Ascesa e caduta dei New York Cosmos

Se oggi socchiude gli occhi, dimenticando per un momento di osservare i ragazzi che allena nella zona di Long Island e annusando invece semplicemente l’odore dell’erba, del campo, Werner Roth può tornare indietro nel tempo fino agli anni d’oro del calcio in America.

Non quello di oggi quindi, ovviamente più organizzato e sicuramente meglio gestito da dirigenti attenti ai bilanci, ma a quello degli anni ’70, quando il soccer divenne improvvisamente cultura di massa anche nel paese del football americano e del basket NBA, attirando colossi imprenditoriali e campioni incredibili.

Colorato, eccessivo, questo è stato il calcio americano nella sua prima incarnazione, quando nel giro di pochi anni ragazzi come Roth passarono da giocare anonime partite in campetti quasi dimenticati a trovarsi allo Yankee Stadium stracolmo, i dollari che abbondavano, le vittorie, la fama e compagni di squadra straordinari.

Qualche nome? Gordon Banks, Franz Beckenbauer, Giorgio Chinaglia, Carlos Alberto, Johan Neeskens. E poi il più grande di tutti, Sua Maestà Pelé, l’uomo che aveva reso possibile l’impossibile.

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Freddy Adu, “from Hero to Zero”

U.S.A., 4 ottobre 2005

In America esce il nuovo capitolo del videogioco di calcio più famoso del mondo, “FIFA ’06”.

In copertina, per il mercato yankee, troneggia Ronaldinho, idolo del Barcelona e che sarà a fine anno Pallone d’Oro.

Al suo fianco due giovani talenti continentali: il messicano Omar Bravo e il ghanese naturalizzato americano Freddy Adu.

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Joe Gaetjens: il “Miracolo sull’Erba” e il gol che gli donò l’immortalità

Quel tiro da poco più di 20 metri di Walter Bahr è ben calciato ma innocuo: Bert Williams, accreditato come uno dei migliori portieri dell’epoca, non potrà essere battuto così.

E infatti rapido si muove, pronto al tuffo che sventerà quell’assurdo e dilettantesco tentativo.

Quand’ecco che dal nulla spunta Joe Gaetjens, che si tuffa e di testa devia il pallone quel tanto che basta. Williams è sorpreso, la palla lentamente rotola verso la rete.

È gol.

Il suo autore è a faccia in giù nell’erba, forse neanche immagina di aver segnato una delle reti più importanti nella storia del calcio.

È un momento storico, è il Mondiale del Brasile, anno 1950.

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