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Amilcar, Bolívar e Carlos: i fratelli Céspedes

Vere e proprie leggende degli albori del calcio in Uruguay, i fratelli Céspedes furono campioni leggendari, i primi calciatori che riuscirono a far parlare di se nel proprio Paese. Si diceva che fossero talmente forti da poter vincere qualsiasi partita, contro qualsiasi avversario, con qualsiasi compagno di squadra. 

Tra i pionieri del calcio uruguaiano, di cui sono stati i primi idoli indiscussi, crescono insieme nel Paso Molino e quindi passano al Club Defensa. Quando quest’ultimo club si unisce al nascente Nacional di Montevideo si trovano ad essere gli idoli incontrastati dei tifosi Tricolores.

Stiamo parlando di un calcio molto diverso da quello che, grazie allo scozzese John Juan Harley, sarebbe diventato lo stile uruguaiano in capo a qualche anno. Un calcio ancora estremamente fisico, giocato senza tregua sotto il sole, con ferocia, con coraggio, per nessun altro motivo se non la passione, l’orgoglio, il desiderio di scrivere la storia.

Nel primissimo Nacional di Montevideo, espressione dell’orgoglio patriottico uruguaiano contro i “dominatori stranieri”, Amilcar è il portiere titolare, ma le stelle sono gli altri due fratelli: Carlos, autore della prima segnatura nella storia della Celeste, è un’ala eccezionale tutta dribbling, fantasia ed eleganza, incanta il pubblico con le sue finte prima di servire Bolívar, che è semplicemente considerato il miglior calciatore al mondo, un bomber implacabile il cui tiro è una sentenza.

Vinti solo dal destino

Insieme los hermanos Céspedes conquistano il campionato nel 1902, nel 1903 e nel 1904, quest’ultimo in un incredibile spareggio con il Peñarol, mentre nel Paese infuria la guerra civile per la sollevazione popolare condotta da Aparicio Saravia, terminata la quale l’Uruguay si avvia ad un periodo d’oro.

Un’epoca che Bolívar e Carlos non vivranno, morendo giovanissimi e nel giro di 24 giorni l’uno dall’altro per via dell’epidemia di vaiolo giunta nel Paese. Vengono seppelliti nel “Cementerio Monumentàl de la Teja”, simboli eterni del club che li ha visti come i suoi primi eroi.

Vale la pena ricordare la vittoria del 1904. Quella che ormai è nota come “la squadra dei fratelli Céspedes” affronta in finale gli eterni rivali del Peñarol. Amilcar, Bolívar e Carlos si presentano proprio all’ultimo minuto, rinforzando una squadra che, tra chi si è arruolato per la guerra che infuria e chi da essa è fuggito, sembrava non avere speranze.

Tra parate, colpi di tacco e straordinarie cannonate ecco che i tre fantastici fratelli trionfano per 3-2: l’ultima, straordinaria, vittoria.


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