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Mese: Febbraio 2017

Arthur Wharton, il “colored” che rivoluzionò il football

La domanda che si fecero i membri del comitato a capo del Darlington Football Club nell’estate del 1885, mentre il giovane Arthur Wharton si presentava al campo d’allenamento per mostrare a tutti le sue qualità di footballer, aveva una risposta tutt’altro che scontata.

“Può un nero giocare al football?”

In un’epoca infatti in cui persino l’Encyclopædia Britannica definiva “the Negro” come un essere “mentalmente inferiore al bianco” per via “dell’impossibilità del cervello di svilupparsi completamente a causa della particolare forma del cranio”, in un periodo in cui l’Impero Britannico invadeva l’Africa per aumentare le proprie ricchezze senza curarsi di chi quelle terre abitava – ed era evidentemente “sacrificabile” in nome di Sua Maestà la Regina – a tutti doveva sembrare ben strano che quel giovane ed energico ragazzo di colore avesse deciso di cimentarsi con il pallone.

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Essere Zdeněk Zeman – Tutto Calcio che Cola #11

Che il calcio attuale sappia regalare ancora grandi emozioni e magie è innegabile anche per un romantico – ma non per questo cieco e “contro il calcio moderno” – come me: le imprese in FA Cup del Sutton United e del Lincoln, la Premier League vinta dal Leicester City la scorsa stagione, per dire, sono eventi che hanno coinvolto milioni di appassionati, a testimonianza che il calcio è in possesso di un’anima immortale, la stessa che coinvolse i pionieri fondatori della Football Association nel 1863 e che durerà per sempre, fino a quando un bambino – per dirla alla Galeano, “prenderà a calci un pallone”.

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Gigi Meroni, ala di farfalla

L’arazzo sembra abbia i contorni particolarmente confusi e invece a guardarlo bene i fili che lo intrecciano sono fissati da una rara combinazione di bellezza e talento, dove la parola bellezza va strappata dalla stretta attualità per riportarla dentro la sua densità semantica primordiale, ossia nella grazia, in quelle note apparentemente dissonanti che regalano una melodia contro cui non può competere la più trionfante espressione del contemporaneo.

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Tra finte e zagaglie: l’incredibile avventura degli Sheffield Zulus

Quando il pubblico che aveva preso posto sugli spalti del Recreation Ground di Chesterfield, il 24 novembre del 1879, vide entrare gli Sheffield Zulus, la misteriosa squadra che avrebbe affrontato i beniamini locali, non furono pochi i presenti che dovettero stropicciarsi gli occhi per capire l’inganno.

Gli appassionati di football presenti in città avevano infatti acquistato il biglietto spinti dalla curiosità di assistere a una gara tra i propri migliori rappresentanti e l’esotica selezione arrivata a giocare in nome del Regno Zulu. E quando gli ospiti fecero il proprio ingresso il campo la folla rimase ammutolita.

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Hughie Gallacher, leggenda e tragedia

Chi era mai quel piccolo uomo di mezza età che, da almeno un’ora, percorreva avanti e indietro la banchina della stazione ferroviaria di Gateshead? Erano ben pochi i presenti che se lo domandavano. Nonostante avesse appeso gli scarpini al chiodo da almeno vent’anni, tutti in città sapevano chi fosse Hughie Gallacher, l’ex grande centravanti del Newcastle e della Scozia.

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Genoa, you are red and blue

Se qualcuno avesse dovuto dipingere Genova in quel momento, nell’attesa, col sole basso sul mare, avrebbe usato colori a olio per ottenere una pasta lucida e spessa allo stesso tempo.

Avrebbe mescolato il blu e il rosso in una tonalità intensa con cui avrebbe coperto tutto, ma schiacciando forte il pennello sulla tela, per separare le setole e lasciare lunghe strisce biancastre sporcate appena di colore. Allora avrebbe aggiunto ancora del rosso per sfumare quel cielo, assottigliarlo e dilatarlo fino a farlo scivolare lentamente in una tonalità meno accesa.

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