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8 gennaio 1867: la prima partita del Resto del Mondo nel calcio

Nel 1880 la storia del calcio era appena agli albori, ma anche se nessuno poteva prevedere il futuro era diffusa la sensazione tra gli appassionati che un giorno il mondo intero lo avrebbe giocato e seguito con passione. Charles Alcock, “il padre dello sport moderno”, si esprimeva così a proposito:

Quello che 10 o 15 anni fa era il divertimento di un ristretto gruppo di persone oggi è diventato qualcosa seguito da migliaia di appassionati. Un esercizio atletico, svolto secondo regole rigorose, quasi trasformato in una professione.

In effetti nel giro di pochi anni il professionismo sarebbe diventato realtà, con lo spartiacque, il primo fondamentale nella storia del calcio, della vittoria della FA Cup da parte del Blackburn Olympic. Il gioco un tempo appannaggio degli Old Boys sarebbe diventato popolare, infiammando intere città e dando vita a club e campionati in tutto il mondo.

Quando il calcio era ancora dei pionieri

Un motivo in più per riconoscere i meriti ai padri fondatori, che dopo aver dato vita alla Football Association per anni avevano giocato partite spesso dimenticabili e – infatti – quasi del tutto dimenticate. Eppure fondamentali per arrivare alla prima sfida internazionale tra Scozia e Inghilterra, alla FA Cup, al calcio che conosciamo e amiamo oggi.

Con regole ancora poco definite, che cambiavano quasi mensilmente e che spesso non erano comprese dagli stessi giocatori, gli anni immediatamente successivi alla nascita della Football Association, quelli trascorsi dal 1863 alla nascita della FA Cup datata 1871, furono probabilmente i più caotici, ingenui e allo stesso tempo magici nella storia di questo straordinario sport.

Anni di amichevoli giocate con lo scopo di raffinare regole ancora rozze, di sfide sfrenate tra quelli che in fondo non erano ancora nient’altro che ragazzi, seppur di nobile famiglia, con un sogno in testa: elevare il football a qualcosa di più di un passatempo. E se l’invenzione della traversa era ancora lontana, non esistevano neanche cartellini gialli e rossi, calci di rigore. Le rimesse laterali venivano eseguite nello stile del rugby, mentre i portieri potevano essere caricati liberamente, quasi scaraventati in rete.

Fu soltanto dopo questo lungo e primordiale periodo che Charles Alcock ideò la FA Cup, andando poi a coinvolgere quanti più Old Boys era possibile. E fu nello stesso periodo che il suo amico e rivale Arthur Kinnaird giocò forse il suo football migliore, quello figlio dello straordinario vigore dei suoi vent’anni, in gare di cui però purtroppo non abbiamo nessuna testimonianza.

Charles Alcock (a sinistra) e Arthur Kinnaird (a destra): amici e rivali, figure fondamentali nella storia del calcio

La prima partita del Resto del Mondo

I due furono anche tra gli organizzatori di una sfida che oggi affascina e può far sorridere: l’8 gennaio del 1867, infatti, nei giardini di Vincent Square, a Westminster, una rappresentativa mista formata da vecchi studenti di Eton e Harrow unì le forze per sfidare la pittoresca compagine The World, “il mondo”, chiamata da altre fonti addirittura “The Universe”.

Una sfida dal nome altisonante ma che in pratica vide scendere in campo appena 15 calciatori londinesi, divisi in una squadra di 8 e una di 7 a causa degli impegni all’ultimo momento di alcuni “convocati”. La sfida si concluse 2-2, e una rivincita organizzata il 23 gennaio vide “The World” imporsi 2-0. Anche nella rivincita gli assenti furono numerosi, a testimonianza di come credere nel futuro del calcio, all’epoca, fosse ancora un atto quasi di fede. Si trattò, in ogni caso, della prima partita del “Resto del Mondo” nel calcio.

Tra i protagonisti delle partite, comunque, non mancarono nomi importantissimi: i già citati Kinnaird e Alcock, che come il noto giocatore di cricket Charles MansfieldTebbut giocò anche la rivincita, alternandosi tra le due squadre. E poi ancora i fratelli Montague e Kenneth Muir Mackenzie, futuri parlamentari, e il baronetto James Kirkpatrick, valente attaccante che molti anni dopo avrebbe giocato l’ultima gara in carriera in porta, con un braccio rotto, risultando determinante con le sue parate per la vittoria della FA Cup 1878 da parte degli Wanderers.

Probabilmente pochissimi dei ragazzi che in quei giorni correvano sul campo di Vincent Square avrebbe mai potuto immaginare che un giorno il calcio sarebbe stato davvero un fenomeno planetario, né che dopo oltre 150 anni la loro eredità sarebbe stata di tutti. Giovani carichi di entusiasmo a cui non possiamo che essere grati. 


SITOGRAFIA:

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Simone Cola
Simone Colahttps://www.uomonelpallone.it
Amante del calcio in ogni sua forma e degli uomini che hanno contribuito a scriverne la leggenda

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