È davvero difficile individuare il momento preciso in cui è comparsa la figura dell’allenatore di calcio. In epoca pionieristica le squadre venivano selezionate dai membri più influenti, in primis il capitano, mentre negli anni successivi emersero i comitati. Questi di solito comprendevano il proprietario del club, alcuni ex giocatori e ancora i calciatori considerati più esperti. Lo scozzese George Ramsay viene però universalmente considerato il primo vero allenatore professionista a tutti gli effetti.
Cultore del passing game
L’Aston Villa scelse infatti il suo nome tra oltre 150 candidati, che nel giugno del 1886 avevano risposto all’annuncio pubblicato dal club sulle pagine della Birmingham Daily Gazette. Questo specificava la paga, pari a 100 sterline annue, e la mansione: allenatore a tempo pieno.
Cercasi allenatore dell’Aston Villa Football Club, a cui sarà richiesto di dedicare tutto il proprio tempo sotto la direzione del comitato. Stipendio: 100 sterline all’anno. Le candidature devono essere presentate entro e non oltre il 23 giugno al Presidente del Comitato, Aston Villa Club House, 6 Witton Road, Aston’
A risultare determinante rispetto ai concorrenti la conoscenza dell’ambiente e la stima della dirigenza: George Ramsay era infatti stato il primo capitano dell’Aston Villa e la sua prima stella, tracciando il solco che aveva determinato lo stile tattico e caratteriale del club. Scozzese di Glasgow, era arrivato a Birmingham molti anni prima per cercare lavoro nelle fonderie locali, e in un momento di pausa aveva conosciuto i membri del neonato club.
L’operaio scozzese che ha creato l’Aston Villa
Questi avevano da poco conosciuto il football, e certo non lo sapevano giocare come lui: nonostante avesse poco più di vent’anni, Ramsay aveva giocato in patria con Oxford e Rovers, due club di Glasgow, per poi indossare addirittura la maglia dei Druids – tra i club oggi scomparsi più importanti negli anni dei pionieri britannici – in Galles. Non altissimo livello, ma sufficiente per spiccare su un gruppo di ragazzi che si limitava a correre dietro un pallone.
Cultore del passing game, il gioco di passaggi che ormai tutti adottavano in Scozia, aveva insegnato ai compagni come stare in campo, come collaborare, come difendere con ordine e come attaccare in modo corale. Inoltre aveva inserito in squadra altri connazionali, che conoscevano le sue stesse nozioni di gioco, in particolare i fratelli Andy e Archie Hunter: quest’ultimo, in particolare, sarebbe diventato la futura stella del club e il suo erede come capitano.
George Ramsay si ritirò come calciatore a soli 26 anni, in seguito a un infortunio, ma fu a lungo apprezzato dai tifosi come ala destra imprendibile, dotata di tecnica e visione di gioco. Fu il capitano nel primo trofeo vinto dall’Aston Villa, la Birmingham Senior Cup del 1880 vinta superando 3-1 il Saltley College, e segnò in 6 anni reti con una regolarità impressionante: appesi gli scarpini al chiodo restò in quella che ormai era la sua città adottiva, mettendosi al servizio del club come membro del comitato.

George Ramsay e il Villa, mezzo secolo insieme
La panchina dell’Aston Villa fu di esclusiva proprietà di George Ramsay dal 1886 al 1926, periodo in cui guidò la squadra in 1.184 partite ufficiali e conquistò 6 volte il campionato inglese, vincendo altrettante FA Cup. Il suo regno durò la bellezza di quarant’anni, e attraversò una vera e propria era geologica per il calcio: dal primo campionato di calcio professionistico, vinto dagli Invincibles del Preston North End nella stagione 1888/1889, ad appunto il 1926, anno in cui uno dei più grandi allenatori della storia, Herbert Chapman, sdoganava il Sistema.
Questo modulo tattico avrebbe cambiato il calcio inglese in modo sostanziale, chiudendo di fatto un’era in cui la Piramide era stata l’unica tattica utilizzata, pur se con varie interpretazioni. Poco dopo il ritiro, arrivato a 71 anni a causa dei problemi di artrite che lo affliggevano, Ramsay vide l’Aston Villa perdere il suo posto tra le big del calcio inglese: un’incredibile retrocessione si concretizzò però soltanto l’anno successivo alla sua morte, quasi come se il destino avesse voluto mostrargli rispetto.
Arrivato in città per cercare lavoro in fonderia, George Ramsay vi rimase fino alla morte, sopraggiunta a 80 anni. Per ben mezzo secolo, dal 1876 al 1926, fu l’anima dell’Aston Villa prima in campo e poi in panchina, guidandolo attraverso un calcio che cambiava costantemente e riuscendo sempre a restare al passo con i tempi. A guidarlo fu l’enorme passione per il gioco e per il club, che aveva amato dal primo istante e che per sempre lo ricorderà come suo fondatore, primo capitano, campione e allenatore.

BIBLIOGRAFIA:
- Ward, Adam (2002) The Essential History of Aston Villa F.C., Headline Book Publishing