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#StranoCalcio03 – Cose dell’altro mondo

Riecco l’appuntamento con il calcio e il folklore, stavolta in versione breve ma intensa!

Prima parte QUI

Seconda parte QUI

LA TRASFERTA PIU’ PERICOLOSA DEL MONDO

Ci sono partite che pochi calciatori hanno voglia di giocare, trasferte che presentano mille difficoltà climatiche o ambientali. Uno degli esempi più famosi è rappresentato dalla Nazionale della Bolivia, che gioca le sue gare a La Paz, 3.600 metri sopra il livello del mare.

Un’altitudine tale che l’aria così rarefatta causa in chi non vi è abituato non pochi scompensi, una condizione climatica che ha permesso in passato ai boliviani di ottenere importanti vittorie (tra cui un clamoroso 6-1 rifilato all’Argentina nell’aprile del 2009) e di diventare lo spauracchio (in trasferta) dell’intero Sudamerica.

Proprio in Bolivia si trovava “la trasferta più pericolosa del mondo”, e avveniva quando qualcuno andava a sfidare i dilettanti del Coroico in casa loro.

Per raggiungere la poco ridente località, infatti, bisognava attraversare il Camino de los Yungas, percorso noto anche come Camino de la Muerte, un pericoloso sentiero lungo quasi 70 km che da La Paz portava fino ai 4.500 metri di altitudine per poi riscendere fino ai 1.500 di Coroico.

Una strada stretta, sterrata, senza parapetti e con la presenza più o meno continua di una fitta nebbia che ne rendeva difficilissima la traversata.

“La Strada della Morte”, com’è conosciuta da noi, per anni ha tenuto fede al suo sinistro soprannome, causando ogni anno la morte di oltre duecento vittime fino a quando, nel 2006, è stato ultimato un ventennale lavoro che ne ha modernizzato l’aspetto ed ha inoltre permesso di evitare, tramite un apposita scorciatoia, la parte più pericolosa e mortale.

Il Coroico nella sua storia non ha mai raggiunto gli alti livelli del pur mediocre calcio boliviano, ma nelle rare occasioni in cui ha dovuto sfidare squadre di un certo livello queste hanno preferito mandare la squadra giovanile. Il cinico ragionamento? Meglio non rischiare la vita dei titolari.


DENTRO LA NEBBIA TUTTO PUO’ ACCADERE

Nel 1945 l’Arsenal giocò una partita amichevole al White Hart Lane di Londra contro la Dinamo Mosca, ma presto la partita assunse i toni della farsa.

Nonostante le richieste da parte dei giocatori di entrambe le squadre di sospendere la partita a causa di una nebbia che rendeva impossibile vedere anche solo a pochi metri, l’arbitro decise di far continuare la gara.

Fu allora che la Dinamo Mosca prese a fare sostituzioni (in amichevole erano già permesse) senza però togliere il giocatore prescelto dal campo trovandosi ben presto in superiorità numerica con almeno 15 giocatori sul rettangolo verde.

Una situazione che causò nervosismo negli inglesi, tanto che un giocatore dei “Gunners” venne espulso ma zitto zitto quatto quatto fece solo finta di lasciare il campo per poi rientrarvi e continuare la gara.

Leggenda vuole anche che il portiere degli inglesi si infortunasse sbattendo contro un palo – non visto per via della nebbia, appunto – e venisse quindi sostituito al volo da uno spettatore presente nei paraggi.


LA GRANDE TRUFFA DEL CALCIO ALBANESE

Ogni tanto qualcuno si interroga sulla veridicità del calcio, sulla possibilità insomma che alcune partite vengano decise a tavolino e recitate poi dai calciatori sul rettangolo verde.

Possibile, può accadere, ma certo è che se il livello recitativo è quello che hanno mostrato i giocatori di Flamurtari e Teuta durante la sfida avvenuta nella “Kategoria Superiore” albanese alla fine di gennaio 2015 è chiaro che il pubblico non possa fare altro se non indispettirsi.

Accade infatti che quando mancano 10 minuti alla fine il risultato sia di parità tra le due squadre, con i padroni di casa del Flamurtari che sono in giornata no e non riescono a fare breccia nella difesa ospite.

Improvvisamente però i giocatori del Teuta si sfaldano, smettono di correre e inseguire l’avversario, che però confuso da tanta generosità spreca l’incredibile, fallendo occasioni a getto continuo.

Proprio sul finire del tempo, finalmente, i rossoneri allenati dall’italiano Ernestino Ramella trovano il gol della vittoria, tra i fischi dei tifosi indispettiti dello spettacolo appena conclusosi.

I giocatori negano ovviamente ogni sotterfugio, ma c’è da credergli? A voi giudicare.

 

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