Tra finte e zagaglie: l’incredibile avventura degli Sheffield Zulus

Quando il pubblico che aveva preso posto sugli spalti del Recreation Ground di Chesterfield, il 24 novembre del 1879, vide entrare la misteriosa squadra che avrebbe affrontato i beniamini locali, non furono pochi i presenti che dovettero stropicciarsi gli occhi per capire l’inganno.

Curiosi, gli appassionati di football presenti in città avevano acquistato il biglietto per assistere a una sfida contro la rappresentativa calcistica del Regno Zulu, ed ecco che quando questa misteriosa selezione fece il suo ingresso in campo lo stupore zittì per un momento gli spalti.

Fu il capitano degli africani, Re Cetewayo, a prendere la parola e a rivolgersi ai presenti in un’insospettabilmente ottimo inglese: oltre a combattere strenuamente i britannici nel lontano Sud Africa, disse, gli Zulu erano capaci di sfidare i sudditi di Sua Maestà anche in casa propria, e di farlo nel football, il gioco che stava lentamente ma inesorabilmente diventano lo sport nazionale inglese.

Cetewayo e i suoi, dunque, avrebbero percorso l’Inghilterra cercando avversari all’altezza, accontentandosi di mietere vittorie e lasciando l’incasso delle sfide al popolo inglese, che avrebbe potuto utilizzare il denaro per aiutare le tante famiglie private di un proprio caro caduto al fronte, magari trafitto da una zagaglia come quelle che gli Zulu mostrarono orgogliosi, prima di esibirsi in una singolare danza rituale che avrebbe preceduto il calcio d’inizio.

C’era da crederci?

Leggi tutto

Nick Ross, il migliore degli “Invincibili”

Nell’estate del 1884 il football ha da poco smesso di essere soltanto un gioco. La febbre per questo sport, che inizialmente aveva contagiato soltanto i benestanti studenti delle migliori scuole londinesi, si è spinta fino all’operoso nord, che trascinato dalla forza della rivoluzione industriale intende trasformare quello che è poco più che un passatempo in un vero e proprio business.

Sono gli anni di Blackburn: l’Olympic, trionfando nella finale di FA Cup del 1883, ha appena sancito la fine del calcio delle public schools, i Rovers si apprestano a raccoglierne il testimone trionfando per ben tre volte consecutive in quella che è, all’epoca, l’unica competizione calcistica che conti, la Coppa d’Inghilterra.

Leggi tutto

Pionieri del Football: i protagonisti della copertina

Chi ha acquistato il mio libro “Pionieri del Football – Storie di calcio vittoriano 1863-1889” avrà notato che la copertina rappresenta undici calciatori dell’epoca. Non si tratta di ritratti casuali, ma di una sorta di “squadra ideale” di quel periodo, che la bravissima Sarah Fruncillo ha ritratto su mia indicazione. Non si tratta necessariamente dei calciatori più forti di quel periodo, ma senz’altro ho voluto che venissero raffigurati undici tra i più rappresentativi e unici footballer dei primi anni del nostro amato gioco. Ecco chi sono nel dettaglio i protagonisi della copertina.

Leggi tutto

Jack Hunter, il primo rivoluzionario del football

Quando il boato degli 8.000 tifosi presenti accolse l’ingresso in campo della sua squadra, Jack Hunter fu probabilmente l’unico a non sentirsi mancare il fiato per l’emozione. Mai una folla così numerosa aveva riempito le tribune del Kennington Oval di Londra, la sede designata per le finali di FA Cup e per le partite casalinghe della Nazionale dell’Inghilterra.

Si trattava di una moltitudine di persone mai vista prima non soltanto per numero, ma anche quasi del tutto inedita per eterogeneità. Di fianco alle signore imbellettate e agli uomini dell’alta società londinese che solitamente assisteva alle gare giocate all’Oval, infatti, vi era una folta presenza di uomini giunti a Londra dal lontano nord del Paese, che si erano sobbarcati un viaggio in treno lungo un’intera nottata con la speranza di vedere finalmente realizzato il sogno di una città, che l’anno precedente era sfumato proprio sul più bello.

Leggi tutto

Lord Arthur Kinnaird, il primo campione

lord-arthur-kinnaird-pionieri-del-football-by-sara-provasi

Quando ancora il calcio era poco più che un’idea confusa, quando ancora la storia di questo straordinario sport doveva essere scritta, il suo più grande e incontrastato dominatore fu Lord Arthur Kinnaird.

Straordinario sportivo polivalente, questo energico scozzese spiccava rispetto ai suoi contemporanei sia per l’aspetto fisico che per le indubbie doti atletiche e calcistiche: non molto alto, robusto, la barba rossa e i lunghi pantaloni bianchi, Kinnaird fu uno straordinario campione, capace di imporsi in ogni posizione del campo e dotato di tali qualità da permettergli di vivere da dominatore il primo mezzo secolo del football, prima da calciatore e poi da dirigente.

Leggi tutto

Pionieri del Football – “Le prime sfide internazionali”

Il 1870 fu un anno di grandi cambiamenti per l’Inghilterra. Mentre il mondo della politica si distinse varando il primo di numerosi Education Acts, tesi a favorire l’alfabetizzazione garantendo a tutti il diritto d’istruzione, quello del football non restò a guardare, ridefinendo sulla base delle gare giocate fino ad allora alcune delle più importanti Laws of the Game e cercando allo stesso tempo di espandere il più possibile la sua influenza nelle varie città del Paese e non solo.

Leggi tutto

La “Football War” di Sunderland e il sogno svanito di James Allan

James Allan

Quando si parla del football dei pionieri, quello dei primissimi entusiasti che presero un pallone e decisero come utilizzarlo, si è portati a credere che si sia trattato di un’epoca del calcio magica e irripetibile.

Un’epoca dove eleganti gentlemen si sfidavano con entusiasmo e fair play per il puro piacere di farlo, contenti dello sforzo prodotto e consapevoli del fatto che avrebbe vinto il migliore.

E può forse darsi che, per un periodo di tempo limitato, questo sia stato vero.

Ma quando il calcio smise di essere un semplice gioco, quando folle sempre più numerose cominciarono ad accorrere intorno a quei campi che un tempo non dovevano neanche essere recintati, ecco che tutto cambiò.

Leggi tutto

Tinsley Lindley, centravanti e gentiluomo

Tanti e vari sono stati i primissimi eroi del football inglese, una moltitudine di campioni e innovatori di cui la stessa storia fatica a tenere il conto, man mano che gli anni passano e i ricordi dei primi calci a un pallone diventano sempre più sfumati.

Anche per un popolo attento alla propria storia e alle proprie tradizioni come quello britannico è possibile che, nel continuo susseguirsi di nuove stelle e di nuove imprese, qualcuno finisca per essere dimenticato, non onorato come meriterebbe.

È stato a lungo il caso di Tinsley Lindley, centravanti e gentiluomo, perfetto rappresentante di quello che il calcio è stato una volta, prima delle televisioni, dei milioni, della fama planetaria.

Leggi tutto

Cinque grandi decadute del calcio inglese

Prima di tutto una doverosa premessa: in questo periodo sto scrivendo, senza avere l’idea del risultato finale, quello che sarà il mio primo libro.

Tratterà del football dei pionieri, che in questo sito ho raccontato molte volte, e lo farà seguendo lo spirito che ha portato alla nascita di questo sito: nessuna pretesa di insegnare niente a nessuno, solo il desiderio di vedere realizzato qualcosa che non c’è e che a me personalmente farebbe piacere ci fosse.

Approfittando anche della stagione particolare vissuta dalla Premier League inglese quest’anno, che ha visto oltre il clamoroso trionfo del Leicester di Ranieri anche la retrocessione di due grandi e storici club quali Newcastle e Aston Villa, ho pensato di riassumere in poche righe la storia di altri club che un tempo dominavano il calcio albionico.

Naturalmente i tempi sono cambiati ed è praticamente impossibile che Magpies e Villans seguiranno il destino di queste compagini, diciamo che è più che altro una scusa per darvi qualche anticipazione su alcuni temi trattati nel libro e per fare un’inevitabile considerazione: la grandezza, nel calcio, non va mai data per scontata.

Leggi tutto

Cuthbert Ottaway, il primo capitano dei maestri

Cuthbert Ottaway fu il primo capitano dei maestri dell’Inghilterra, il leader della Nazionale inglese impegnata nella prima storica partita internazionale riconosciuta dalla FIFA e datata 30 novembre 1872.

Così la storia del calcio ricorda questo nome, ma forse sarebbe il caso di essere meno riduttivi: stella del primo calcio inglese e leader dell’Oxford University vincitore della FA Cup del 1874, fu anche campione scolastico di cricket, racquets, atletica leggera e pallacorda.

Fu insomma, con molta probabilità, il più grande sportivo della sua epoca.

Leggi tutto

Nettie Honeyball, la prima donna nel pallone

“Pochi minuti sono stati sufficienti a dimostrare che il calcio praticato delle donne, se le British Ladies possono essere prese come criterio, è totalmente fuori questione.

A un calciatore sono richieste velocità, giudizio, abilità e coraggio. Nessuna di queste quattro qualità è stata mostrata sabato. Per gran parte della gara le donne vagavano senza meta sul campo, in un trottare senza grazia.”

Se il buongiorno si vede dal mattino, il calcio femminile avrebbe dovuto immediatamente terminare la sua avventura.

Con queste parole, infatti, il reporter di “The Daily Sketch” aveva liquidato la prima partita ufficiale giocata tra donne il 23 marzo del 1895 a Londra, un’esibizione tra due squadre rappresentanti il nord e il sud della città e che aveva visto le prime, vestite di rosso, dominare le avversarie e sconfiggerle con un rotondo 7-1.

Ma neanche le aspre parole degli altri giornalisti presenti, che predicavano lo spettacolo come “incapace di attirare le folle”, bastarono a scoraggiare queste intrepide pioniere. Il merito fu senz’altro della loro leader, che aveva avuto un’intuizione, un sogno, e non intendeva rinunciarvi.

Per questa donna coraggiosa il football, quel bellissimo sport che ormai da anni infiammava il pubblico inglese, poteva essere giocato anche dalle ragazze. Il suo nome era Nettie Honeyball, e sarebbe passata alla storia come la creatrice del calcio femminile.

Leggi tutto

Charles William “C.W.” Alcock, il padre del calcio moderno

“Quello che appena dieci o quindici anni fa era il divertimento di pochi è oggi la passione di migliaia di persone.”

Così parlava Charles William Alcock nel 1876, quando all’età di 34 anni abbandonava agonisticamente lo sport, il football, che forse più di chiunque altro al mondo aveva contribuito a creare.

L’influenza di questo vero e proprio genio visionario, nato a Sunderland il 2 dicembre del 1842, è stata fondamentale nel trasformare, appunto, lo sport a cui si era immediatamente appassionato ai tempi degli studi nella Harrow School in un fenomeno di massa.

Ovunque infatti il football abbia mosso un passo significativo lì era presente questo giovane entusiasta, pieno di idee e capace di vedere oltre, vedere il futuro, gli stadi pieni e i giornali intenti a narrare le gesta degli eroi del rettangolo verde.

Fu per questo che si prese la briga, primo nella storia, di redigere il primo “Annuario del football” nel 1868, un modo per rendere omaggio ai primissimi pionieri senza i quali, forse, non saremmo qui a parlare, a scrivere, a emozionarci per 90 minuti.

Leggi tutto

error: Content is protected !!