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Uomo nel Pallone Articoli

Anatoli Kozhemyakin, il tragico destino del “nuovo Streltsov”

Esiste forse per ognuno di noi un destino già scritto al quale non possiamo sottrarci? Quanto può incidere un attimo, un’indecisione, una scelta apparentemente semplice e banale, sulla nostra vita? Siamo realmente padroni del destino o semplici foglie in balia del vento?

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Nils Middelboe, la prima stella straniera del calcio inglese

A osservarlo, così alto e magro, il petto scavato e lo sguardo tutt’altro che grintoso, in pochi avrebbero potuto pensare di avere davanti agli occhi uno dei più grandi calciatori della sua epoca. Eppure Nils Middelboe, centrocampista a tutto campo di padre svedese e madre danese, nato in terra paterna e cresciuto in quella materna, fu un atleta formidabile e la prima vera stella del calcio in Danimarca.

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G.O. Smith, il primo grande centravanti

G.O. Smith fu tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo il miglior centravanti al mondo, stella rinomata del Corinthian e dell’Inghilterra e progenitore del moderno “falso nueve”. Chi segue il football moderno, un gioco dove le qualità tecniche sono spesso bilanciate da quelle atletiche e dove nella stragrande maggioranza dei casi i più grandi campioni sono dotati di un fisico prodigioso, potrebbe sorridere nel sentirsi dire che quello che appare nella foto di copertina fu uno dei calciatori più forti della sua epoca. Anzi, the first great centre forward, come lo definirono i suoi contemporanei: “il primo grande centravanti”.

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Caesar Jenkyns, il primo “duro” nella storia del calcio dei pionieri

Nel giorno di Pasquetta del 1884 Albert Coles, allenatore della squadra riserve dello Small Heath – club che poi sarebbe diventato il Birmingham City – si trovò a corto di uomini per un’amichevole che avrebbe dovuto giocare nel pomeriggio contro l’Aston Morning Star, uno dei numerosi club esistenti all’epoca in città.

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Recensione di “The English Game”, le differenze tra fiction e realtà

Una recensione di “The English Game”, la nuova mini-serie di Netflix uscita lo scorso 20 marzo e che ha fatto scoprire al grande pubblico il fascino e la bellezza di quel calcio vittoriano di cui scrivo ormai da anni, almeno dal mio punto di vista non può che essere parziale e condizionata dalla visione “su schermo” di personaggi ed eventi fino a questo momento solo a malapena immaginati.

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Alípio, quello che doveva essere l’erede di Cristiano Ronaldo

Oggi che il Real Madrid sogna con i nuovi giovanissimi fenomeni brasiliani Vinicius e Rodrygo a qualcuno viene in mente il nome di Alípio, giovane talento che il club preferì nel 2009 a un certo Coutinho e che addirittura era stato definito come l’erede di Cristiano Ronaldo.

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Mario Jardel, il bomber incompreso

Il calcio è pieno di storie in cui a un’ascesa che sembra inarrestabile segue una fragorosa, immediata, caduta: una delle più incredibili ha il volto di un bomber brasiliano che nel giro di un’estate passò da essere il miglior centravanti d’Europa a un clamoroso carneade. La carriera di Mario Jardel può essere divisa in due capitoli: un prima, che racconta l’esplosione in patria a suon di reti, le affermazioni con Vasco da Gama e Gremio – con cui vince una Coppa Libertadores da capocannoniere.

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Lungarni e vecchie viole

Devo riavvolgere il nastro, lo faccio ogni gennaio. Mio zio Egisto era un omone grande e grosso classe 1935 che abitava in Via Alessandro Manzoni in un appartamento di quei caseggiati austeri intonacati fra il grigio e il bianco che defluiscono nello slargo neoclassico di Piazza Beccaria.

Nel 1989 lavorava alla Sita (Società Italiana Trasporti Automobilistici) ma ormai cominciava a bramare alla meritata pensione dopo una vita passata sui mezzi pubblici. Ogni domenica, o quasi, che la Fiorentina giocava al Comunale mi veniva a prendere alla Stazione di Santa Maria Novella intorno alle 12 dopo essermi fatto un deprimente viaggio ferroviario Siena-Firenze la cui tratta era, e credo lo sia ancora, rimasta invariata, finanche nei vagoni, dai tempi del Granduca Leopoldo.

Questa città è scriteriata mi diceva (mentre con la sua Fiat Ritmo verde bottiglia ci infilavamo nel traffico dei lungarni) dovrebbe avere l’onore di essere ferma da secoli e invece ogni giorno un nuovo senso unico, una nuova direttiva, un nuovo divieto, bah, non ci si capisce più nulla.

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