Questo bellissimo brano parla di passione per il calcio nella massima accezione del termine, ed è tratto dallo splendido libro “La vita è un pallone rotondo” dello scrittore serbo Vladimir Dimitrijević.
“Quando ho toccato per la prima volta – avevo dodici anni – un vero pallone da calcio, mi sentivo in presenza di un oggetto sacro. E quando, per la prima volta, ho calzato delle scarpe con i tacchetti, avevo l’impressione, levandomi in piedi, di essere alto una decina di centimetri in più.
Inutile dire che non erano nuove, né della mia misura. Queste scarpe appartenevano al club. Era palese che avevano già corso parecchio. Le imbottivamo di carta di giornale per riempire gli spazi vuoti.
E se invece erano troppo piccole, stringevamo i denti. Ma sentivamo il pallone in maniera diversa, con più precisione. Capitava che una scarpa troppo larga volasse via con la rovesciata. Capitava anche che il paio non fosse un paio, ma due scarpe diverse, il che talvolta creava comici effetti di claudicazione.
I primi passi erano incerti come quelli delle ragazzine che provano per la prima volta le scarpe coi tacchi alti della mamma. Ci reggiamo a stento, barcolliamo. Come i puledri e i vitelli che, appena nati, provano a tenersi in piedi.
Per tutti questi gesti di commovente innocenza, sarò eternamente riconoscente a Dio che ci ispira la giusta misura.”