Raffaele De Martino sembrava avere davanti a se un futuro da predestinato quando, il 7 novembre del 2004, aveva fatto poco più che maggiorenne il suo esordio in Serie A con la maglia della Roma.
Era arrivato nella società giallo-rossa nel 2000, a 14 anni, seguendo un percorso che dall’Invicta Agro – dove aveva dato i primi calci – lo avrebbe sicuramente portato ai grandi palcoscenici, sulla scia di Daniele De Rossi e Alberto Aquilani.
Il passaggio all’Udinese, una sliding door sbagliata
Come loro, Raffaele De Martino è un centrocampista, ha corsa e visione di gioco, buoni piedi ed è anche discretamente pericoloso negli ultimi 16 metri, grazie ad un’ottima capacità di inserimento che lo porta a realizzare in quel periodo, nella Nazionale Under-19, ben 6 reti in 14 gare.
Nel gennaio del 2005 invece lo scenario cambia. Avendo appena un contratto di formazione con la società capitolina, data la giovane età, è libero di passare ad un altro club. Ed è quello che avviene quando a lui si avvicina l’Udinese, che lo convince con un’offerta sicuramente migliore di quella giallo-rossa, che invece intendeva crescerlo con calma.
Improvvisamente rescinde il contratto, e lo fa non per accasarsi in Friuli ma più a nord, in Svizzera, nel modesto Bellinzona che lotta per emergere nella seconda serie nazionale. Una scelta che può sembrare inspiegabile, anche se non sono pochi quelli che fanno notare che tra la società ticinese e l’Udinese esiste ai tempi una proficua collaborazione, che prevede una fitta rete di scambi di giocatori in prestito.
Raffaele De Martino, meteora fugace
I friulani utilizzano il Bellinzona come “test team” per i propri giovani, sul modello di quanto avverrà anni dopo con Granada e Watford. De Martino trova in rosa numerosi italiani, gli esperti Cesaretti (portiere) e Belotti (difensore) e tanti giovani di belle speranze come Acquaro, Nicolussi, Pellegrini e quel Massimo Coda visto nell’ultima A al Parma.
Quando però si tratta di “prendersi il futuro” ecco che un infortunio lo blocca, e sarà soltanto il primo di una purtroppo lunga serie: gli acciacchi lo perseguitano anche quando arriva nel calcio che conta, in Italia e come previsto nell’Udinese, che lo acquista dagli svizzeri dopo un anno tutto sommato positivo in prestito al retrocesso Treviso.
Il 20 dicembre del 2006, circa due anni dopo l’esordio che lo aveva reso famoso, trova anche il suo primo (e unico) gol in Serie A, una splendida botta al volo contro l’Atalanta: sembra l’inizio di tutto, è soltanto un lampo nel buio.
Frenato dagli infortuni
Già, perché la sfortuna lo blocca ancora: salta interamente la stagione successiva per l’ennesimo infortunio, finisce all’Avellino in B e anche in questo caso la sua scelta si rivela sfortunata, con gli irpini retrocessi e poi falliti.
Svincolato, firma un contratto annuale con il Crotone, non gioca male ma non abbastanza bene per essere riconfermato, e per la prima volta in carriera si trova senza contratto.
Dopo sei mesi da disoccupato firma per la Nocerina, la squadra della sua città, dove però gioca tra acciacchi vari appena 3 gare.
Caduta libera
Sembra incredibile, ma nell’estate del 2011, a 25 anni, sembra già un ex-giocatore: trascorre altri sei mesi da svincolato, quindi arrivano due stagioni in Lega Pro Seconda Divisione con le maglie di Paganese e Aversa Normanna prima di un altro passo indietro.
Firma per il Brindisi (Serie D!) per poi essere ceduto sei mesi dopo al Martina Franca ancora in Seconda Divisione. La scorsa stagione, finalmente, trova un po’ di continuità: vero che per farlo deve scendere nuovamente in Serie D, ma stavolta si tratta di una società ambiziosa, il Rimini che intende riguadagnarsi subito il calcio professionistico.
Rinascita
Obbiettivo raggiunto a fine stagione anche grazie alla buona regia dell’ex-talento della Roma, che quando sta bene dimostra di essere giocatore indubbiamente di categoria superiore.
Oggi, 29 anni compiuti da poco, Raffaele De Martino può dire di essere un sopravvissuto, di essersi saputo ritagliare nonostante tanta sfortuna una carriera soddisfacente anche se non può non affiorare qualche rimpianto al pensiero di ciò che poteva essere e non è stato.
Poco importa, questo è il calcio, e del resto la carta d’identità dice che Raffaele può ancora dimostrare qualcosa, se gli infortuni lo lasceranno in pace. Com’è che diceva il detto?
“Con i se non si fa mai la storia, e nessuno può dire con serietà quello che sarebbe avvenuto ove la storia non avesse camminato come effettivamente ha camminato.”
Aggiornamento 2016: un nuovo passo indietro
Questo articolo non ha certo portato fortuna a Raffaele De Martino, che dopo aver riconquistato il professionismo con il Rimini è stato ceduto all’Unicusano Fondi, Serie D, dove gioca tutt’ora.