Premi "Invio" per passare al contenuto

Nick Ross, il migliore degli “Invincibili”

Nell’estate del 1884 il football ha da poco smesso di essere soltanto un gioco. La febbre per questo sport, che inizialmente aveva contagiato soltanto i benestanti studenti delle migliori scuole londinesi, si è spinta fino all’operoso nord, che trascinato dalla forza della rivoluzione industriale intende trasformare quello che è poco più che un passatempo in un vero e proprio business.

Sono gli anni di Blackburn: l’Olympic, trionfando nella finale di FA Cup del 1883, ha appena sancito la fine del calcio delle public schools, i Rovers si apprestano a raccoglierne il testimone trionfando per ben tre volte consecutive in quella che è, all’epoca, l’unica competizione calcistica che conti, la Coppa d’Inghilterra.

Rivoluzionari del football

La vera rivoluzione si sta però compiendo 10 miglia più a ovest di Blackburn, nella piccola cittadina di Preston. Qui un uomo illuminato è stanco dell’ipocrisia che si nasconde dietro un dilettantismo di facciata, deciso a svelare al mondo dei tifosi e di chi guida la federazione da Londra quello che sarà, inevitabilmente, il futuro del calcio.

Il suo nome è William Sudell, la sua battaglia è il pieno riconoscimento del calcio professionistico e il suo sogno quello di creare la squadra più forte mai vista, una cosa che sarà possibile soltanto una volta accettato da tutti, e senza mezzi termini, che il football è tutt’altro che un gioco.

Il cardine del suo progetto è la squadra cittadina, il cui leader è appena giunto da Edimburgo: sarà il più grande calciatore della sua epoca, il più amato, odiato, temuto e riverito footballer del calcio vittoriano. Si tratta di Nicholas John “Nick” Ross, “The Demon Back”.

Autentico campione a tutto campo, completo in ognuno dei fondamentali (corsa, resistenza, tecnica) che il calcio richiede, si è messo in mostra negli Heart of Midlothian, di cui è leader dentro e fuori dal campo. Magnifico centre-forward, tanto abile nel concludere a rete quanto nell’ispirare la manovra dei compagni d’attacco, il racconto delle sue eccezionali qualità è giunto fino agli uomini a cui Sudell ha commissionato un tour in Scozia alla ricerca di veri campioni per la sua squadra dei sogni.

Nick Ross, “The Demon Back”

Nick Ross ha da poco compiuto vent’anni, e già appare un talento fuori dal comune. Uno a cui riesce tutto meglio degli altri, prima degli altri, istintivamente, uno che sembra nato per giocare a calcio. E se notarlo è semplice, convincerlo lo è quasi di più: basta un breve colloquio, la promessa di un lavoro come muratore che in pratica non sarà mai svolto e un sogno, quello di costruire la più grande squadra di sempre, che presto unirà Sudell e il suo capitano come mai era successo prima nel mondo del calcio.

Negli spogliatoi del Preston North End, all’indomani della venuta di Nick Ross, compaiono infatti delle lavagnette. Qui il giovane scozzese e il suo mentore disegneranno i primi veri e propri schemi nella storia del calcio, creando un modulo che se in teoria ricalca l’unico allora riconosciuto, “la Piramide di Cambridge”, in realtà definisce nel dettaglio i compiti e i movimenti richiesti per ciascun ruolo, annullando l’improvvisazione individuale fin lì praticata da tutti in nome di un “gioco collettivo” tanto preciso e ricercato da essere quasi scientifico.

Quando il professionismo diventa realtà, quando Sudell vince finalmente la sua prima battaglia, Nick Ross è a Preston da poco più di un anno e già è il leader di una squadra che, gara dopo gara e mese dopo mese, migliora sempre di più. Nella stagione 1887/1888 il Preston North End di William Sudell gioca il calcio più bello mai visto da quando questo sport è nato, uno spettacolo talmente abbagliante da lasciare accecati: finte, combinazioni in velocità, sapiente possesso e accelerazioni improvvise, questo è quello che i “Lilywhites” mostrano in ogni gara, annichilendo qualsiasi avversario nel loro cammino verso la gloria.

Quel Preston North End è talmente forte che finisce per sconfiggersi da solo: l’unica gara che perde è infatti quella più importante, la finale di FA Cup contro il West Bromwich Albion. Nick Ross, da prolifico centravanti, si è trasformato in uno straordinario difensore centrale per lasciare posto in attacco al fratello minore James.

Si è guadagnato il soprannome di “The Demon Back”, il demone difensivo, perché come una creatura sovrannaturale piomba improvviso sull’avversario in possesso di palla strappandogli la sfera implacabilmente, con perfetta scelta di tempo e notevole aggressività. Questi interventi sono spesso preceduti da un sibilo, che lo scozzese emette fischiando tra i denti consumati dal tabacco e che terrorizzano qualsiasi avversario.

Ritratto di Nick Ross realizzato da Sara Provasi
Ritratto di Nick Ross realizzato da Sara Provasi (“Atti Effimeri di Comunicazione”)

Il calciatore più pagato al mondo

Contro il West Bromwich Albion però qualcosa è andato storto: sicuri della vittoria, Ross e compagni si sono attardati a guardare la tradizionale regata sul Tamigi, presentandosi in campo appesantiti e senza alcun allenamento, e hanno sottovalutato i rivali a tal punto da pretendere una fotografia con la FA Cup pochi minuti prima dell’inizio della sfida, certi che si tratti di una pura formalità: le reti di Bayliss e Woodhall li hanno bruscamente riportati sulla terra, e Ross è stato ripetutamente saltato da Billy Bassett, folletto sbucato quasi dal nulla.

Non è chiaro se sia in questo momento che il difensore scozzese, leader riconosciuto di una squadra straordinaria, decide che è ora di cambiare aria. Non è chiaro se a portarlo a questa scelta sia stato un litigio veemente con Sudell, che dal migliore dei suoi si aspetta sempre il massimo, oppure la promessa di un ingaggio stellare. Fatto è che nell’estate del 1888, con la prima edizione della Football League alle porte, Nick Ross si trasferisce a Liverpool per vestire la maglia dell’Everton, dove si dice che gli saranno riconosciute ben 10 sterline di paga alla settimana.

Una cifra enorme: un operaio guadagna un ventesimo, i migliori footballers dopo di lui poco meno di un terzo. Sono soldi che, comunque, vengono considerati ben spesi. Chi acquista Nick Ross non acquista soltanto uno straordinario difensore, ma anche un formidabile centravanti, un leader nato, uno stratega e un uomo che, di fatto, possiede l’inspiegabile dono di vincere le partite.

Quello tra Ross e il Preston è un divorzio turbolento, e appare chiaro che le strade del campione e del club che lo ha lanciato non si incroceranno più: il campione è felice, convinto di trasformare l’Everton come ha già fatto con il Preston, che d’altro canto è deciso a dimostrare al suo ormai ex-idolo che si può vincere anche senza di lui.

Il ritorno a Preston

Ha ragione William Sudell. Il Preston North End, senza Nick Ross, conquista sia il campionato che la FA Cup senza perdere neanche una gara, e mentre i suoi ex-compagni si guadagnano il soprannome di “The Invincibles” Ross arranca con l’Everton, dove è in pratica il solo a cantare e portare la croce.

È in questo momento che “The Demon Back” capisce quanto fossero straordinari quei compagni che credeva dipendessero da lui, e dopo una stagione passata a riempirsi le tasche – e dopo una breve parentesi in Irlanda, al Linfield, durata qualche settimana – eccolo riapparire a Preston, deciso a riprendersi un ruolo da protagonista nel football dopo il deludente ottavo post ottenuto con i Toffees di Liverpool.

Il North End campione ha infatti visto partire la sua punta di diamante, John Goodall: attratto da una ricca paga, la possibilità di giocare insieme al fratello Archie e la cessione a titolo gratuito di un pub in città, il capocannoniere della prima Football League si è trasferito a Derby. E Sudell ritiene che soltanto Nick Ross possa degnamente sostituirlo.

Si tratta di un’altra previsione azzeccata, l’ennesima di questo geniale e visionario manager. Dopo anni passati in difesa, Nick Ross torna a ricoprire il ruolo di centravanti nella stagione 1889/1890, gioca 23 partite di cui 16 come punta e segna la bellezza di 24 gol, numeri che aiutano il Preston North End a confermarsi campione e che gli valgono il titolo, nell’unica stagione giocata da professionista come centravanti, il titolo di capocannoniere del campionato.

Dalla stagione successiva Ross infatti torna in difesa, lasciando il posto al fratello James come aveva fatto già anni prima, quando questi si era presentato a un provino per entrare in squadra: complice l’assenza di un difensore, e forte della sua completezza, Nick era scalato in terza linea per permettere al fratellino di mostrare cos’era capace di fare, scoprendo in questo modo il ruolo che avrebbe sempre ricoperto tranne che nella magica stagione 1889/1890.

Una fine tragica

Quella che sembra una favola ha però un finale brusco: dopo aver trionfato due volte di fila, infatti, il Preston North End comincerà a perdere colpi in campionato, allontanandosi dalle posizioni di vetta che sembrava avrebbe potuto frequentare ancora a lungo.

Ad un mancato ricambio generazionale si aggiungono la crescita delle avversarie, i guai finanziari di Sudell – che finirà in galera per aver sottratto soldi alle ditte di cui è responsabile per investirli nel club – e soprattutto il lento quanto costante tramonto precoce di Nick Ross, il celebrato leader riconosciuto all’unanimità come il miglior calciatore al mondo.

Perché il campione non è più lui? Perché da infallibile diventa prima soltanto un buon calciatore, poi addirittura uno come tanti? Nell’estate del 1893 arriva la risposta più tremenda: Nick Ross, “The Demon Back”, è malato. Ha contratto la tubercolosi, che ai tempi raramente lascia scampo e non lo fa neanche con i più ricchi e celebrati assi del pallone.

Un ritiro precauzionale non basta, né basta un soggiorno sull’isola di Madeira, in Portogallo, alla ricerca di aria migliore: il 7 agosto del 1894 Nick Ross muore ad appena 31 anni, consumato da una malattia terribile. Un giornalista lo ricorderà così:

“Ha avuto la duplice sostanza dell’acqua e del fuoco. La sua fiamma non si è mai affievolita né ha tremolato, ma ha brillato costantemente illuminando tutta la scena”.

Le scene che si svolgeranno al suo funerale la dicono lunga su quanto questo grande campione abbia scritto la storia: in un’epoca in cui il calcio è amato e seguito, ma dove ancora non esiste un vero e proprio fanatismo, la salma dello straordinario campione attraversa una città in lutto, con le serrande dei negozi che si abbassano e le persiane degli appartamenti che si chiudono.

Una folla sempre più numerosa segue Nick Ross nel suo ultimo viaggio, viva testimonianza di quanto questo eccezionale genio del calcio abbia dato alla causa di uno sport in cui è stato indubbiamente il protagonista principale.


Nick Ross è uno dei protagonisti del mio libro “Pionieri del Football – Storie di calcio vittoriano”, di cui potete avere informazioni dettagliate A QUESTO LINK.

FONTI:

  • Sanders, Richard (2010) Beastly Fury, the strange birth of british football, p. 147 (Bantam Books)
  • Hutchinson, Roger (2017) The Butcher, the Baker, the Candlestick-Maker: the story of Britain through its census since 1801 (Little, Brown)
  • Onslow, Tony (11/05/2015) The life of a Former Everton Captain, Play Up, Liverpool F.C.

Grazie a Mister Ian Rigby, storico ufficiale del Preston North End, per alcune interessanti informazioni.

Ritratto di Sara Provasi

(Visited 88 times, 1 visits today)
error: Content is protected !!