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Autore: Simone Cola

Amante del calcio in ogni sua forma e degli uomini che hanno contribuito a scriverne la leggenda

I libri sul calcio da avere a tutti i costi (di Bibliocalcio)

Libri sul calcio ne sono stati scritti in gran numero: ma quali non possono mancare? Quali regalare a un amico intenditore, a maggior ragione se noi non ce ne intendiamo così tanto? Da qualche mese frequento il gruppo Facebook “Bibliocalcio”, brillantemente creato e gestito da un amico appassionato di letteratura calcistica. Proprio agli oltre 1.000 iscritti ho chiesto quali fossero i libri che non possono mancare nella biblioteca di ogni calciofilo, traendo un sacco di titoli che adesso andrò ad elencarvi in rigoroso ordine alfabetico.

Potrete così fare contento un amico con un regalo natalizio, o regalarvi voi stessi un volume indispensabile che però magari vi era sfuggito. Mancano ovviamente alcuni titoli. Questo perché ho voluto attenermi strettamente ai suggerimenti indicati dagli amici del gruppo e anche perché certe opere sono ormai introvabili.

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I Leoni di Highbury (di Lorenzo Fabiano Della Valdonega)

I Leoni di Highbury

Passa un anno, l’Italia di Vittorio Pozzo si è appena laureata Campione del Mondo battendo 2-1 la Cecoslovacchia nella finale di Roma con un gol di Angelino Schiavio al quinto minuto del primo tempo supplementare. Grazie a questo successo, ci meritiamo l’onore di andare a giocare a Londra nella tana dei Maestri; tuttavia non è ancora abbastanza per calcare l’erba imperiale di Wembley.

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Pim Mulier, il padre dello sport olandese

Quando la morte lo colse, all’età di 89 anni nella sua casa dell’Aja, Pim Mulier era ormai da tempo un uomo stanco di vivere in un mondo che non riconosceva più come il suo. La società, per lui, si era lanciata da tempo in una folle corsa verso il futuro che aveva portato progresso, forse, ma che allo stesso tempo aveva disumanizzato le persone. Cancellando i valori di una volta, quelli che erano stati i suoi e che aveva cercato, fino all’ultimo, di trasmettere a ogni giovane olandese.

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Il destino fatale di Joe Powell, primo capitano dell’Arsenal

Quella che Woolwich Arsenal e Kettering Town stavano disputando, il 23 novembre del 1896, era una partita come tante altre. I Gunners di Londra, del resto, facevano parte della Second Division della Football League da appena tre anni, prima squadra di Londra a far parte dell’elitario sistema creato da William McGregor nel 1888.

Gli avversari, poi, erano da tempo desiderosi di prendere parte ai campionati professionistici, ma viste le numerose domande presentate, e respinte dal comitato che stabiliva quali club potessero fare parte dell’élite del football, si erano dovuti accontentare della più modesta realtà chiamata United League.

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1867: la nascita del calcio in Cina (di Nicholas Gineprini)

Appassionato di finanza e geopolitica, Nicholas Gineprini è forse il più grande esperto in Italia sul calcio cinese, terreno dove ha trovato logicamente moltissimi punti di interesse. Per Urbone Publishing ha pubblicato nel 2016 “Il sogno cinese 中国梦 – Storia ed economia del calcio in Cina”, ha collaborato con numerose riviste cartacee e online e oggi ho il piacere di ospitarlo qui sul mio sito.

Potete seguirlo anche sul suo portale, Blog Calcio Cina.

La Cina è stata la culla primordiale del calcio.

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John Madden, l’idolo del Celtic Park che divenne “il padre del calcio ceco”

6 luglio 1930, Stade des Charmilles, Ginevra.

Forse fu in quel momento che Jake Madden capì che la sua missione si era conclusa. Oltre ventimila persone circondavano il campo, in attesa di vedere all’opera quelli che poteva senz’altro considerare, senza mezzi termini, “i suoi ragazzi”.

I suoi e di nessun altro, perché quando era arrivato a Praga, oltre vent’anni prima, il football non era altro, per il popolo boemo, che un curioso passatempo, un gioco praticato da pochi appassionati e senza alcuna eccellenza.

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Arthur Pember, il primo leader del calcio

Coraggioso, pieno d’iniziativa, carismatico: il primo presidente nella storia della Football Association, e dunque primo leader di quello sport che molti anni dopo sarebbe diventato il più amato al mondo, fu Arthur Pember, uomo di legge e capitano del pittoresco No Name Club di Kilburn.

Calciatore capace, ma non certo abile quanto i contemporanei Charles Alcock, Ebenezer Morley, Francis Marindin e Arthur Kinnaird, la scelta di eleggerlo come leader della neonata associazione avrebbe sorpreso soltanto gli osservatori più superficiali: le sue modeste qualità sul campo di gioco erano infatti ampiamente compensate da una straordinaria apertura mentale e da grandi capacità diplomatiche.

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Jimmy Logan, Re per un giorno

Jimmy Logan scrutò il cielo, e con lui tutti i compagni, evidentemente preoccupato.

Pioveva, quel 4 aprile del 1896, ma non era questo evento – peraltro abbastanza frequente, in Inghilterra – a preoccupare i giocatori del Loughborough. Piuttosto il fatto che le loro tenute di gioco, per un banale errore, non erano arrivate a Manchester, dove si sarebbe svolta la gara che li avrebbe visti contrapposti al Newton Heath.

Dopo oltre mezz’ora, mentre la pioggia cadeva sempre più incessantemente, l’arbitro decise che non si poteva aspettare oltre. La gara, valida per il campionato di Second Division, doveva avere inizio. Il pubblico sorrise, vedendo i giocatori del Loughborough scendere in campo in abiti civili, gli stessi che ormai indossavano da due giorni.

Nessuno poteva sapere che si stava per consumare una tragedia, né che questa avrebbe colpito proprio il più talentuoso tra i calciatori in campo, un ragazzo di 25 anni che appena due anni prima era stato l’eroe nell’annuale finale di FA Cup.

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Neil Franklin e il sogno sfumato di “El Dorado”

“Vivremo meglio di qualsiasi altro calciatore al mondo!”

Furono queste le parole che Neil Franklin pronunciò non appena sbarcò in Colombia. Parole certo non di circostanza, ma basate su quelli che a tutti gli effetti parevano fatti, solidi e inattaccabili. Colui che nel 1950 poteva tranquillamente essere considerato il miglior difensore al mondo, però, non poteva sapere quanto si sbagliava.

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John Goodall e la rivoluzione del Preston North End

Agli appassionati di calcio di oggi, quasi sicuramente, il nome di John Goodall dirà poco o niente. Il suo mito è ormai cosa per pochi appassionati storici, scolorito dai tanti anni passati da quando fu il re del gioco, offuscato dai tanti nomi che sono stati protagonisti nella storia del football britannico e mondiale.

Sminuito da chi sostiene, con una certa dose di ignoranza, che il calcio di un tempo fosse assai meno competitivo di quello odierno.

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