1867: la nascita del calcio in Cina (di Nicholas Gineprini)

Appassionato di finanza e geopolitica, Nicholas Gineprini è forse il più grande esperto in Italia sul calcio cinese, terreno dove ha trovato logicamente moltissimi punti di interesse. Per Urbone Publishing ha pubblicato nel 2016 “Il sogno cinese 中国梦 – Storia ed economia del calcio in Cina”, ha collaborato con numerose riviste cartacee e online e oggi ho il piacere di ospitarlo qui sul mio sito.

Potete seguirlo anche sul suo portale, Blog Calcio Cina.

La Cina è stata la culla primordiale del calcio.

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Arthur Pember, il primo leader del calcio

Coraggioso, pieno d’iniziativa, carismatico: il primo presidente nella storia della Football Association, e dunque primo leader di quello sport che molti anni dopo sarebbe diventato il più amato al mondo, fu Arthur Pember, uomo di legge e capitano del pittoresco No Name Club di Kilburn.

Calciatore capace, ma non certo abile quanto i contemporanei Charles Alcock, Ebenezer Morley, Francis Marindin e Arthur Kinnaird, la scelta di eleggerlo come leader della neonata associazione avrebbe sorpreso soltanto gli osservatori più superficiali: le sue modeste qualità sul campo di gioco erano infatti ampiamente compensate da una straordinaria apertura mentale e da grandi capacità diplomatiche.

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Jimmy Logan, Re per un giorno

Jimmy Logan scrutò il cielo, e con lui tutti i compagni, evidentemente preoccupato.

Pioveva, quel 4 aprile del 1896, ma non era questo evento – peraltro abbastanza frequente, in Inghilterra – a preoccupare i giocatori del Loughborough. Piuttosto il fatto che le loro tenute di gioco, per un banale errore, non erano arrivate a Manchester, dove si sarebbe svolta la gara che li avrebbe visti contrapposti al Newton Heath.

Dopo oltre mezz’ora, mentre la pioggia cadeva sempre più incessantemente, l’arbitro decise che non si poteva aspettare oltre. La gara, valida per il campionato di Second Division, doveva avere inizio. Il pubblico sorrise, vedendo i giocatori del Loughborough scendere in campo in abiti civili, gli stessi che ormai indossavano da due giorni.

Nessuno poteva sapere che si stava per consumare una tragedia, né che questa avrebbe colpito proprio il più talentuoso tra i calciatori in campo, un ragazzo di 25 anni che appena due anni prima era stato l’eroe nell’annuale finale di FA Cup.

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John Goodall e la rivoluzione del Preston North End

Agli appassionati di calcio di oggi, quasi sicuramente, il nome di John Goodall dirà poco o niente. Il suo mito è ormai cosa per pochi appassionati storici, scolorito dai tanti anni passati da quando fu il re del gioco, offuscato dai tanti nomi che sono stati protagonisti nella storia del football britannico e mondiale.

Sminuito da chi sostiene, con una certa dose di ignoranza, che il calcio di un tempo fosse assai meno competitivo di quello odierno.

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Del Darwen FC, o della nascita del professionismo

L’estate del 1880 si è da poco conclusa e la stagione calcistica inglese è da poco ricominciata.

Sono in pochi a sospettarlo, ma lo stesso gioco che ha visto la luce a Londra sta per subire un brusco ed epocale cambiamento. Gli old boys delle più prestigiose scuole della capitale, che hanno dominato i primi anni della FA Cup, stanno per terminare la loro epoca, lasciando spazio alle squadre del laborioso nord d’Inghilterra.

La stagione calcistica 1880/1881 passerà alla storia, in quanto vedrà l’ultima finale di FA Cup disputata tra due squadre rappresentative delle più prestigiose public schools del Paese: gli Old Carthusians di Charterhouse, a sorpresa, avranno la meglio sugli Old Etonians di Eton, che a loro volta saranno, la stagione successiva, l’ultimo club amateur capace di sollevare il prestigioso trofeo ideato da Sir Charles Alcock.

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Castelli di sabbia – Ascesa e declino del New Brighton Tower FC

Gli anni che precedettero l’arrivo del XX secolo videro l’Inghilterra cambiare enormemente. Il lungo regno della Regina Vittoria stava per concludersi, e con esso un periodo aureo che l’Impero Britannico non avrebbe mai più vissuto.

La rivoluzione industriale aveva cambiato le vite di milioni di cittadini: liberate in parte dagli opprimenti orari di lavoro, che avevano preceduto i vari Factory Acts emanati dal governo, le masse lavoratrici si erano ritrovate a godere di un inaspettato e insperato tempo libero.

Il football aveva preso piede, non più inteso soltanto come attività sportiva ma anche come spettacolo da seguire, con squadre in cui identificarsi, per cui gioire o soffrire.

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FA Cup 1875, una vittoria per Alfred Goodwyn

Una delle storie più struggenti che ci regala il football vittoriano è quella che ha come protagonista Alfred Goodwyn.

Figlio di un maggiore dell’esercito britannico di stanza in India, è qui che nasce – il 13 marzo del 1850 – e trascorre l’infanzia, prima di tornare in Inghilterra per iscriversi all’accademia di Chatham, il luogo dove vengono addestrati i futuri membri del prestigioso ordine militare dei Royal Engineers.

L’evidente desiderio di ripercorrere le orme paterne lo porta a distinguersi come uno dei migliori del suo corso, ma è nello sport che diventa ben presto una figura di riferimento per la sua compagnia. 

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Arthur e Percy Melmoth Walters, “The Meridian Brothers”

La più grande coppia di difensori dell’epoca del calcio vittoriano fu quella composta dai fratelli Arthur e Percy Melmoth Walters, puri amateurs che, rifiutando il professionismo ormai conclamato, all’epoca in cui fecero il loro esordio sul campo, non conquistarono mai alcun trofeo a livello di club.

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Sheffield Wednesday, where to Find Owls

Una ventina di anni fa sono stato a Sheffield per un paio di giorni. Con Internet agli albori, che in tutta franchezza all’epoca associavo più a una partita di Coppa UEFA fra i nerazzurri milanesi e una modesta squadra olandese, conscio della scarsa pesantezza del mio portafoglio, mi imposi scelte dal pericolo subodorato, imbattendomi nel tipico, inevitabile, terribile, hotel inglese di quei lustri.

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TOP 11: I migliori calciatori del football vittoriano

Accade spesso che siti e giornali specializzati, se non la stessa FIFA, pubblichino le proprie liste dei migliori calciatori della storia. E se queste possono variare parecchio, anche per via dell’oggettiva difficoltà di paragonare campioni di epoche tanto diverse, potrete notare come il punto di unione di tutte queste classifiche sia la totale (o quasi totale) assenza di calciatori che giocavano prima del XX secolo.

Se è vero che il football è diventato fenomeno non più esclusivamente britannico solo dopo diverse decadi del 1900, e quindi è comprensibile l’omissione di chi è stato un fenomeno quando ancora il calcio era quasi esclusivamente un gioco, è altrettanto necessario ricordare chi per primo ha saputo emozionare il pubblico prendendo a calci una sfera di cuoio.

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Jack Addenbrooke, il cuore e l’anima dei Lupi

Il nome di Jack Addenbrooke poco dirà alla stragrande maggioranza degli appassionati italiani di calcio, ma anche nell’Inghilterra della ricchissima Premier League, di Guardiola e Mourinho, potrebbe capitare che citando questo nome si ottenga dal nostro interlocutore uno sguardo perplesso e una domanda: “Chi era?”

Eppure, nella storia del football, nessuno più di Jack Addenbrooke ha saputo identificarsi con la squadra della propria città, risultandovi coinvolto sin dal primo giorno e dedicando poi ad essa la maggior parte della propria vita.

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Arthur Wharton, il “colored” che rivoluzionò il football

La domanda che si fecero i membri del comitato a capo del Darlington Football Club nell’estate del 1885, mentre il giovane Arthur Wharton si presentava al campo d’allenamento per mostrare a tutti le sue qualità di footballer, aveva una risposta tutt’altro che scontata.

“Può un nero giocare al football?”

In un’epoca infatti in cui persino l’Encyclopædia Britannica definiva “the Negro” come un essere “mentalmente inferiore al bianco” per via “dell’impossibilità del cervello di svilupparsi completamente a causa della particolare forma del cranio”, in un periodo in cui l’Impero Britannico invadeva l’Africa per aumentare le proprie ricchezze senza curarsi di chi quelle terre abitava – ed era evidentemente “sacrificabile” in nome di Sua Maestà la Regina – a tutti doveva sembrare ben strano che quel giovane ed energico ragazzo di colore avesse deciso di cimentarsi con il pallone.

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