Premi "Invio" per passare al contenuto

Categoria: Storie di calcio

I racconti degli eroi del calcio e delle loro incredibili vite

Bobby Charlton, il campione vissuto due volte

Immaginate di essere un ragazzo inglese, un giovane calciatore dal talento immenso. Immaginate di giocare nel più forte club inglese e di vedere con i vostri stessi occhi, poco più che ventenni, morire quei campioni che erano i vostri compagni – e con cui avreste dovuto conquistare il mondo – in un tragico incidente aereo.

Immaginate di sopravvivere, voi e pochi altri, e diventare il perno su cui rifondare la squadra mattone su mattone. Per poi conquistare, nel decennio che seguirà, i Mondiali con l’Inghilterra (gli unici vinti a oggi dai Maestri del football) e la prima storica Coppa dei Campioni per un club inglese. Questa è stata la vita di Bobby Charlton.

Lascia un commento

No Borders League, per un mondo antirazzista

Non sono solito esprimere opinioni personali forti su questo sito, persino a livello calcistico: sono dell’idea che ogni persona al mondo possa avere una sua opinione, e che per quanto questa possa essere diversa dalla mia sia meritevole di rispetto anche se da me non viene condivisa, in quanto figlia di percezioni personali e convinzioni che non possono essere frutto del caso.

Naturale che tutto questo si possa applicare nel valutare la forza di un calciatore, la bellezza di una partita e anche, uscendo un momento dall’ambito pallonaro, per quanto riguarda la qualità di una band musicale o la bontà di un piatto. Discorso ben diverso è quello che riguarda il razzismo, una piaga che purtroppo da sempre dilaga nella nostra società e a cui mai il progresso è riuscito realmente a porre un freno.

Esiste da sempre, ed è naturalmente quanto profondamente sbagliato, in quanto con violenza e ignoranza si permette di giudicare e discriminare intere etnie, interi popoli, come se questi non fossero umani – nel bene e nel male – quanto noi.

Lascia un commento

Dino Fiorini e Mario Pagotto, uniti dal calcio e divisi dalla guerra

11 giugno 1933. L’edizione numero 33 del massimo campionato di calcio italiano si avvia alla conclusione e il Bologna, ormai fuori dalla lotta Scudetto, scende in campo al Comunale di Busto Arsizio contro la pericolante Pro Patria. È l’occasione ideale per lanciare una giovane promessa, ed è in quel momento che il calcio italiano scopre il talento di Dino Fiorini.

La sfida si concluderà con un rocambolesco 3-3, ma nonostante una prestazione non impeccabile il giovanissimo (deve ancora compiere 18 anni) Fiorini non ha alcuna paura del futuro. Anzi, affronta i due veterani della squadra, Monzeglio e Gasperi, difensori come lui e titolari apparentemente inamovibili, e li avvisa: “Mettetevi d’accordo, perché presto uno di voi mi lascerà il posto!“.

Lascia un commento

“Juan” John Harley, o della nascita del calcio in Uruguay

Nella storia secolare del calcio vi è un antico detto: “Se gli inglesi hanno inventato il football, gli scozzesi hanno insegnato al mondo come questo andava giocato”. Si tratta di un’affermazione che può sembrare pomposa, ma che in realtà è del tutto veritiera.

Se è innegabile che il nostro amato gioco abbia preso forma e sostanza a Londra nella metà dell’800, infatti, è impossibile negare che i primi maestri della tattica siano stati gli uomini delle Highlands, teorici del primo stile di gioco organizzato, il passing game, e abili a superare prima e influenzare poi il modo di giocare di coloro che, forse a torto, si ritenevano i maestri.

Lascia un commento

“Dammi tre minuti” (Torino-Juventus = 3-2, 1983)

Quella domenica decisi di prendermela comoda, di non partire troppo presto.

Già in nottata era tornata l’ora legale e le lancette si erano mosse inclementi, quasi furtive, in avanti nel quadrante. Inoltre ad aspettarmi ci sarebbe stata una settimana fatta di alzatacce alle cinque di mattina e mi scoppiava la testa solo a pensarci.

Lascia un commento

Lo Stadium di Torino, gigante dimenticato (con Antonio Cunazza)

Un impianto enorme, capace di contenere al suo interno 40.000 spettatori e dotato di ogni comfort possibile. Spogliatoi, uffici e locali di servizio, sale indoor interne per altre manifestazioni sportive e riunioni di vario genere. Gallerie, dormitori per atleti e sale buffet. Multifunzionale, capace dunque di ospitare partite di calcio ma anche corse di auto e moto, gare di atletica, parate e rappresentazioni. Un’eccellenza italiana. Un monumento atto a celebrare lo sport in ogni sua forma.

1 commento

La tribuna più antica del mondo

No dai, questa non la sapete. Questa è bella davvero. Fra le primizie della storia del calcio c’è ne è una davvero curiosa: la tribuna più antica e ancora rigorosamente in funzione è quella del Great Yarmouth Town Football Club, nel suggestivo scenario del Wellesley Recreation Ground, impianto disposto sulla costa ventosa del Norfolk.

Lascia un commento

Jack Addenbrooke, il cuore e l’anima dei Lupi

Il nome di Jack Addenbrooke poco dirà alla stragrande maggioranza degli appassionati italiani di calcio, ma anche nell’Inghilterra della ricchissima Premier League, di Guardiola e Mourinho, potrebbe capitare che citando questo nome si ottenga dal nostro interlocutore uno sguardo perplesso e una domanda: “Chi era?”

Eppure, nella storia del football, nessuno più di Jack Addenbrooke ha saputo identificarsi con la squadra della propria città, risultandovi coinvolto sin dal primo giorno e dedicando poi ad essa la maggior parte della propria vita.

Lascia un commento

Hopeball, un pallone che significa speranza

Ho scoperto Internet in relativamente tarda età – avevo passato i venticinque anni – e amo questo straordinario strumento: vero è che, come notoriamente ha detto Umberto Eco, ha dato voce “a migliaia di cretini”, ma è vero anche il contrario. Il web ha dato voce a tantissime persone valide, persone di qualità, “contatti” che con il tempo sono diventati “amici” e che mi hanno fatto conoscere storie straordinarie.

Lascia un commento

Sartoria Sportiva Milano, sogni cuciti a mano

Ho contattato Paolo, il proprietario di “Sartoria Sportiva Milano”, per proporgli di leggere il mio “Pionieri del Football – Storie di calcio vittoriano” e per valutare la creazione di una maglia che possa accompagnarmi nelle presentazioni che spero di fare prossimamente. Non faccio però in tempo a scrivergli che lui mi brucia in anticipo, dicendomi che mi conosce e che non solo conosce anche il mio libro, ma se lo è già letto in pochissimi giorni: “L’ho letto come un bambino che vede per la prima volta un pallone da calcio”, mi dice, riempiendomi di orgoglio.

2 commenti

Perugia 1979, trenta e lode

Dove nascondevate quello specchio?

Quello in cui ogni domenica riflettevate la vostra bellezza e restavate assorti, come rapiti da un estasi partorita da uno strano destino. Quello che sussurrava al vostro orecchio che eravate talmente attraenti da non dover rischiare di cedere al passo audace della gloria ma di limitarvi nella contemplazione dell’unicità del primato.

Lascia un commento

Arthur Wharton, il “colored” che rivoluzionò il football

La domanda che si fecero i membri del comitato a capo del Darlington Football Club nell’estate del 1885, mentre il giovane Arthur Wharton si presentava al campo d’allenamento per mostrare a tutti le sue qualità di footballer, aveva una risposta tutt’altro che scontata.

“Può un nero giocare al football?”

In un’epoca infatti in cui persino l’Encyclopædia Britannica definiva “the Negro” come un essere “mentalmente inferiore al bianco” per via “dell’impossibilità del cervello di svilupparsi completamente a causa della particolare forma del cranio”, in un periodo in cui l’Impero Britannico invadeva l’Africa per aumentare le proprie ricchezze senza curarsi di chi quelle terre abitava – ed era evidentemente “sacrificabile” in nome di Sua Maestà la Regina – a tutti doveva sembrare ben strano che quel giovane ed energico ragazzo di colore avesse deciso di cimentarsi con il pallone.

Lascia un commento
error: Content is protected !!