Leopoldo Conti, il campione rubato

Nell’epoca pionieristica del calcio italiano, uno dei primi “trasferimenti” capaci di generare scalpore in tutta la città avvenne a Milano. Il protagonista fu un ragazzo appena maggiorenne, letteralmente rapito sul campo e tenuto “prigioniero” fino a quando non fu ufficializzato il suo trasferimento, per molti il primo vero trasferimento in Italia. Il suo nome era Leopoldo Conti, e si apprestava a diventare uno dei primi eroi nella storia dell’Inter.

Leggi tutto

Carlo Bigatto, sigarette e Juventus

In un calcio italiano che stava rapidamente cambiando il proprio volto, e in una Juventus che stava finalmente scoprendo il proprio destino – diventare la squadra più vincente d’Italia – Carlo Bigatto fu uno dei più grandi protagonisti, simbolo di passaggio dal calcio dei pionieri e dei dilettanti a quello dei professionisti protagonisti dei grandi stadi in tutto il Paese.

Leggi tutto

Quei giorni a Sanremo tra canzoni, fiori e la “Grande Ungheria”

Se dici Sanremo è naturale che il pensiero corra al Festival della canzone italiana, che qui si svolge dal 1951. Piaccia o non piaccia, rimane un evento seguitissimo da milioni di spettatori, un’importante kermesse che per quasi una settimana ogni anno mette la cittadina ligure – anche nota come “città dei fiori” – al centro della cronaca italiana.

Eppure questa incantevole località, che vanta anche uno dei quattro Casinò presenti in Italia, ha anche un’importante tradizione sportiva.

Leggi tutto

Sardi e Santamaria: storia del primo trasferimento in Italia

“Aveva fatto scalpore una campagna-acquisti del Genoa, che aveva prelevato dal Milan “il figlio di Dio” De Vecchi per 24 mila lire e il trio Santamaria-Fresia-Sardi dall’Andrea Doria.

Aggiudicarsi quattro giocatori del giro della Nazionale non era mossa che potesse passare inosservata ai tempi in cui il calcio si professava rigorosamente dilettantistico.”

Diversi anni prima che il professionismo nel calcio italiano fosse cosa riconosciuta, i trasferimenti di calciatori da un club all’altro erano rari ma non infrequenti. Dissapori caratteriali, scelte tecniche, a volte anche eventi di vita privata che portavano un foot-baller a trasferirsi in un’altra città (ad esempio per un lavoro) erano le cause che facevano si che l’eroe di una tifoseria finisse per diventarlo di un’altra, e del resto furono diversi i club calcistici nati proprio per via di giocatori finiti a vivere in luoghi dove il foot-ball non era ancora arrivato.

Leggi tutto

Harvey Esajas, il lavapiatti che si riscoprì calciatore

“È certo, andrò in Italia nel fine settimana per firmare col Milan. Quella che ho giocato è stata la mia ultima partita al Tiro Federal.” Parola di Juan Mauri, fratello maggiore di quel José Mauri che si è messo in mostra come uno dei giovani più interessanti della scorsa Serie A distinguendosi nel disastratissimo Parma nonostante un’età verdissima.

Leggi tutto

Da “Foot-ball” a “Calcio”: storia del primo campionato in Italia

Giunto in Italia, come in ogni altra parte del mondo, tramite gli inglesi che per lavoro alla fine del XIX° secolo si spostavano nelle città costiere, il football nel nostro Paese ci mise diversi anni a prendere piede e considerazione.

I primi resoconti raccontano di partite disputate sulle banchine dei moli tra gli stessi marinai britannici, con la popolazione locale che osservava incuriosita e da cui veniva di tanto in tanto prelevato qualche elemento se finiva per mancare il numero necessario al gioco.

Tenendo presente che in Inghilterra il primo campionato ufficiale si svolse nel 1888, si consideri che in Italia il gioco era arrivato appena un anno prima, se togliamo le estemporanee esibizioni straniere: a portare il primo pallone di cuoio non fu però un inglese, ma un nostro compatriota.

Leggi tutto

FLOP 11: I peggiori trasferimenti di sempre della Serie A

Vero che ormai nel calcio frenetico del 2000 le trattative tra i club durano tutto l’anno, ma è d’estate che il calciomercato impazza, è in quei giorni che i tifosi cominciano a sognare e a disegnare le proprie squadre.

Nel giorno della chiusura del calciomercato ho pensato (bene?) di stilare una mia personale classifica dei peggiori affari di calciomercato mai conclusi in Serie A.

Naturalmente è una classifica personale e scritta di getto, per cui sentitevi liberi di commentare e dire la vostra nella mia Pagina Facebook.

Leggi tutto

Johnny Moscardini, il primo oriundo

Barga è un piccolo e incantevole paese in provincia di Lucca. Un posto bellissimo ma che a metà del 1800 non offriva grandi prospettive di lavoro.

Fu per questo, per cercare fortuna e magari per la voglia di visitare il mondo, che un giorno del 1872 tre giovani fratelli del posto, i Moscardini, lasciarono la Toscana per partire alla volta della Scozia.

Gli affari evidentemente andarono più che bene, ed essi si stabilirono a Falkirk: fu qui che, nel 1897, uno di essi mise al mondo un figlio, Giovanni.

Sarebbe stato uno dei primissimi grandi campioni del calcio italiano. Il primo vero e proprio oriundo nella storia della Nazionale.

Leggi tutto

Raffaele De Martino, di corsa contro la sfortuna

Raffaele De Martino sembrava avere davanti a se un futuro da predestinato quando, il 7 novembre del 2004, aveva fatto poco più che maggiorenne il suo esordio in Serie A con la maglia della Roma.

Era arrivato nella società giallo-rossa nel 2000, a 14 anni, seguendo un percorso che dall’Invicta Agro – dove aveva dato i primi calci – lo avrebbe sicuramente portato ai grandi palcoscenici, sulla scia di Daniele De Rossi e Alberto Aquilani.

Leggi tutto

Carlo Rampini, bomber di un calcio di altri tempi

Nell’incredibilmente variegato oceano di aneddoti che riguardano il calcio italiano alle sue origini, quando fieri dilettanti nostrani cominciavano a prendere sempre più confidenza con quel gioco, il “foot-ball”, che sarebbe diventato “calcio” e che sarebbe passato dall’essere passatempo per benestanti a religione popolare, un posto speciale lo avrà sempre la mitica Pro Vercelli, la squadra che dominò i primi anni del XX° Secolo conquistando ben 5 Scudetti dal 1908 al 1913 e perdendone uno soltanto in finale, e in pratica per propria libera scelta.

Leggi tutto

Jorge Washington Caraballo, “meglio perdello che trovallo”

Nella stagione 1982-83 il Pisa Calcio torna in Serie A dopo 13 anni: si sono da poco riaperte le frontiere per gli stranieri nel nostro calcio, ed è così che il Presidente Romeo Anconetani, personaggio pittoresco ma grande intenditore di calcio, decide di rinforzare la squadra con ben due stranieri.

Il primo è il danese Klaus Berggreen, discretissima ala che parteciperà anche a due Campionati Europei e ad una Coppa del Mondo con la sua Nazionale e giocherà anche nella Roma e nel Torino.

Il secondo, invece, è il misconosciuto mediano uruguaiano Jorge Washington Larrosa Caraballo. Pur giocando appena 7 partite in Italia, entrerà nella storia della società come il più pittoresco ed improbabile calciatore che ne abbia mai vestito la maglia.

Leggi tutto

error: Content is protected !!