Si usa dire che, se gli inglesi hanno inventato il football, sono gli scozzesi ad aver inventato come giocarlo. Chi prende questa affermazione per vera cita come esempio il più grande manager del XIX secolo che l’Inghilterra ricordi: George Burrell Ramsay.
Cultore del passing game
Nativo di Glasgow, George Ramsay arrivò a Birmingham giovanissimo in cerca di lavoro nelle locali fonderie, e mentre assisteva ad una partita del neonato Aston Villa notò come gli aspiranti footballers fossero tanto dotati tanto di entusiasmo quanto carenti a livello tecnico e tattico: invitato a partecipare, mostrò qualità tecniche tali da conquistare i futuri compagni, che lo invitarono a restare con loro e ben volentieri gli donarono la fascia di capitano.
Era il 1874, George Ramsay aveva vent’anni da compiere e i Villans erano appena nati: era cominciato un amore che sarebbe durato più di mezzo secolo. Il carismatico scozzese fu prima giocatore del Villa, poi manager e infine segretario: da calciatore fu il regista della squadra, raffinato ed elegante, introducendo i compagni a un gioco corale e composto da tanti passaggi che stupì il resto d’Inghilterra, mentre da segretario e manager guidò il club nei suoi anni migliori, conquistando 6 campionati e 6 coppe nazionali.
Decadi di vittorie
Dopo la bellezza di 42 anni trascorsi alla guida dell’Aston Villa si ritirò, restando per quasi un secolo l’allenatore più vincente di sempre – superato soltanto da Sir Alex Ferguson – e lasciando un segno indelebile nella storia del football: non sprecò un minuto della sua intera vita senza perorare la causa dei suoi amati Villans, che trascinò grazie ad una leadership unica e una classe inconfondibile, capace di attirare nell’amato club alcuni dei migliori calciatori dell’epoca.
BIBLIOGRAFIA:
- Ward, Adam (2002) The Essential History of Aston Villa F.C., Headline Book Publishing