Premi "Invio" per passare al contenuto

Mese: Ottobre 2015

Storia di Palm, l’elefante-calciatore, e dell’uomo che lo sconfisse

“Gli elefanti non dimenticano” si ripeteva William Keech mentre sistemava il pallone per l’ultimo tiro. Era questa la sua ultima possibilità: lui, che i campi di calcio li aveva frequentati davvero, si era ritrovato in questa assurda sfida e intendeva vincerla.

Un uomo che sfida un elefante a football. Ci sarebbe stato da ridere, non fosse stato per il ricco premio che Lord Sanger stringeva tra le mani e che nessuno era riuscito a conquistare. Era una questione di orgoglio.

“Gli elefanti non dimenticano”, ricordò ancora mentre prendeva la rincorsa.

Aveva una sola possibilità, e doveva sfruttarla al meglio.

2 commenti

VIDEO: Intervista a Cristian Vitali, l’autore di “calciobidoni.it”

Nella nostra ultima puntata l’amico Cristian Vitali ci ha fatto il piacere di intervenire telefonicamente in trasmissione per raccontarci la storia del suo sito, calciobidoni.it: il suo sito raccoglie centinaia (non è uno scherzo) di storie degli stranieri più improbabili giunti nel nostro campionato dalla riapertura delle frontiere nel 1980.

vitali-cristian-08

Lascia un commento

“A un passo dal cielo” (Enrico Tordini)

Sulla Juventus e sui suoi tanti miti sono stati versati fiumi e fiumi di inchiostro: la squadra bianconera è infatti amata e odiata quasi in egual misura, ma se una cosa è certa è che è vincente, lo è sempre stata e probabilmente sempre lo sarà.

Questione di tradizione, certo, di una società forte e presente fin dai lontani anni ’20, ma soprattutto questione di campioni: da Combi a Monti, da Charles a Sivori, da Boniperti a Platini, e poi Baggio, Del Piero fino a Pirlo, a Buffon…la Juventus ha sempre potuto schierare veri e propri fenomeni del calcio.

Ma la storia, si sa, non viene scritta soltanto dai protagonisti: ci sono anche i comprimari, coloro che hanno transitato vicino alla gloria in bianconero, magari l’hanno sfiorata o trovata poi con altri colori, ma con la maglia juventina non l’hanno raggiunta. A loro Enrico Tordini, scrittore pratese, dedica “A un passo dal cielo”, il racconto di chi non ce l’ha fatta.

Lascia un commento

Herbert Kilpin, diavolo rossonero

Fu all’inizio del XX° Secolo che il foot-ball esplose in Italia, trasformandosi da passatempo per pochi appassionati a vera religione di massa. Come è noto a questo sviluppo contribuirono quegli stessi inglesi che per i più disparati motivi avevano raggiunto la nostra penisola gettando già le basi di quello che sarebbe in presto diventato anche il nostro sport nazionale.

E se Genova deve moltissimo a James Spensley, una figura altrettanto (se non più) importante per il calcio italiano fu Herbert Kilpin: dopo aver insegnato agli italiani i segreti del foot-ball ed aver perso due finali nazionali giocando nelle file dell’Internazionale Torino, lasciò il Piemonte per lavoro, e stabilitosi a Milano fondò, insieme ad altri soci e amici, il Milan, quella che attualmente è la squadra più titolata al mondo.

Lascia un commento

Leopoldo Conti, il campione rubato

Nell’epoca pionieristica del calcio italiano, uno dei primi “trasferimenti” capaci di generare scalpore in tutta la città avvenne a Milano. Il protagonista fu un ragazzo appena maggiorenne, letteralmente rapito sul campo e tenuto “prigioniero” fino a quando non fu ufficializzato il suo trasferimento, per molti il primo vero trasferimento in Italia. Il suo nome era Leopoldo Conti, e si apprestava a diventare uno dei primi eroi nella storia dell’Inter.

Lascia un commento

Forse non tutti sanno che…L’invenzione della rete

Sebbene il calcio avesse quasi mezzo secolo di vita, si dovette attendere fino al 1891 perché qualcuno pensasse di inventare la rete della porta, atta a raccogliere il pallone dopo la marcatura di un goal. Fino ad allora, nell’epoca del calcio dei pionieri e del football Vittoriano, era talvolta estremamente difficile per un arbitro stabilire se un goal fosse stato effettivamente segnato, soprattutto in caso di tiri forti e partiti da distanza ravvicinata.

A rendere il tutto ancora più difficile contribuiva il pubblico, che spesso preso dall’entusiasmo si accalcava intorno alle porte finendo per confondere chi doveva controllare se la palla fosse entrata o meno: erano infatti presenti due “giudici di porta” che aiutavano l’arbitro, ma anche la loro presenza non impediva che nascessero vere e proprie controversie.

2 commenti

Carlo Bigatto, sigarette e Juventus

In un calcio italiano che stava rapidamente cambiando il proprio volto, e in una Juventus che stava finalmente scoprendo il proprio destino – diventare la squadra più vincente d’Italia – Carlo Bigatto fu uno dei più grandi protagonisti, simbolo di passaggio dal calcio dei pionieri e dei dilettanti a quello dei professionisti protagonisti dei grandi stadi in tutto il Paese.

Lascia un commento
error: Content is protected !!