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“Quando il calcio era Celeste”, storia dell’Uruguay che dominò il mondo

Portato dalla lontana Inghilterra dai pionieri Henry Castle Ayre e William Leslie Poole, che nel 1882 fondò il primo club, il calcio in Uruguay prese immediatamente piede e divenne in capo a pochi anni una vera e propria religione.

Dopo essersi allontanati dal retaggio inglese (grazie a uno…scozzese, John “Juan” Harley) gli uruguaiani furono capaci di creare prima un movimento animato e appassionato, quindi un proprio stile unico, che univa grazia e tenacia. Fu proprio questo modo di vivere e giocare il fútbol a permettere la nascita dei primi grandi miti: Abdón Porte, Ángel Romano, Isabelino Gradín, José Piendibene furono solo alcuni dei primi grandi campioni espressi da un Paese tanto piccolo eppure tanto florido di talenti.

Questi sarebbero stati i fenomeni che per primi avrebbero contribuito alla creazione di un mito, la Nazionale dell’Uruguay che per prima dominò il mondo del calcio. Non appena il football divenne un affare mondiale, infatti, ecco che la Celeste si impose a più riprese, conquistando ori olimpici in successione e l’alloro nella prima, storica, Coppa Rimet.

Un grande appassionato e storico calcistico vuole adesso rendere giustizia alla squadra che fu la più forte del mondo, una squadra leggendaria di cui il tempo ha in parte, inevitabilmente, scalfito il ricordo. Che invece deve essere ben vivo in ogni appassionato del calcio di ieri, oggi e domani, perché i miti di un tempo sono quelli che hanno permesso al calcio di diventare tanto seguito e amato.

Quando il calcio era Celeste

Tutte le più grandi squadre della storia hanno avuto a disposizione almeno un libro che potesse celebrarle e tramandarle alle generazioni future. Tutte tranne una: l’Uruguay degli Invincibili.

Ci ha pensato così Niccolò Mello, giornalista biellese, a colmare questo vuoto con la sua ultima fatica, “Quando il calcio era Celeste”, edito da Bradipolibri.

Il libro ripercorre le imprese, gli aneddoti e i protagonisti della nazionale uruguagia degli anni ’20, la prima che dominò la scena mondiale conquistando in sette anni tre edizioni di Coppa America, due ori olimpici in Europa (e farlo in un continente diverso è sempre un’impresa) e il primo campionato del mondo della storia.

Una generazione che viene troppo spesso dimenticata, quando si elencano le più forti squadre di tutti i tempi, forse perché appartenente a un periodo lontano, un periodo in cui i calciatori erano dilettanti, svolgevano lavori umili e a volte persino massacranti, distanti anni luce dai professionisti super pagati e super viziati del calcio contemporaneo.

Una squadra memorabile

Eppure quella squadra fu capace di scrivere pagine di storia memorabili, e lo fece attraverso un modo di giocare particolare e innovativo – fatto di triangolazioni, passaggi a terra e rapidi scambi – che è la base del calcio offensivo e spettacolare apprezzato da tifosi e appassionati e celebrato dalla maggioranza degli addetti ai lavori.

“Quando il calcio era Celeste” è un viaggio nel tempo che consente di ritrovare un calcio antico, puro, intriso di valori oggi troppo spesso dimenticati.

Un calcio dove il più forte giocatore del mondo rinuncia a un contratto da professionista per inseguire un sogno sportivo, un calcio dove si inseguivano palloni di cuoio scadenti su campi polverosi, un calcio dove chi scendeva in campo lo faceva per piacere e divertimento, senza pensare agli sponsor, ai procuratori o ai contratti milionari.



Niccolò Mello è un grande appassionato di storia ed epica calcistica. Giornalista, collabora presso “Il Biellese” e per Bradipo Libri ha scritto nel 2015 “Salvate il Soldato Pallone – Calcio e seconda guera mondiale”. Potete seguirlo anche sul suo blog, “Rovesciata Volante”.

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