Nonostante il calcio sia da sempre uno sport che sfugge a qualsiasi “analisi matematica”, risultando per questo piuttosto impermeabile al cosiddetto “effetto Moneyball” – come sottolinea questo eccellente articolo sul tema di Pallonate in Faccia – è indubbio che la tendenza a valutare i calciatori per numeri è sempre esistita tra appassionati, addetti ai lavori e semplici tifosi. E se per gli attaccanti sono i gol a contare in un giudizio complessivo, per i portieri questo valore è sempre più spesso rappresentato negli ultimi anni dai cosiddetti “clean sheet”.
Cosa significa clean sheet
Si tratta di un termine inglese diventato ormai universale: realizzare un clean sheet significa concludere una partita senza incassare gol. Un obiettivo a cui contribuisce chiaramente tutta la squadra, soprattutto il reparto difensivo, ma in cui il portiere ha ovviamente un ruolo di primo piano. Chi viene bersagliato di tiri deve infatti dimostrare di avere qualità tecniche fuori dal comune, mentre chi è chiamato in causa raramente deve comunque avere grandi doti di concentrazione. Anche la fortuna, poi, recita un ruolo fondamentale.
Per scoprire cosa significa questo sempre più popolare termine è sufficiente una conoscenza basica dell’inglese, o un semplice traduttore: clean sheet significa letteralmente “lenzuolo pulito”, e anche se apparentemente può sembrare poco sensato, accostato a un portiere capace di uscire dal campo imbattuto, risulta estremamente affascinante scoprire il motivo per cui è nato questo curioso abbinamento.
Per farlo dobbiamo, come spesso accade, fare un viaggio nel tempo nella storia del calcio e risalire fin quasi alle origini del nostro amato sport. Più precisamente tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, quando il football era ancora un fenomeno circoscritto principalmente alla Gran Bretagna. Un periodo in cui tra i personaggi principali della Football League inglese giganteggiava – è proprio il caso di dirlo – il portiere William “Fatty” Foulke, uno dei più colossali calciatori mai scesi in campo.
“Fatty” Foulke, un colosso entrato nella storia del calcio
Alto oltre 190 centimetri, una statura davvero considerevole per l’epoca, l’inizialmente longilineo Foulke arrivò a pesare oltre 150 chili. Una stazza mastodontica, che pur rendendolo abbastanza vulnerabile sui tiri rasoterra, come facilmente immaginabile, gli permetteva allo stesso tempo di dominare l’area di rigore in un momento in cui nel calcio caricare il portiere era perfettamente consentito dalle regole. Possiamo facilmente immaginare come questa anche gli attaccanti più combattivi fossero scoraggiati nel tentare questa pratica con un portiere tanto gigantesco.
Gli aneddoti su William Foulke sono innumerevoli, senz’altro meritevoli di un articolo dedicato che prima o poi mi dovrò decidere a scrivere. Il suo contributo al calcio è stato senza dubbio notevole: si dice sia stato il primo calciatore bersagliato da un coro di scherno dei tifosi avversari (“Who ate all the pies?”, e cioè “chi ha mangiato tutte le torte?”) e che quando giocava nel Chelsea il club ingaggiò due giovani che stazionando alle sue spalle ingigantivano la sua figura agli occhi degli avversari. Incaricati anche di recuperare il pallone, sarebbero stati i precursori dei moderni raccattapalle.
1907: l’origine di clean sheet
Anche l’origine del termine clean sheet è legata a William Foulke. Il 2 febbraio 1907, nel secondo turno proper della 36ª edizione della FA Cup, il Bradford affrontava in casa l’Accrington Stanley, club oggi scomparso i cui giocatori venivano chiamati “the ‘Owd Reds” perché indossavano delle sgargianti maglie rosse. Questa era anche la divisa abituale di Foulke, che ai tempi giocava proprio per il Bradford.
Dato che le maglie di ospiti e portiere di casa rischiavano di confondersi l’arbitro si trovò nell’impossibilità di fischiare il calcio d’inizio. I giocatori dell’Accrington non erano in possesso di maglie di riserva, mentre non era semplice trovarne una che il corpulento Foulke potesse indossare senza problemi. Alla fine fu un tifoso a risolvere la situazione: abitando poco distante dallo stadio corse a casa, tornando poi con un lungo lenzuolo bianco che il portiere avvolse intorno alla vita. La gara si concluse 1-0 per il Bradford, e Foulke fu talmente poco impegnato dagli attaccanti avversari da non doversi tuffare neanche in un’occasione per sventare un gol.
Restituito il “lenzuolo pulito”, così come lo aveva ricevuto, pare abbia dato vita al termine “clean sheet” oggi tanto utilizzato. Un altro contributo dato al calcio da questo inusuale quanto straordinario personaggio, in un’epoca in cui il football stava ancora scrivendo la propria storia e le basi che gli avrebbero permesso di diventare, nel giro di pochi anni, il gioco più bello, amato, praticato e seguito al mondo.
BIBLIOGRAFIA:
- Moore, D. : Out of Our League: Defunct and ex-Football League Teams: 1 (2013) – [ACQUISTA SU AMAZON]