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Mese: Agosto 2016

La leggenda di Mokhtar Dahari, l’anima del calcio malesiano

È davvero difficile da credere, ma non molto tempo fa la storia del calcio ha scritto un capitolo importantissimo anche in Malesia. Al turista e appassionato che dovesse capitare dalle parti dello Stadium Merdeka (“Stadio dell’Indipendenza”), che ha ospitato la sua ultima partita internazionale addirittura nel 2001, potrebbe sembrare una leggenda locale e poco più.

Possibile che un impianto tanto piccolo, capace di contenere a stento 20.000 spettatori, un tempo ne ospitasse più del triplo e fosse noto per essere il più grande di tutto il sud-est asiatico? Possibile che un tempo, qui, i grandi campioni internazionali venissero a sfidare la Malesia senza la certezza di vincere giocando in pantofole?

È tutto vero. Un tempo, che oggi sembra lontanissimo ed è ovviamente sconosciuto ai giovani tifosi locali che seguono i campioni occidentali, le Harimau Malaysia (le “Tigri della Malesia”) erano l’orgoglio di un’intera nazione, che andava letteralmente in estasi ogni volta che vedeva scendere in campo i propri eroi.

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Jaguaré Bezerra de Vasconcelos, i racconti incredibili di “Araña Negra”

A Marsiglia, il portiere brasiliano Jaguaré Bezerra de Vasconcelos se lo ricordano molto bene. Uno dei primi idoli del club, personaggio eccentrico e abile tra i pali al punto da guadagnarsi il soprannome di “El Jaguar“, Vasconcelos in Francia ci era arrivato dopo una vita a dir poco avventurosa, che dal natio Brasile lo aveva portato in Europa alla ricerca di soldi e fama.

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Balo libera tutti – Tutto calcio che Cola #10

Quando manca più o meno una settimana alla chiusura ufficiale del calciomercato, un nome che fino a qualche tempo fa poteva ancora dirsi importante – e che di importante ha ancora lo stipendio, è bene ricordarlo – non sa ancora in quale progetto tecnico sarà coinvolto nella stagione 2016/2017. Parlo ovviamente di Mario Balotelli, ex “Super Mario” finito ai margini della rosa del Liverpool, che nell’estate 2014 lo aveva prelevato dal Milan dopo un anno e mezzo più che positivo, che ne aveva rilanciato le azioni pesantemente sminuite dall’esperienza poco felice al Manchester City. 

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Working Glass Hero : la favola di Jimmy Glass

“Eroe”, sostantivo maschile comunemente utilizzato per indicare una “persona che per eccezionali virtù di coraggio o abnegazione s’impone all’ammirazione di tutti”. Tutto avrebbe potuto immaginare, Jimmy Glass, tranne di arrivare a sentirsi ritratto in quel modo. Certo, come molti, anche lui covava questo sogno fin da piccolo, quando, inseguendo i miti dei più grandi attaccanti inglesi, si era avvicinato al calcio nelle partitelle tra amici.

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Si chiamava Giuliano. Giuliano Fiorini (di Diego Costa)

Il cinno si presento’ alla Virtus con la borsa della Fratelli Rosselli e quella sua faccia strana, un po’ da vecchio, nonostante l’età. Il primo che conobbe, aspettando di cambiarsi, fu Piero Maini. Strani a volte i casi della vita. Giuliano, subito geniale, fu amato/odiato in rossoblu.

Piero era un attaccante nato ma fu battezzato ala tornante, dovette aspettare il momento del distacco definitivo col club professionistico per esprimersi come punta pura, a suon di gol, dal San Lazzaro al Sassuolo (dove ancora lo ricordano) passando per Castel San Pietro. Fiore a 17 anni era il monello irriverente che dribblava Bulgarelli in allenamento il giovedì. E proprio il Bulgaro, passata l’iniziale e superficiale irritazione, lo volle presto in prima squadra.

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Storie di calcio copiate – Tutto calcio che Cola #09

A pochi giorni dal mio ultimo editoriale mi tocca tornare a parlare di qualcosa che non è il tema portante di questo sito, dedicato in gran parte alla passione per il calcio e per gli eroi che lo hanno reso grande in tutto il mondo.

Mi costringe a farlo un episodio disdicevole, che non avrà seguito né causerà benefici al sottoscritto o danni a qualcuno, ma che mi sento in dovere di raccontarvi.

Un episodio che si potrebbe definire un illecito, se solo il web in Italia non fosse regolato da leggi sulla proprietà creativa che se esistono hanno lo stesso peso specifico che potrei avere io ad un convegno di astrofisica. Un vero e proprio furto.

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Attila Sallustro, il primo Re di Napoli

Roma, 9 febbraio 1930, Stadio del Partito Nazionale Fascista. È in programma l’amichevole tra Italia e Svizzera, e il CT Vittorio Pozzo ha deciso di lanciare in azzurro il “Balilla” Giuseppe Meazza: 19 anni appena, ha già alle spalle 62 partite e 45 reti con la maglia dell’Ambrosiana-Inter.

Numeri importanti, che lasciano presagire un grande futuro ma anche un solido presente sia per la squadra milanese che per la nostra Nazionale.

E allora perché dagli spalti, ogni volta che il giovane campione tocca il cuoio, piovono fischi proprio dal settore dei tifosi azzurri? Semplice, perché sono presenti quasi tremila tifosi napoletani, che non perdonano a Pozzo la scelta di preferire Meazza al divo di Napoli, il primo grande eroe calcistico sotto il Vesuvio, il grandissimo Attila Sallustro.

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