John Southworth, il primo bomber “centenario” della Football League

John Jack Southworth

97 gol in 108 partite con i Blackburn Rovers, 36 in 31 con l’Everton, 3 su 3 con l’Inghilterra, primo nella storia a raggiungere il traguardo dei 100 gol nel massimo campionato inglese: elencare immediatamente i numeri conseguiti da John Southworth, il migliore attaccante al mondo negli anni immediatamente successivi alla nascita del calcio professionistico, … Leggi tutto

Andrew Watson, la vita del primo calciatore di colore nella storia

Andrew Watson con il Queen's Park

Il 12 marzo del 1881 i quasi diecimila tifosi inglesi che avevano raggiunto l’Oval di Londra per assistere all’annuale sfida tra Inghilterra e Scozia restarono senza parole. Non tanto per il risultato maturato in campo dai propri beniamini, una sconfitta 6-1 che purtroppo non era una novità ma l’ennesima batosta rimediata contro i cugini, quanto perché per la prima volta furono testimoni di un fatto allora considerato quasi incredibile: un nero era capace di giocare a calcio.

Non solo: quel “nero” aveva indossato anche la fascia di capitano della Scozia, e nonostante i sei gol segnati dai suoi era stato lui, difensore, il migliore in campo. Elegante dentro e fuori dal campo, straordinariamente potente, tatticamente acuto e allo stesso tempo coraggioso e pulito nell’intervento, aveva giganteggiato sugli avversari in modo innegabile.

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2 marzo 1878, Scozia-Inghilterra 7-2: la caduta dei Maestri

scozia-inghilterra-7-2-1878

Se si dovesse stilare una lista delle partite che hanno letteralmente cambiato la storia del football, Scozia-Inghilterra 7-2 del 2 marzo 1878 meriterebbe senz’altro di essere inserita nelle prime dieci. Questo perché fu in questa gara che emerse prepotente la consapevolezza degli uomini delle Highlands di aver compreso meglio dei cosiddetti “Maestri” i segreti del gioco che soltanto ufficialmente aveva preso forma a Londra nell’autunno-inverno del 1863.

Non solo questa partita sarebbe rimasta per ben 76 anni la peggior sconfitta mai patita dall’Inghilterra, ma anche perché fu la prima prova di come gli orgogliosi ideatori del football fossero un popolo restio ai cambiamenti, soprattutto se partoriti da Paesi naturalmente considerati sudditi dell’Impero. Non è certo un caso, del resto, che la successiva, storica, debacle sarebbe arrivata ancora una volta per gli stessi motivi, un 7-1 inflitto agli inglesi dall’Ungheria di Puskas e del “calcio socialista” già vittoriosa 6-3 a Wembley pochi mesi prima e che fu affrontata senza cambiare minimamente schieramento, strategia o mentalità.

In ogni caso la sconfitta del 1878 segnò per la prima volta la fine della superiorità inglese: pur non volendolo riconoscere, i “Maestri” si trovarono impotenti di fronte al gioco degli scozzesi, incapaci di reagire e infine, dopo altre batoste di simile entità, costretti a ripensare le basi del proprio movimento calcistico. È più che probabile che fu proprio Scozia-Inghilterra 7-2 a dare il via a quei cambiamenti che negli anni avrebbero portato alla nascita degli scotch professors, l’ascesa del professionismo e infine la nascita della Football League e del calcio moderno.

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Blackburn Rovers-Darwen, 1880: la prima invasione di campo

La prima invasione di campo nella storia del calcio avviene addirittura nel novembre del 1880, nel Lancashire che si sta preparando a stravolgere il football fino ad allora conosciuto con l’introduzione del professionismo. Siamo ancora in un’epoca ingenua, dominata dalle squadre di amateurs formate dagli ex-studenti delle migliori scuole di Londra, campioni che molti nel nord operaio ammirano con riverenza, senza neanche immaginare di potervi competere.

Non tutti la pensano così, e il primo club a scagliare la pietra del professionismo è il Darwen: appena quattro anni dopo l’adozione del football come sport principale, i Darreners riescono grazie ai buoni uffici di un loro ex-giocatore trasferitosi in Scozia a ingaggiare due fenomenali campioni delle Highlands, l’attaccante James Love e il cerebrale difensore Fergus Suter: sarà proprio lui la causa scatenante della prima invasione di campo nel football. 

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Sir Francis Marindin, il Colonnello del football

Nato nella città di mare di Weymouth, nel Dorset, Francis Marindin non poteva sapere che proprio una missione al di là del mare avrebbe finito per sottrargli il solo, meritatissimo, successo che sarebbe stato in grado di cogliere come calciatore.

Accadde il 13 marzo del 1875, quando la sezione calcistica dei Royal Engineers, che lui stesso aveva fondato poco più di dieci anni prima, riuscì al terzo tentativo a trionfare in quella che era la quarta edizione della Football Association Challenge Cup, la Coppa d’Inghilterra.

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La leggenda del Queen’s Island Football Club

Nel 1881 il calcio irlandese fu colpito da una meteora chiamata Queen’s Island Football Club. Nel suo primo anno di vita si aggiudicò la Irish Cup, allora unica competizione esistente nei confini nazionali. Formata per la maggior parte da operai scozzesi, questa squadra sarebbe scomparsa, misteriosamente come si era palesata, appena tre anni dopo e … Leggi tutto

Quando il Renton fu “campione del mondo”

Quando i pionieri itineranti del Queen’s Park di Glasgow giunsero nel West Dunbartonshire, certo non avrebbero immaginato di ottenere così tanto successo, così tanta attenzione. La squadra più forte di Scozia nel gioco del football, quando questo non esisteva che da qualche anno, aveva infatti cominciato a percorrere le Highlands cercando di diffondere lo sport … Leggi tutto

Pim Mulier, il padre dello sport olandese

Quando la morte lo colse, all’età di 89 anni nella sua casa dell’Aja, Pim Mulier era ormai da tempo un uomo stanco di vivere in un mondo che non riconosceva più come il suo. La società, per lui, si era lanciata da tempo in una folle corsa verso il futuro che aveva portato progresso, forse, ma che allo stesso tempo aveva disumanizzato le persone. Cancellando i valori di una volta, quelli che erano stati i suoi e che aveva cercato, fino all’ultimo, di trasmettere a ogni giovane olandese.

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Il destino fatale di Joe Powell, primo capitano dell’Arsenal

Quella che Woolwich Arsenal e Kettering Town stavano disputando, il 23 novembre del 1896, era una partita come tante altre. I Gunners di Londra, del resto, facevano parte della Second Division della Football League da appena tre anni, prima squadra di Londra a far parte dell’elitario sistema creato da William McGregor nel 1888.

Gli avversari, poi, erano da tempo desiderosi di prendere parte ai campionati professionistici, ma viste le numerose domande presentate, e respinte dal comitato che stabiliva quali club potessero fare parte dell’élite del football, si erano dovuti accontentare della più modesta realtà chiamata United League.

A questa “lega minore” partecipavano, oltre al Kettering Town, anche Millwall, Luton, Loughborough, Rushden, Kettering, Wellingborough e Tottenham Hotspur, e il comitato direttivo dell’Arsenal aveva a sua volta iscritto la squadra, seppur impegnata in Second Division, per aumentare le entrate derivanti dai botteghini.

Una partita come tante altre

Sarà stata anche una partita di United League, ma nessuno dei ventidue uomini in campo aveva intenzione di perdere. Tanto meno Joe Powell, il primo capitano dell’Arsenal da quando questo era diventato un club professionistico a tutti gli effetti.

Nei precedenti tre anni aveva guidato la squadra con energia ed entusiasmo, pur non riuscendo a trascinarla verso la promozione: figuriamoci se si farebbe fatto mettere sotto dai ragazzi di Kettering!

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