Premi "Invio" per passare al contenuto

Tag: europa

Nikon El Maestro, il wonderkid che non è mai diventato grande

A chiunque sia capitato di passeggiare per le Ramblas di Barcelona, in Spagna, sarà capitato di vedere tra i numerosi artisti di strada presenti alcuni veri e propri fenomeni del calcio. Personaggi capaci di eseguire un numero impressionante di palleggi, fenomeni del numero ad effetto.

La domanda, che spesso sorge in questi casi all’osservatore casuale, è il perché questo talento venga usato per gli show in strada e non all’interno di uno stadio, magari in un contesto professionistico. La risposta, in realtà abbastanza banale, è che nel calcio il talento è solo uno degli ingredienti necessari per raggiungere il successo. E spesso neanche quello più importante.

La prova? Tra le tante la storia di Nikon Jevtić, meglio noto al mondo con il nome di Nikon El Maestro: un decennio fa il mondo del web impazziva per il nuovo fenomeno del calcio serbo, prospettandogli un futuro da fenomeno per via di un talento cristallino e innegabile. Il prossimo 3 giugno, invece, Nikon avrà 22 anni e lo si può già considerare un ex-calciatore.

Lascia un commento

Mineirazo – Poca gioia, toda tristeza

E chi se l’aspettava una scoppola così. Nessuno. Per quanto la Germania facesse paura, e fosse anche superiore sulla carta a dirla tutta. E mancava Neymar, e mancava Thiago Silva.

Però c’era il pubblico. Un intero Paese a spingere il Brasile verso la ‘Hexa’, il sesto titolo mondiale. Da conquistare appunto davanti ai propri tifosi, che da più di sessant’anni attendevano di cancellare il ‘Maracanazo’.

Lascia un commento

Allez Calais: l’incredibile storia dei dilettanti che conquistarono la Francia

Chi si ricorda del Calais?

Quando in Italia ci lamentiamo dello scarso appeal calcistico che ha la nostra Coppa Nazionale dimentichiamo spesso che basterebbe ben poco per restituire dignità a questo trofeo.

Il fatto che venga snobbato da media e tifosi è una conseguenza diretta dello scarso interesse che i nostri club per primi provano per quello che poi, al termine della stagione, è pur sempre il secondo trofeo nazionale.

L’alto numero di partite che si giocano in un’annata calcistica non può poi essere realmente considerata una giustificazione per quelle squadre (anche di bassa classifica) che usano la Coppa Italia per dare spazio alle riserve mai utilizzate in campionato, visto che in molti paesi evoluti calcisticamente di coppe ce ne sono addirittura due o più.

Si tratta di un mero calcolo economico: una squadra anche di medio livello trae più soldi da un buon piazzamento in campionato (con magari una qualificazione in Europa) piuttosto che dal raggiungimento di un turno finale di Coppa.

È però anche questione di cultura e di tradizione, e resto dell’avviso che bisognerebbe donare alla nostra Coppa Italia un senso, in un modo o nell’altro.

In altri paesi, come detto, la Coppa Nazionale ha tutto un altro significato, e tutt’altro fascino.

Ad esempio in Francia, dove nel 2000 accadde un piccolo miracolo calcistico: protagonista una minuscola squadra di dilettanti di un meraviglioso paese sulla Manica, il Calais.

calais 2

Lascia un commento

Il Miracolo di Berna, spartiacque tra due ere

Quel 4 Luglio del 1954, i giocatori della Germania Ovest fissavano il campo nei momenti precedenti la partita con ferrea determinazione. Non sarebbero stati carne da macello, ma anzi avrebbero tentato di riscrivere la storia in una partita, “il miracolo di Berna”, che sarebbe entrata nella storia.

Erano ben 9 anni che l’inno nazionale non veniva suonato dal vivo in nessuna occasione, 9 anni da quando il Nazismo era stato sconfitto e in cui il popolo tedesco aveva cercato faticosamente di ricostruire sulle macerie dei bombardamenti alleati.

4 commenti

Jean-Pierre Adams, il lungo sogno della Guardia Nera

Jean-Pierre Adams fu, con Marius Trésor, la metà della coppia di difensori centrali della Francia di metà  anni ’70 chiamata “La garde noire”,“la guardia nera”, soprannome che sottolineava il colore della pelle dei suoi componenti. Il primo era nato in Senegal, il secondo in Guadalupa: entrambi però si erano affermati come calciatori e come uomini nel paese transalpino, nei cui confronti nutrivano riconoscenza e del quale si sentivano giustamente cittadini a tutti gli effetti.

Lascia un commento
error: Content is protected !!