Arpad Weisz, la gloria e l’oblio

C’era una volta un discreto giocatore di calcio che, una volta appese le scarpette al chiodo, diventò il miglior allenatore d’Italia: introdusse l’organizzazione tattica laddove prima era tutto un esercizio di tecnica, scrisse un manuale che ottant’anni dopo suonerebbe ancora attuale, scoprì il miglior calciatore della storia italiana.

Eppure sparì, inghiottito dalla follia dell’Olocausto.

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La storia di “Foquinha” Kerlon, campione di sfortuna

Lo chiamavano “Foquinha” per via del suo più noto colpo ad effetto: si alzava la palla sulla testa e filava via agli avversari, spesso grossi il doppio di lui, senza mai far toccare il pallone a terra. Ma, appunto, palleggiandolo con la testa. Un numero da circo. Un numero da foca. Foquinha, appunto.

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