Quel 4 Luglio del 1954, i giocatori della Germania Ovest fissavano il campo nei momenti precedenti la partita con ferrea determinazione. Non sarebbero stati carne da macello, avrebbero tentato di riscrivere la storia.
Erano ben nove anni che l’inno nazionale non veniva suonato dal vivo in nessuna occasione, nove anni che il Nazismo era stato sconfitto e che il popolo tedesco aveva cercato faticosamente di ricostruire sulle macerie dei bombardamenti alleati.
Era una squadra, quella Germania Ovest, arrivata alla Finale della V^ Edizione della Coppa del Mondo un po’ a sorpresa: eppure poteva contare su alcuni fuoriclasse, su un gioco solido e pratico e soprattutto sulla ferrea volontà tedesca, che porta questo popolo a non arrendersi mai, a dare sempre il 101%.
E poi pioveva, e la pioggia era “il tempo di Fritz Walter”, il capitano di quella Germania, che si esaltava durante gli acquazzoni perché avendo contratto la malaria da piccolo era rimasto per sempre infastidito dal sole.
Insomma, c’era fiducia. Anche se poi c’erano anche gli avversari.