Premi "Invio" per passare al contenuto

Tag: portieri

Toni Turek, “Dio del calcio” e eroe della rinascita tedesca

13 luglio 2014, stadio “Maracanà” di Rio de Janeiro. La Germania sconfigge l’Argentina e si laurea campione del mondo.

È la vittoria di un movimento che già da anni domina nel calcio continentale, a sua volta espressione di un’economia fiorente leader nel mondo.

È la vittoria di un gruppo, nel quale però se si vuole trovare un protagonista lo si deve individuare nel portiere Manuel Neuer, assolutamente determinante durante tutto il torneo e che non a caso a fine anno arriverà a giocarsi la vittoria del Pallone d’Oro.

Si, ma quando è iniziato tutto questo?

Lascia un commento

Moacir Barbosa, cinquant’anni di solitudine

Il 7 aprile del 2000 lasciava questa terra un campione, che in pochi avevano riconosciuto come tale e che dentro, ormai, era morto da tempo. Un calciatore che aveva visto tutti i successi accumulati in carriera cancellati da un unico, fatale, errore, e che da allora era stato dimenticato dai propri connazionali, dal proprio calcio.

Un calcio, quello brasiliano, che è sinonimo di allegria e che invece un tragico pomeriggio del 1950 diventò tragedia. Maracanaço lo chiamarono in Brasile, “la disfatta del Maracanà”: il colpevole, l’unico imputato del lutto che colpì un Paese intero, fu lui. Moacir Barbosa Nascimento, condannato all’oblio eterno.

1 commento

William McCrum, il portiere che inventò il rigore

Il 14 settembre 1891 la storia del calcio mette in archivio una delle sue date fondamentali. È in questo giorno, infatti, che Frederick Heath mette a segno il primo calcio di rigore di sempre. Il teatro è lo stadio Molineux, casa del Wolverhampton che quel giorno travolge l’Accrington 5-0 anche grazie, appunto, a un mai visto prima tiro dagli 11 metri.

Il primo calcio di rigore è del tutto diverso da quello a cui siamo abituati oggi: viene assegnato per un fallo commesso dalla difesa in una qualsiasi zona del campo entro gli 11 metri dalla porta, e l’attaccante può piazzare il pallone in un punto a piacere lungo una linea che di fatto taglia il campo da fascia a fascia. Non esiste il dischetto, e il portiere può avanzare fino a 5 metri e mezzo prima del tiro.

Nasce così uno dei momenti più importanti, iconici e apprezzati del gioco. Non a caso un calcio di rigore è protagonista in “Fuga per la Vittoria”, il più famoso film sul calcio di tutti i tempi, e sempre non a caso questo particolare gesto tecnico ha ispirato racconti e definito partite iconiche. Ma anche se il primo rigore di tutti i tempi viene tirato in Inghilterra, per la sua invenzione dobbiamo spostarci nella vicina Irlanda.

Lascia un commento

Ned Doig, il portiere del “Team of all Talents”

Leggenda vuole che Ned Doig, portiere che fu per un periodo considerevole reputato “il più forte del Regno Unito”, avesse un solo punto debole: straordinariamente atletico tra i pali, dove si era allenato forgiando egli stesso alcuni attrezzi appositi, coraggioso nelle uscite alte e basse, robusto abbastanza da reggere le frequenti cariche cui erano soggetti i keeper del football pionieristico, Ned Doig poteva essere superato soltanto dalla vergogna.

Lascia un commento

Il tragico destino di John Thomson, il “Principe dei portieri”

A guardarlo bene, quel ragazzino che lavorava in miniera non aveva certo il fisico di un portiere. Eppure qualcuno lo definiva un fenomeno, una cosa mai vista. Del resto Steve Callaghan, scout per conto del Celtic Glasgow, era giunto in quel piccolo paesino di minatori vicino a Fife esclusivamente per accertarsi che tutte le meraviglie che si dicevano su di lui fossero vere.

Lo aveva visto ergersi sopra a tutti in una partita di poco conto quando il Wellesley Juniors aveva affrontato il Denbeath Star. Quel ragazzino di soli 17 anni, che al termine della gara firmò per la squadra più importante di tutta la Scozia, era John Thomson. Qualcuno pensava che sarebbe diventato un campione, ma nessuno poteva immaginare che sarebbe diventato una leggenda del calcio.

Lascia un commento

Robert Gardner, il primo portiere della storia

Robert Gardner forse non sapeva, quel 30 novembre del 1872, che stava per scrivere la storia. Sicuramente ignorava che quel gioco che tanto amava, il football, sarebbe diventato un giorno la più grande religione laica al mondo, né poteva immaginare che, forse involontariamente, stava interpretando per la prima volta ad alti livelli un ruolo che avrebbe ispirato poeti e letterati, un ruolo unico.

2 commenti

Lutz Pfannenstiel, globetrotter inarrestabile

Ogni calciatore ha la sua storia. C’è chi da bambino sogna di giocare per la propria squadra del cuore, chi sogna di vincere coppe e trofei, giocare negli stadi più prestigiosi del mondo e magari vestire la maglia della Nazionale.

Per quei pochi che arrivano a realizzare questi sogni molti altri finiscono per essere piccole comparse nel grande racconto del calcio, magari giocando nelle divisioni minori e riuscendo comunque a fare del football il proprio lavoro ma con un pizzico di malinconia di quello che poteva essere e invece non è stato.

A volte è sfortuna, a volte mancanza di talento o di carattere, spesso una combinazione di tutte queste cose. C’è chi potrebbe deprimersi.

Ma questa è la storia di un calciatore che, pur dotato di un certo talento, ha deciso di vivere la sua vita calcistica in modo completamente diverso, inseguendo più la conoscenza che il denaro e la fama, più la crescita personale che quella sportiva. Finendo per avere una carriera unica ed inimitabile, una carriera da “Guinnes dei Primati” quasi impossibile da ripetere.

Finendo per diventare non il portiere di una squadra, o di un certo numero di squadre, o di una Nazionale, ma “il Portiere del Mondo”, un nomade inarrestabile affamato di calcio e voglia di conoscere le diverse realtà – calcistiche e non – del pianeta.

Questa è la storia di Lutz Pfannenstiel.

Lascia un commento

Bert Trautmann, l’Uomo di Ferro eroe di due mondi

“Ci sono stati due soli portieri di classe mondiale.
Uno era Lev Yashin, l’altro era il ragazzo tedesco che giocava a Manchester.
Bert Trautmann.”

(Lev Yashin, primo ed unico portiere a vincere il Pallone d’Oro)

Se qualcuno avesse detto a Bert Trautmann, giovane soldato tedesco prigioniero in Inghilterra al termine della Seconda Guerra Mondiale, che Albione sarebbe diventata la sua nuova casa, probabilmente lui avrebbe pensato ad uno scherzo. Se poi gli avessero detto che non solo quella sarebbe stata la sua nuova casa, ma che addirittura avrebbe avuto un posto immortale nella galleria degli eroi di sua Maestà, e grazie al calcio, avrebbe pensato che non era uno scherzo. Era delirio.

Lascia un commento
error: Content is protected !!