Premi "Invio" per passare al contenuto

Giorno: 13 Luglio 2013

Abdón Porte, “il fantasma del Parque Central”

Nel calcio le bandiere non scompariranno mai. I soldi potranno comprare qualunque cosa, persino la felicità; talvolta avranno il potere di addestrare i giocatori al ruolo di trepidi soldati mercenari all’interno di una guerra combattuta fra società calcistiche. Il fenomeno odierno del calciomercato ha sicuramente avvalorato con forza questo assioma moderno.

La storia dimostra, però, che le cose possono andare diversamente. Perché i calciatori sono esseri umani e, in quanto tali, possono amare una squadra o un club, al punto tale da un volersene mai separare.

È stato il caso di Zanetti all’Inter, Del Piero alla Juventus, Giggs al Manchester United, Totti alla Roma. Di Matthew Le Tissier, “Dio” a Southampton, e del quasi sconosciuto turco Sait Altinordu, bandiera per 27 stagioni del club da cui prese il proprio cognome.

Ma se il fenomeno delle bandiere è vivo tutt’oggi, in un momento in cui i calciatori sono trattati come celebrità professioniste superpagate, immaginate cosa poteva essere un tempo, quando chi giocava lo faceva solo ed esclusivamente per passione, per l’urlo della folla.

La storia del calcio degli albori abbonda di giocatori che hanno vissuto per la propria squadra. Qualcuno è anche morto in nome della propria bandiera, per servire la propria fede. E quella che state per leggere è la storia di uno di loro. Questa è la storia di Abdón Porte, “il fantasma del Parque Central”.

Lascia un commento
error: Content is protected !!