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Tag: pionieri

Amilcar, Bolívar e Carlos: i fratelli Céspedes

Vere e proprie leggende degli albori del calcio in Uruguay, i fratelli Céspedes furono campioni leggendari, i primi calciatori che riuscirono a far parlare di se nel proprio Paese. Si diceva che fossero talmente forti da poter vincere qualsiasi partita, contro qualsiasi avversario, con qualsiasi compagno di squadra. 

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“Fratello Walfrid”

I Celtic di Glasgow sono una delle squadre più note, antiche e vincenti della storia del football: oltre ad aver conquistato 46 volte il campionato scozzese e 36 volte la coppa nazionale, i Bhoys hanno raggiunto due volte la finale della Coppa dei Campioni, trionfando nell’edizione 1966-1967, quando la squadra – composta interamente da calciatori nati a Glasgow e dintorni – superò l’Inter di Helenio Herrera a Lisbona, impresa che valse ai protagonisti il soprannome di Lisbon Lions.

Tutto era nato quasi un secolo prima per merito di un prete, che impresse per sempre il suo credo nell’anima della squadra, la parte cattolica di Glasgow: il suo nome era Andrew Kerins, ma passò alla storia come “Fratello Walfrid”.

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Konrad Koch, “Herr Fußball”, il padre del calcio tedesco

Che il calcio tedesco sia tra i migliori – se non il migliore – del mondo non lo dice soltanto il fatto che nell’estate del 2014, durante l’ultima edizione dei Mondiali, la Germania abbia alzato la coppa destinata ai vincitori. Lo dicono anche gli altri tre titoli Mondiali e i tre Campionati Europei conquistati in precedenza, oltre che le numerose finali raggiunte.

Dal 1954, l’anno del famoso “Miracolo di Berna”, i teutonici sono i veri maestri del calcio, come testimoniato dal famoso bomber inglese Gary Lineker, che una volta disse che “il calcio è un gioco che si gioca undici contro undici con un pallone, e poi vincono i tedeschi“. Eppure tutto questo forse non sarebbe stato possibile se un uomo illuminato, verso la fine del 1800, non avesse portato il football in Germania, aiutandolo a sbocciare nonostante numerosi ostracismi fino a farlo diventare Fußball.

Il suo nome era Wilhelm Carl Johan Konrad Koch.

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Herbert Kilpin, diavolo rossonero

Fu all’inizio del XX° Secolo che il foot-ball esplose in Italia, trasformandosi da passatempo per pochi appassionati a vera religione di massa. Come è noto a questo sviluppo contribuirono quegli stessi inglesi che per i più disparati motivi avevano raggiunto la nostra penisola gettando già le basi di quello che sarebbe in presto diventato anche il nostro sport nazionale.

E se Genova deve moltissimo a James Spensley, una figura altrettanto (se non più) importante per il calcio italiano fu Herbert Kilpin: dopo aver insegnato agli italiani i segreti del foot-ball ed aver perso due finali nazionali giocando nelle file dell’Internazionale Torino, lasciò il Piemonte per lavoro, e stabilitosi a Milano fondò, insieme ad altri soci e amici, il Milan, quella che attualmente è la squadra più titolata al mondo.

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Carlo Bigatto, sigarette e Juventus

In un calcio italiano che stava rapidamente cambiando il proprio volto, e in una Juventus che stava finalmente scoprendo il proprio destino – diventare la squadra più vincente d’Italia – Carlo Bigatto fu uno dei più grandi protagonisti, simbolo di passaggio dal calcio dei pionieri e dei dilettanti a quello dei professionisti protagonisti dei grandi stadi in tutto il Paese.

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Archie Hunter, il primo vero eroe del football

“Archie Hunter fu un principe del dribbling. Non era un atto insolito per lui partire da metà campo e superare in dribbling l’intera squadra avversaria!

Non si sarebbe liberato del pallone fino a quando non lo avrebbe letteralmente accompagnato in mezzo ai pali”.

(“Association Football and the men who made it”, 1906)

Si mormora che sul letto di morte abbia espresso un ultimo singolare desiderio: quello di essere sollevato dal letto per osservare dalla finestra lo spettacolo di una folla sul punto di dirigersi al “Perry Barr”, lo stadio della sua squadra del cuore. Dopodiché è spirato.

Pochi minuti o poche ore dopo non è dato saperlo, considerato che l’episodio risale alla fine del 1800, e tutto ciò che possiamo ricostruire sul calcio dell’epoca rimane sospeso fra mito e realtà.

Di certo possiamo attestare che a morire in quella fredda sera di fine novembre del 1894 nella sua casa di Aston, a Birmingham, fu una delle prime leggende della storia del football inglese, uno dei primi eroi, quindi, della storia del calcio mondiale.

Il suo nome era Archie Hunter.

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Rafael Moreno Aranzadi, “Pichichi”

Il “Trofeo Pichichi” è un trofeo che il quotidiano sportivo spagnolo Marca assegna ogni anno al miglior marcatore della prime due divisioni del campionato spagnolo; e si chiama così in omaggio al primo grande goleador del calcio iberico: Rafael Moreno Aranzadi, soprannominato appunto Pichichi per via delle sue dimensioni ridotte.

Aranzadi era infatti alto appena 154 centimetri, ma questo non gli impedì di essere un gigante delle aree di rigore, terrore di ogni difesa.

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Walter Tull, eroe contro il razzismo

Figlio di un carpentiere proveniente dalle Barbados, la madre morì di cancro quando era ancora piccolo, e poco dopo fu la volta proprio del padre, colto da infarto quando ancora il piccolo Walter non aveva compiuto il decimo anno di età.

Fu così affidato insieme al fratello Edward ad un orfanotrofio, dove crebbe grazie alla generosità dei volontari dell’organizzazione oggi nota come “Action for Children”.

Mentre Edward, adottato da una famiglia di Glasgow, diventava dopo la scuola un rinomato dentista, il primo di colore in tutta Inghilterra, Walter aveva conosciuto il football e ne era rimasto incantato.

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Viktoria Berlino VS FC Hanau: “la Finale del Secolo”

Quando gli inglesi cominciarono ad esportare il football al di fuori del Regno Unito, nella madrepatria degli inventori del gioco si disputava già da qualche anno il primo campionato di calcio ufficiale al mondo.

Naturale che negli altri Paesi toccati dai marinai e commercianti britannici il gioco prendesse piede a poco a poco, e che prima che sorgessero le varie federazioni calcistiche ci volle un tempo più o meno lungo.

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Da “Foot-ball” a “Calcio”: storia del primo campionato in Italia

Giunto in Italia, come in ogni altra parte del mondo, tramite gli inglesi che per lavoro alla fine del XIX° secolo si spostavano nelle città costiere, il football nel nostro Paese ci mise diversi anni a prendere piede e considerazione.

I primi resoconti raccontano di partite disputate sulle banchine dei moli tra gli stessi marinai britannici, con la popolazione locale che osservava incuriosita e da cui veniva di tanto in tanto prelevato qualche elemento se finiva per mancare il numero necessario al gioco.

Tenendo presente che in Inghilterra il primo campionato ufficiale si svolse nel 1888, si consideri che in Italia il gioco era arrivato appena un anno prima, se togliamo le estemporanee esibizioni straniere: a portare il primo pallone di cuoio non fu però un inglese, ma un nostro compatriota.

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João Evangelista Belfort Duarte

Ingegnere civile brasiliano, persona coltissima e dai valori profondi, la sua conoscenza della lingua inglese gli permette di tradurre le regole di questo nuovo sport arrivato dall’Inghilterra e di diffonderlo in Brasile, dove è considerato di fatto il padre del futebol insieme a Charles Miller e Tomas Donohoe. Il suo nome era João Evangelista Belfort Duarte.

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