocatori sono stati sopravvalutati, altre volte si è trattato di vere e proprie cantonate.

Ho stilato una classifica dei giocatori più “sbagliati” nella storia di questo gioco: vere e proprie “leggende”, come vedremo. Via con la lista!

#11 – Sherman CARDENAS (FM 2008)

Talento strepitoso, capace di segnare la bellezza di 14 reti in 11 apparizioni con la maglia della Colombia Under-17 e di esordire nella massima serie nazionale appena 16enne, Sherman Cardenas nel gioco poteva essere acquistato per poche centinaia di migliaia di euro e dare un contributo incredibile sulla trequarti, essendo abile sia come ala che come attaccante esterno e mezzapunta.

Purtroppo la sua carriera non è mai decollata, il mondo si è dimenticato di lui e lo stesso Sherman si è un po’ perso per strada, anche per “colpa” di Football Manager, che secondo alcuni esperti – e i suoi stessi familiari! – avrebbe contribuito ad esaltarlo oltre misura.

Attualmente gioca nel Atletico Nacional, una delle squadre più importanti del Paese, dove ha ripreso a mostrare lampi di quel talento che sembrava perduto: grazie a lui però l’Atletico Bucaramanga, dove è sbocciato e da dove era acquistabile ai tempi, è diventato conosciuto in tutto il mondo.


#10 – Michael DUFF (CM 1997)

Un terzino destro che era, semplicemente, il migliore amico immaginario dei videogiocatori dell’epoca. Duff andava comprato, era il migliore nel suo ruolo e costava un tozzo di pane.

Giovanissimo, giostrava lungo tutta la fascia destra e lo avrebbe fatto per anni e anni senza peggiorare mai, senza arrabbiarsi mai (perfino se multato ingiustamente) e senza chiedere mai aumenti salariali o cessioni a club più importanti.

Un ottimo esterno, dunque, ma soprattutto un ottimo schiavo, che avrebbe garantito dieci e più stagioni di massima resa alla minima spesa.

Nella verità, Duff si è confermato solamente un tipo fedele alla causa: dopo otto stagioni giocate nel piccolo Cheltenham Town è passato al Burnley, con cui tra qualche settimana giocherà, 36enne, la decima stagione di seguito.

Onestissimo mestierante, poco ma sicuro, ma lontano anni luce dal talento che era stato promesso ai malati videogiocatori degli anni ’90.


#09 – Mika ÄÄRITALO (CM 01/02)

Un centravanti grosso ma rapido e tecnico, abile a giocare su entrambe le fasce e (perché no?) anche a centrocampo. Finlandese. Acquistabile, chiaramente, per due spiccioli e ancora minorenne.

Se nel gioco Ääritalo era, semplicemente, il nuovo talento mondiale da acquistare e crescere, nella realtà è sempre rimasto confinato nella sua Finlandia, fallendo all’Aston Villa (che per averlo bruciò altri club importanti) dove non ha mai esordito e tornando poi nel TPS Turku che lo aveva lanciato.

La scorsa stagione, ormai trentenne, ha tentato di nuovo l’avventura oltreconfine, andando in prestito al modesto Holstein Kiel (16° nella 3^ serie tedesca) dove peraltro ha giocato la miseria di 4 gare.

Ääritalo è uno degli esempi della cocciutaggine di certi scout del gioco, che ancora nel 2010 lo rendevano un giocatore con ancora abbastanza potenziale per imporsi ad alto livello, un traguardo nemmeno lontanamente sfiorato dal povero Mika.


#08 – Mark COLLIS & Ferrah OROSCO (CM 93/94)

Avevo 14 anni all’epoca, non avevo mai visto Championship Manager ne avevo il computer. Un amico con l’Amiga (ciao Gianni!) mi portò a casa sua e mi mostrò quello che sarebbe stato poi compagno fedele per centinaia di ore – nonché motivo principale per comprare di lì a poco il mio primo computer.

Bene, gli eroi di “Championship Manager 93/94”, i miei primi eroi dunque, erano inglesi – cosa logica visto che le prime edizioni avevano solo la lega inglese – e giocavano nel Cambridge United, terza (ed ultima disponibile) divisione.

I nomi? Mark Collis, attaccante potente, completo e dal grandissimo potenziale, e Ferrah Orosco, difensore duttile e insuperabile destinato a grandissime cose. Erano “la coppia di Cambridge”, il futuro del calcio inglese insomma. Erano due eroi, dimenticati poi nelle successive edizioni in luogo di altri.

Poi, qualche anno fa, quei nomi mi tornano in mente. “Chissà che fine hanno fatto, che carriera”, mi domando smanettando su Internet. Ed ecco l’amara scoperta: Mark e Ferrah non sono mai esistiti, non erano calciatori ma semplicemente due programmatori del gioco che si erano voluti togliere lo sfizio di inserirsi nel database.

E dato che erano programmatori non potevano avere parametri normali, dovevano essere le nuove grandi stelle del calcio mondiale. Per farci ancora più male.


#07 – MASCIO & TÒ MADEIRA (FM 2009 & CM 01/02)

A proposito di calciatori inventati, questo ha fatto storia. A FM 09 infatti il più grande talento disponibile giocava in Italia, in Lega Pro. Un regista di centrocampo adattabile anche come mezzapunta dotato di qualità tali da potersi distinguere in squadre come Inter, Juventus o Milan.

Un italo-brasiliano di nome Mascio che giocava, giovanissimo, nella Cisco Roma (terza serie) e che poteva essere acquistato per la miseria di 30.000 €, anche se c’era da sbrigarsi visto che in pratica pochi giorni dopo l’inizio della carriera già mezzo mondo calcistico si fiondava a comprarlo.

Bene, Mascio non esisteva: può sorprendere che nel 2009 agli sviluppatori del gioco fosse sfuggito questo piccolo particolare, ma il giocatore fu creato da uno “scout” del gioco come dispetto verso il responsabile italiano e in qualche maniera sfuggì ai controlli dei creatori.

Dopo alcune patch correttive fu infine eliminato, generando un gran numero di “vedove” del suo talento cristallino. In molti, addirittura, arrivarono a ricrearlo utilizzando l’editor del gioco, rendendolo così una vera e propria leggenda della serie.

Il precursore di Mascio, anni prima, fu Tò Madeira: centravanti portoghese dal potenziale immenso, dotato di velocità, dribbling, finalizzazione. Se ad una qualsiasi squadra servivano gol, Madeira era l’uomo giusto. Stagione dopo stagione i gol arrivavano a pioggia, a volte con la media spaventosa di più di uno a gara.

L’origine del suo talento fu alla fine individuata: risiedeva in un uomo chiamato Antònio Lopez, ricercatore del gioco addetto a fornire i dati del piccolo club portoghese del Gouveia ed ex-calciatore delle giovanili di questa squadra.

Forse deluso da una carriera calcistica mai cominciata, Lopez mise nell’inesistente Tò Madeira tutto quello che egli avrebbe voluto essere: un calciatore di livello mondiale, un bomber inarrestabile che fu fermato solo dagli sviluppatori del gioco, che accortisi dell’errore depennarono il fenomenale Tò dal gioco e il povero Lopez dal proprio team di ricerca.

Leggenda vuole che il nome del giocatore derivasse dal luogo nel quale Antònio Lopez sarebbe andato in vacanza, appunto l’isola portoghese di Madeira, luogo di nascita tra l’altro del futuro fenomeno (reale) Cristiano Ronaldo. Che, è bello pensarlo, forse ha riportato nel mondo del calcio il talento inesistente ma stupefacente del leggendario Tò Madeira.


#06 – Kennedy BAKIRCIOĞLU (FM 2008)

L’Ajax di Amsterdam è sempre stata fucina di talenti a relativamente basso costo: nel 2008, per molti appassionati di Football Manager, il calciatore più talentuoso disponibile in Olanda era Kennedy Bakircioğlu, mezzala svedese di origini assire.

Lo “Zidane dei poveri”, si poteva definirlo, in quanto questo 28enne non era certo il futuro del football: tuttavia per quel che costava era capacissimo di portare una squadra mediocre ad essere buona, grazie alla sua sapiente visione tattica e alla tecnica eccezionale.

Il paragone con Zidane derivava dai pochi capelli in testa, ma non solo: del resto gli sviluppatori avevano seguito le sue ultime stagioni in Olanda, dove si era imposto giocando talmente bene nel modesto Twente da meritare la chiamata nella “Regina d’Olanda”.

Purtroppo però la magia che lo aveva seguito in quel paio di stagioni presentò presto il conto: in tre anni all’Ajax Kennedy vide il campo assai raramente, vittima di un infortunio dietro l’altro.

Dopo aver tentato un rilancio nel Racing Santander (portandolo invece alla retrocessione) è tornato in Svezia e attualmente se la sfanga nell’Hammarby, dove in gioventù fu persino votato “4° miglior giocatore di sempre” nel club che fu anche del leggendario (stavolta per davvero) Lennart Skoglund.


#05 – Justin GEORCELIN (CM 00/01)

Probabilmente il più grande dislivello tra “carriera virtuale” e “carriera reale” di sempre in Football/Championship Manager, nella versione “00/01” Georcelin era una giovane punta di 16 anni con valori intorno al 20 (che è il valore massimo) in Velocità, Accelerazione, Colpi di Testa e Finalizzazione.

Il resto del bagaglio tecnico era modesto, ma questo non gli impediva di essere bomber implacabile per chiunque costruisse una squadra su di lui. Georcelin ripagava tali sforzi sfornando un gol dietro l’altro e raggiungendo immancabilmente la Nazionale Inglese, dimostrandosi bomber di razza.

Nella verità, il ragazzo non riuscì mai ad esordire nella prima squadra del modesto Northampton Town dove giocava nel gioco, abbandonando ben presto il calcio. Circondatosi di cattive compagnie, finì per cadere nel tunnel della droga e tornò alla ribalta nelle cronache locali nel 2006, quando venne arrestato insieme ad altri tossici durante un tentativo di rapina ad un taxi effettuata con un coltello.

Dalla gloria virtuale alla polvere reale, Georcelin – condannato a nove anni di prigione – è la dimostrazione vivente di come il database di Football Manager possa confondere lucciole con lanterne.


#04 – Freddy ADU (FM 2006)

Un americano (ghanese di nascita) che gioca bene a calcio. Anzi, non bene, benissimo. Il nuovo Pelé, diceva qualcuno. Freddy Adu è l’esempio di come non solo il gioco, ma l’intero mondo calcistico, possa prendere granchi.

All’esordio, giovanissimo, gli applausi si sprecarono: faceva sensazione vedere quel ragazzino così piccolo giocarsela alla pari con gli adulti, e tutto faceva pensare che con quel talento e quel fisico l’esplosione sarebbe stata naturale, tanto che persino Pelé lo rinominò suo erede.

Naturale che Football Manager andasse dietro alla sensazione popolare, e fu così che nell’edizione 2006 il giovane Freddy si presentò come uno dei talenti più fulgidi (ed economici) al mondo. Punta, mezzapunta, ala. Non c’era posizione dove non fosse devastante grazie a velocità supersonica, dribbling micidiale, margini di crescita illimitati.

Ma mentre il tempo passava e la sua crescita stentava, i creatori del gioco continuarono a credere in lui: sempre meno, certo, ma sempre di più di quello che Freddy dimostrava di meritare dal vero.

Infatti, mentre nell’ultima versione del gioco (2014) appare ancora un giocatore almeno decente e su cui si può puntare qualche spicciolo, nella verità il ragazzo è al momento svincolato, dopo aver fallito nel suo ritorno in America e – successivamente – in un provino all’AZ Alkmaar in Olanda.

Leggi anche “Freddy Adu, from hero to zero”


#03 – Cherno SAMBA (CM 00/01)

Se a 13 anni segni qualcosa come 132 reti in 32 partite nel tuo campionato scolastico, è normale che tutto il Paese parli di te. L’Inghilterra si accorse di Cherno Samba, dunque, nel 1998: il ragazzino in questione era originario del Gambia, il padre Alì era stato il portiere della Nazionale africana.

In possesso del doppio passaporto, Cherno entrò nelle giovanili del Millwall dove continuò a segnare attirando l’interesse di big come Liverpool e Manchester United. Fu una naturale conseguenza quindi che nell’edizione “00/01” di Championship Manager Samba si presentasse come un talento assoluto, capace di mettere in croce qualsiasi difesa con le sue doti tecniche e fisiche, inusuali per un ragazzino di appena 16 anni.

Nella realtà, a molti venne il dubbio che infatti il giovane non avesse l’età dichiarata, ma qualche anno di più, teoria confermata poi dal suo incredibile impantanarsi una volta arrivato alla soglia del calcio dei grandi.

Non esordì mai nel Millwall, fu preso a parametro zero dai modestissimi spagnoli del Cadice e anche lì l’esordio non arrivò, bensì un infruttuoso prestito alla Squadra B del Malaga dove furono appena 4 le gare giocate, abbastanza per realizzare quanto inadeguato fosse ormai (appena ventenne) il talento che infiammava l’Inghilterra.

Attualmente è svincolato, dopo aver passato l’ultimo decennio vagando tra basse leghe inglesi e campionati ancora più infimi: l’ultima fallimentare esperienza è stata nel 2012 al FK Tønsberg, seconda serie norvegese.

Il suo fallimento può essere spiegato solo con le gigantesche aspettative di un intero Paese (fu definito The England Savior, “il Salvatore dell’Inghilterra”) che le sue fragili spalle da adolescente non hanno al tempo saputo sopportare.

Leggi anche “Cherno Samba, quello di Championship Manager”


#02 – Maksim TSIGALKO (CM 01/02)

Le prime due versioni di Championship Manager degli anni 2000 furono indubbiamente le più ricche di talenti sopravvalutati. Il simbolo del giocatore del futuro, perfetto e letale, nell’edizione 2001/2002 fu senz’altro Maksim Tsigalko, attaccante bielorusso letteralmente incontenibile.

Nella realtà come nel gioco, era appena arrivato alla Dinamo Minsk, miglior squadra bielorussa, per cui la prima stagione non poteva trasferirsi. Al termine del primo campionato, però, ecco che tutte le grandi d’Europa si mettevano sulle sue tracce.

Bisognava essere rapidi e decisi, ma si potevano anticipare le altre squadre e prenderlo ad un prezzo mediamente molto basso, soprattutto in base a quanto Tsigalko rendeva: a molti manager dell’epoca segnò più di 100 reti a stagione, risultando assolutamente devastante e facendo letteralmente reparto da solo.

Pur essendo lento, da avversario potevi solo pregare che non gli arrivasse il pallone, perché se ciò avveniva era gol di sicuro: ricordo una partita in cui segnò sei reti, ma le leggende parlano di numeri ancora più mostruosi di quelli di cui ho memoria.

E nel mondo reale? Dopo aver deluso alla Dinamo Minsk nonostante una buona prima annata, al posto dei grandi club del gioco sono arrivati Naftan Novopolotsk, i kazaki (!) del FC Kaisar, gli armeni (!) del FC Banants: poche gare per via dei numerosissimi infortuni che lo hanno sempre tormentato e pochissime reti, appena 12 nel corso di due stagioni.

Tornato in patria nel 2007, appena 24enne e con la voglia matta di provare a ritrovare la magia perduta, Tsigalko (vero nome Tsyhalka) ha firmato con il Savit Mogilev totalizzando appena 8 presenze e 2 reti prima di infortunarsi ancora e trovarsi svincolato in seguito alla retrocessione e conseguente fallimento del club.

Dopo un anno passato a visitare dottori e a tentare di ritrovare la forma, Maksim ha gettato la spugna ad appena 26 anni. Una fine che ha rattristato tutti gli appassionati della serie di Championship Manager che comunque, anche se è consolazione da poco, lo ricorderanno come il miglior attaccante di qualsiasi edizione del gioco.


#01 – Tonton Zola MOUKOKO (CM 00/01)

Prendiamola come una leggenda urbana: in alcune cause di divorzio in Inghilterra, Football/Championship Manager è citato tra le cause. In alcune di queste, si dice, il motivo scatenante è l’ossessiva voglia da parte dei padri di chiamare il figlio Tonton.

Questo perché Tonton Zola Moukoko è una leggenda vivente del gioco, testimonal stesso della SEGA e della Sports Interactive e oggetto ancora oggi di adorazione da parte di quei manager virtuali che a “Championship Manager 2000/01” spendevano ben volentieri 500.000 € per assicurarsi quello che era a tutti gli effetti “il nuovo Maradona” di origine ghanese (nel gioco, mentre in realtà era nato in Congo) ma dotato di passaporto svedese.

The Ton, come era soprannominato, giocava nelle giovanili del Derby County e diventava sempre il giocatore più forte, rinomato e corteggiato del gioco, raggiungendo valutazioni stellari nel giro di poche stagioni anche per via della sua estrema completezza: sapeva impostare, difendere, servire geniali assist a getto continuo e segnava gol a grappoli.

Arrivato in Svezia insieme al fratello, entrambi orfani, in effetti Tonton era davvero conosciuto per essere un grandissimo prospetto: purtroppo però, dopo avere in gioventù rifiutato la corte di Juventus e Milan, non riuscì mai ad esordire in prima squadra, tornando in Svezia ventenne per non meglio precisati motivi familiari che causarono anche la risoluzione del contratto con il club inglese.

Il CT dell’Inghilterra dei tempi era lo svedese Sven Goran-Eriksson, che insieme al vice Tord Grip riuscì a trovargli un contratto con il modesto Carlstad United, squadra a cui seguirono IK Sleipner e Syrianska prima del trasferimento in Finlandia nell’Atlantis: non arrivarono gol, e oltretutto la squadra retrocesse dalla seconda alla terza serie.

Attualmente Tonton gioca e allena le giovanili nella quarta serie svedese, al IFK Lidingö FK. I sogni di gloria ormai alle spalle ma che ritornano nelle foto e gli autografi che i nostalgici del gioco ancora gli chiedono e che lui, divertito e sorpreso, sorridendo continua a dispensare.

Valli a capire, questi malati di videogiochi!


SITOGRAFIA:

  • Smyth, Rob (14/11/2008) The Joy of Six: great Championship/ Football Manager players, The Guardian
  • MacDonald, Carl (settembre/ottobre 2010) Championship Manager Heroes/Episodes 1, 2, 4, 5, Carl MacDonald
  • (27/01/2011) Championship Manager 01/02 legends: The curse of football game hype, where are they now?, What would Bobby Moore do?
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