Un secolo prima di Sócrates, John Smith fu dottore e stella del calcio dei pionieri in Gran Bretagna. La sua figura, fondamentale anche nello sviluppo del rugby, merita di essere conosciuta e ricordata da tutti gli appassionati.
Quando nella narrativa calcistica si parla di “dottore” e “Corinthian”, inevitabilmente l’immaginario degli appassionati associa l’immagine di Sócrates. Il fenomenale centrocampista brasiliano fu infatti il leader della Democracia Corinthiana, esempio di autogestione e di impegno politico che contribuì a spazzare via la dittatura militare che dominò il Brasile fino alla fine degli anni ’80.
Un secolo prima, però, i più attenti e informati cultori del gioco avrebbero pensato a un altro personaggio. Senz’altro meno pittoresco, probabilmente meno straordinario del Doutor, ma comunque figura chiave nel football dei pionieri e stella di quel Corinthian Football Club che, con le sue tournée in Brasile, ispirò proprio la nascita del Corinthians in cui avrebbe brillato Sócrates.
Le molte vite del dottor John Smith
Parliamo di John Smith, nato il 12 agosto del 1855 nel minuscolo villaggio di Mauchline, famoso per aver dato i natali al famoso poeta Robert Burns. Fin da giovanissimo estremamente versato nello sport, si distinse nelle varie rappresentative scolastiche sia nel rugby che nel calcio. In entrambe le discipline primeggiava per il suo spiccato atletismo e il grande entusiasmo: grande e grosso, oltre 190 centimetri di altezza per quasi 100 chili di peso, non aveva paura di niente e di nessuno. Questa grande passione non gli impedì comunque di studiare con profitto, fino a laurearsi medico all’Università di Edimburgo.
Fu proprio in città, mentre completava gli studi, che si avvicinò al club che all’epoca dominava il calcio scozzese: il Queen’s Park raggruppava i migliori calciatori del Paese, ma nonostante questo fu subito chiaro a tutti che questo attaccante versatile, abile sia come interno offensivo che come centravanti, sarebbe riuscito a ritagliarsi uno spazio importante in squadra.
La conferma arrivò poco dopo il suo arrivo nel club: nel 1881 fu protagonista nel replay che assegnò la Coppa di Scozia, stendendo con una tripletta (3-1 il risultato finale) il Dumbarton. In quel periodo il Queen’s Park raggiunse il massimo splendore: insieme a campioni come Andrew Watson, primo calciatore di colore della storia, George Ker e il capitano Charles Campbell, Smith conquistò 3 volte la coppa e raggiunse persino la finale di FA Cup, la Coppa d’Inghilterra un tempo aperta anche ai club scozzesi.
“L’amico degli inglesi”
L’amarezza della sconfitta fu addolcita per John Smith dalla possibilità di incontrare altri calciatori innamorati del gioco come lui. Con alcuni di questi creò un solido rapporto di rispetto e infine amicizia, e fu per questo motivo che considerò un onore l’invito di alcuni di questi a giocare occasionalmente con loro nel Corinthian Football Club. Questo club di gentlemen amateurs, nato come serbatoio per la nazionale inglese, si stava trasformando in una realtà globetrotter che intendeva diffondere il calcio in ogni angolo del mondo.
Il carattere scherzoso e amichevole di John Smith, unito alla lealtà che in più occasioni lo spinsero a difendere i colleghi inglesi mentre questi si trovavano in tour in Scozia, gli valse la stima dei “dilettanti più forti al mondo”. In un’epoca in cui il professionismo veniva ormai sdoganato nel calcio, il Corinthian restava fedele alle origini nobili e al giocare per il puro piacere di farlo. Valori condivisi dal dottor Smith e all’epoca anche dalla federcalcio scozzese, che però un giorno decise di punirlo.
Nonostante l’entusiasmo mostrato, nonostante avesse sempre rifiutato qualsiasi compenso per giocare e il notevole contributo dato alla Nazionale (10 gol in 10 presenze tra il 1877 e il 1884) John Smith fu infatti squalificato a vita dal calcio scozzese. La sua colpa era quella di aver giocato, seppure da amateur, insieme e contro calciatori professionisti. La sua ultima partita fu la sfida decisiva all’Inghilterra per il Torneo Interbritannico (British Home Championship) 1883/1884, gara che assegnò il trofeo alla Scozia con un 1-0 firmato proprio da lui.
Pioniere nel calcio e nel rugby
Fu così che, ormai prossimo ai 30 anni, John Smith fu costretto ad abbandonare la Nazionale e gli amati Queen’s Park. Da quel momento divenne uno dei membri più importanti del Corinthian, agendo contemporaneamente come dirigente e organizzatore, calciatore, accompagnatore, medico, arbitro e addetto alla sicurezza. Qualunque fosse la necessità, Smith era disponibile e capace di assolvere al compito in modo eccellente.
Nonostante il calcio prendesse molto del suo tempo libero, mentre la sua carriera medica procedeva nel migliore dei modi Smith trovò il modo di spiccare anche nel rugby, antico amore mai dimenticato. Nel ruolo di estremo fu stella di varie rappresentative di Edimburgo e membro dei British Lions nel famoso tour del 1888 che portò la disciplina in Australia e Nuova Zelanda. Fu in questa occasione che venne scattata la sola foto che lo ritrae e che trovate in copertina.
Nonostante il nome comune, paragonabile al nostro Mario Rossi, John Smith fu un personaggio unico nel suo genere. Uno dei più importanti pionieri del football in Scozia e Inghilterra, entusiasta dello sport a 360 gradi e in grado di lasciare un segno indelebile nella storia tanto nel calcio quanto nel rugby.
John Smith
- Nazionalità: Scozia
- Nato a: Mauchline (Scozia) il 12 agosto 1855
- Morto a: Kirkcaldy (Scozia) il 16 novembre 1934
- Ruolo: interno, centravanti
- Squadre di club: Mauchline (SCO), Edinburgh University (SCO), Queen’s Park (SCO), Corinthian (ING)
- Trofei conquistati: Coppa di Scozia 1881, 1882, 1884, Trofeo Interbritannico 1883/1884