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Rab Howell, prima stella gitana

Nonostante la prestigiosa enciclopedia Treccani online stimi il loro numero complessivo in circa 12 milioni di individui in tutto il mondo, premettendo oltretutto che probabilmente si parla di una stima al ribasso, il contributo dato al calcio dai popoli romaní è stato decisamente marginale. Le stelle gitane capaci di risplendere nella lunga storia del gioco più popolare al mondo, infatti, si contano sulla punta delle dita.

Tra questi lo storico Valerio Moggia, autore di “Pallonate in faccia”, ne cita alcuni in un episodio del suo podcast: lo sfortunato José Antonio Reyes, scomparso ancora giovane in un incidente stradale, l’eterno Jesús Navas, bandiera del Siviglia. Andando ancora indietro nel tempo, collaborando con lui nella risposta specifica a quali siano stati i migliori calciatori romaní, abbiamo trovato due nomi a inizio XX secolo: il portiere Joe Frail e il mediano laterale Rab Howell.

Dalle carovane a campione d’Inghilterra? Non proprio…

Forse Rabbi “Rab” Howell è stato il più forte calciatore rom di sempre. Tra i più titolati, con un titolo di campione d’Inghilterra in bacheca e l’onore di ben due presenze con l’Inghilterra tra il 1895 e il 1899. Sicuramente è stato il primo, un personaggio allo stesso tempo affascinante e controverso anche in un’epoca in cui il football, pur popolare, non era tanto seguito e approfondito come oggi.

La leggenda, che lui stesso aveva contribuito a diffondere, raccontava che fosse nato e cresciuto in una carovana itinerante che in quel momento si trovava a passare per Wincobank, un sobborgo di Sheffield. Talento precoce, aveva imparato a giocare per strada e qui aveva sviluppato tutte le caratteristiche che ne avrebbero contraddistinto la carriera: un dribbling stretto e ubriacante, grinta e coraggio impareggiabili, una capacità di corsa inesauribile, da fondista.

Le circostanze sulla sua infanzia probabilmente non sono veritiere. Il censimento del 1871, due anni dopo la sua nascita, indica che la famiglia Howell viveva infatti in una casa, ma sono state comunque prese per buone da Steven Kay, autore di un libro semi-biografico su di lui: “The Evergreen in Red & White”.

Su tutto il resto non ci sono però dubbi: Rab Howell fu uno dei più forti half-back della sua epoca, ma la sua rapida ascesa nel gotha del calcio inglese fu frenata da alcuni episodi controversi, dal suo carattere esuberante e ovviamente dal fato.

Centrocampista totale e inesauribile

Sesto di otto figli, Rabbi fu salvato da un destino che probabilmente lo avrebbe condotto in miniera ancora giovanissimo da un talento calcistico a cui era impossibile restare indifferenti. Fu questo, infatti, a permettergli non ancora ventenne di strappare un lauto contratto professionistico con l’ambizioso Rotheram Swifts, club che con l’avvento del professionismo sognava in grande e voleva raggiungere i vertici del calcio inglese.

Un sogno che si sarebbe spento nel giro di un paio di stagioni. Ben presto, infatti, gli Swifts scivolarono nell’oblio, schiacciati dai debiti e costretti a cedere le proprie stelle ai rivali dello Sheffield United. Tre rinforzi, uno per reparto: il difensore Michael Whitham, l’interno offensivo Arthur Watson e in mezzo, a centrocampo, proprio Howell. Il cui nome, nel giro di pochissimo tempo, sarebbe stato sulla bocca di tutti gli appassionati.

Alto poco più di 160 centimetri, non molto muscoloso, Howell era in possesso di un fisico asciutto e nervoso che lo rendeva un avversario scomodo anche per i più grandi campioni. In un’epoca in cui le partite erano decise dai confronti diretti che avvenivano in campo, poteva posizionarsi indifferentemente come interno destro o sinistro e appiccicarsi all’avversario più talentuoso per poi, puntualmente, annullarlo.

Nazionale e campione d’Inghilterra

L’incredibile capacità di incidere in questo modo su una partita, grazie a un coraggio senza pari e alla capacità di trascinare i compagni con il suo moto perpetuo, cancellava completamente i limiti tecnici di un giocatore estremamente individualista. Eccellente nel dribbling, Rab Howell non spiccava nei passaggi e nelle conclusioni a rete, fondamentali che del resto aveva utilizzato raramente nella sua crescita calcistica.

Dotato di una personalità strabordante, divenne ben presto l’idolo dei tifosi delle Blades. Al fianco di Tommy Morren e Ernest Needham, quest’ultimo campione epocale di cui tanto ci sarebbe da dire, Howell formò una linea mediana che probabilmente, mentre il XIX secolo si stava per concludere, poteva tranquillamente essere considerata la migliore d’Inghilterra. E quindi, di conseguenza, la migliore del mondo.

Gitano di nascita, aveva ereditato dai genitori un’inesauribile vitalità: nessuno era più instancabile di lui. Nella sua posizione di mediano destro, pur pesando meno di 60 chili, era un’eccellenza. Si rallegrava quando incontrava la migliore ala avversaria, che se indulgeva troppo nel dribbling se lo trovava attaccato come una sanguisuga.

Ernest Needham, ex compagno di squadra

Il successo non poteva tardare. E non tardò. Nel 1895 Rabbi scese in campo con la maglia dell’Inghilterra in una sfida con l’Irlanda, vinta dai Maestri con un sonoro 9-0, andando persino a segno, evento raro per lui. In campionato, invece, dopo il secondo posto ottenuto nella stagione 1896/1897, lo Sheffield United conquistò finalmente il suo primo titolo imponendosi nella Football League 1897/1898. Una gioia straordinaria, a cui però seguì un inatteso quanto controverso addio.

Rab Howell al Liverpool: un trasferimento chiacchieratissimo

In estate, infatti, Howell fu acquistato dal Liverpool per 200 sterline e lasciò Sheffield nella quasi totale indifferenza di molti dei suoi vecchi tifosi. Si era infatti sparsa la voce che il campione gitano fosse stato coinvolto in uno scandalo legato alla corruzione, forse alle scommesse, e che avesse segnato due autogol di proposito in una gara persa 3-1 con il Sunderland. E anche se in effetti gli episodi erano stati sospetti, è molto probabile che in mancanza di certezze razzismo e pregiudizi influenzarono il sentire comune.

Secondo lo studioso Chris Hobbs, infatti, su entrambi i gol non esistono prove di colpevolezza. Howell svirgolò un rinvio su un cross avversario apparentemente destinato sul fondo, quindi ansioso di rifarsi intervenne su un altro traversone anticipando però goffamente il proprio portiere, l’iconico “Fatty” Foulke, e infilando nuovamente il pallone nella propria porta.

Howell accettò comunque il trasferimento senza fare troppe storie. In fondo era un professionista, e l’ambizioso Liverpool non solo lo avrebbe pagato ancora meglio, visto il suo nuovo status di calciatore internazionale, ma gli avrebbe inoltre permesso di allontanarsi da una situazione scomoda, soprattutto in epoca vittoriana. Sposato e padre di quattro figli, si era innamorato di un’altra donna per la quale era deciso a lasciarsi per sempre il passato alle spalle.

Felice della sua nuova destinazione, dunque, la stagione successiva Rab Howell riprese a giocare ai livelli a cui aveva abituato tutti. Ma il pregiudizio del pubblico sulla sua mancanza di onestà, insieme all’abitudine di rispondere istintivamente, platealmente e a volte violentemente alle provocazioni di pubblico e avversari, finì per frenarlo in più occasioni. Indossò la maglia del Liverpool per tre stagioni, quindi si trasferì al Preston North End, formando dopo il trasferimento una nuova famiglia.

Un triste finale

La vita e il destino di Rab Howell cambiarono improvvisamente un giorno qualunque del 1903. In uno scontro di gioco, infatti, l’energico centrocampista si fratturò una gamba. Un infortunio che all’epoca significava appendere gli scarpini al chiodo. Costretto a reinventarsi, il 34enne ex campione d’Inghilterra aprì un negozio con i propri risparmi, che gestì con la moglie che nel frattempo gli aveva dato ben sei figli.

Il fato non fu tenero nei confronti del primo calciatore professionista romaní nella storia del calcio. Costretto a chiudere il negozio di famiglia, si adattò a fare l’operaio e il guardiano notturno per sbarcare il lunario. Una vita dura, lontana dai fasti di un tempo, e che si concluse nel 1937 ad appena 69 anni, poco dopo il raggiungimento di una meritata quanto sofferta pensione.

Negli ultimi mesi di vita una malattia lo aveva privato della vista. Ma anche se era stato tradito dal mondo del calcio, che sommariamente lo aveva “condannato senza giusto processo” definendolo un corrotto proprio nel suo momento migliore, Howell non smise mai di amare il football. Al funerale, infatti, i figli raccontarono ai giornali di come la sera fosse stata sua abitudine, fino all’ultimo, farsi leggere i resoconti delle gare. Sognando, forse, di poter scendere ancora sul campo da gioco. Dove da sempre, mentre inseguono un pallone, tutti gli esseri umani sono davvero uguali tra loro.

Lapide dedicata recentemente dalla città di Preston a Rab Howell (foto di BBC News)

Rab Howell

  • Nato a: Sheffield (Inghilterra) il 12 ottobre 1867
  • Morto a: Preston (Inghilterra) il 21 luglio 1937
  • Ruolo: centrocampista
  • Squadre di club: Rotherham Swifts, Sheffield United, Liverpool, Preston North End
  • Trofei conquistati: Football League 1897/1898

SITOGRAFIA:

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