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Tag: anni ’20

Il tragico destino di John Thomson, il “Principe dei portieri”

A guardarlo bene, quel ragazzino che lavorava in miniera non aveva certo il fisico di un portiere. Eppure qualcuno lo definiva un fenomeno, una cosa mai vista. Del resto Steve Callaghan, scout per conto del Celtic Glasgow, era giunto in quel piccolo paesino di minatori vicino a Fife esclusivamente per accertarsi che tutte le meraviglie che si dicevano su di lui fossero vere.

Lo aveva visto ergersi sopra a tutti in una partita di poco conto quando il Wellesley Juniors aveva affrontato il Denbeath Star. Quel ragazzino di soli 17 anni, che al termine della gara firmò per la squadra più importante di tutta la Scozia, era John Thomson. Qualcuno pensava che sarebbe diventato un campione, ma nessuno poteva immaginare che sarebbe diventato una leggenda del calcio.

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Jimmy Thorpe, il martire dei portieri

Entrato nel Sunderland ad appena 17 anni, nel 1930, Jimmy Thorpe era un promettente portiere che dopo un paio di stagioni era riuscito a imporsi come titolare in una delle squadre più forti nel calcio inglese dell’epoca. Dopo la gloria dei 5 campionati conquistati tra il 1892 e il 1902, i Black Cats erano riusciti a ripetersi soltanto in un’occasione nei successivi 30 anni. Ma anche grazie al loro giovane guardiano dei pali le cose erano finalmente tornate a funzionare.

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David Arellano, il maestro della “Chilena”, e i suoi eterni “Enlutados”

Santiago del Cile, 4 aprile 1925: da diversi mesi la squadra più forte del Paese, il Club Deportivo Magallanes, attraversa una pesante crisi interna. I giocatori più giovani e forti, guidati dal più talentuoso di loro, David Arellano, chiedono che il club diventi professionistico e che certi calciatori anziani, che ormai giocano più per riconoscenza che per merito, vengano esclusi dalla formazione titolare.

Ne stanno parlando con il direttivo del club, il quale li ha appena informati che oltre a non accettare ordini, da quelli che considera poco più che dei niños, ha intenzione di partecipare all’elezione del capitano che deve svolgersi quella stessa sera. Arellano avrebbe la squadra dalla sua parte, ma i giocatori più anziani – quelli che lui voleva estromettere dal club – e i membri del direttivo, che mai avevano partecipato prima alle votazioni, la pensano diversamente.

Finisce che Arellano non può indossare la fascia di capitano del club: è una sconfitta ingiusta, ma che segna anche qualcosa di importante. Già, perché il giovane talento e i compagni a lui fedeli ne hanno le tasche piene. Lasciano il Magallanes e si preparano a fondare quello che diventerà il club più importante di tutto il Cile. Se la storia del calcio è contraddistinta da decisioni forti, quanto accade a Santiago quella sera è un vero e proprio spartiacque tra passato e futuro.

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