martedì, Gennaio 21, 2025

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Adolf Jäger, l’uomo da 2.000 gol

Adolf Jäger è stato uno dei primi grandi campioni del calcio in Germania. Attaccante straordinario, si dice sia stato capace di realizzare in carriera addirittura più di 2.000 reti, purtroppo non documentate al tempo del calcio dei pionieri. Il suo nome è comunque riverito ancora oggi da molti appassionati e storici del fussball tedesco.

21 novembre 1944: la seconda guerra mondiale sta per concludersi, e dopo i successi iniziali la macchina bellica tedesca sta perdendo colpi ogni giorno che passa. Le città della Germania sono oggetto di bombardamenti sempre più frequenti da parte delle forze alleate, e dopo ogni raid aereo è doveroso spostare le bombe inesplose, per fare in modo che non possano più rappresentare un pericolo.

Si tratta di un’operazione certo non semplice o priva di rischi, ma che deve essere fatta. Se ne occupa un corpo di volontari, ma un giorno ad Amburgo qualcosa non va per il verso giusto. Un ordigno esplode, uccidendo Adolf Jäger, uno dei più grandi campioni del calcio tedesco fino ad allora conosciuto, stella indiscussa dell’Altonaer Fußball-Club von 1893 e capace di segnare oltre 2.000 reti in carriera in poco più di 700 partite.

Nato ad Amburgo, proprio nel distretto di Altona che avrebbe dato nomi e natali all’unica squadra della sua carriera, Jäger si era distinto fin da subito per un talento particolare, assai superiore ai mediocri standard tedeschi dell’epoca. Grazie a Herr Konrad Koch Il fußball aveva preso piede anche in Germania, nonostante l’iniziale diffidenza per un gioco ideato dagli inglesi. Ma prima di questo straordinario centravanti nessuno era riuscito a infiammare le folle così.

Adolf Jäger, pioniere dimenticato

L’unica possibilità di ribalta internazionale, per Jäger, arrivò alle Olimpiadi di Stoccolma del 1912: partita con buone credenziali, in virtù di una linea d’attacco che oltre a lui (unico rappresentante dell’Altonaer) comprendeva funamboli come Julius Hirsch e Gottfried Fuchs, la selezione tedesca venne però eliminata alla prima uscita al Råsunda dai più preparati “cugini” dell’Austria, bravi a ribaltare l’iniziale svantaggio firmato proprio da questo straordinario bomber con ben cinque reti arrivate nell’ultima mezz’ora di gioco.

Una debacle imbarazzante, riscattata soltanto in parte dal clamoroso 16-0 rifilato all’Impero Russo nel torneo di consolazione e che vide Fuchs realizzare ben 10 reti, un record.

Adolf Jäger è stato uno dei più grandi geni del calcio tedesco e l’artefice principale del moderno attacco combinato nel nostro Paese.

Otto Nerz, CT della Germania ai tempi di Jäger

Le cronache dell’epoca e le testimonianze di chi lo ha visto giocare parlano di un vero campione a tutto tondo. Uno straordinario goleador, dunque, ma anche un eccezionale uomo-squadra, un attaccante abile nel creare il gioco cercando il dialogo nello stretto con i compagni d’attacco. Ben più di una semplice, per quanto straordinaria, macchina da gol.

Campioni falcidiati dalla guerra

Sopravvissuti alla prima grande guerra, gli eroi del calcio tedesco avrebbero visto le proprie vite sconvolte dalla seconda: Jäger, come detto, perì mentre provava a disinnescare una bomba inesplosa, mentre Fuchs sarebbe fuggito negli Stati Uniti per fuggire alla persecuzione degli ebrei. Questa non avrebbe invece risparmiato Hirsch, uno dei tanti calciatori morti durante l’Olocausto.

Il CT Otto Nerz, membro del partito nazista, sarebbe invece stato catturato dagli Alleati dopo la battaglia di Berlino, morendo poi dopo alcuni anni di prigionia. In patria, restando limitato nel modesto club cittadino, Jäger non ottenne mai alcuna vittoria di prestigio. Tuttavia fonti non ufficiali parlavano, alla data del suo ritiro, di oltre 2.000 reti segnate in poco più di 700 partite.

Bomber da 2.000 gol

Una cifra incredibile pur considerando il mediocre livello tecnico che queste gare presentavano e impreziosita dai 35 gol segnati in appena 26 presenze nel torneo tra regioni che si svolgeva in Germania all’epoca. Il cosiddetto Länderpokal, che in questo caso il grande centravanti vinse in ben 4 occasioni rappresentando la Norddeutschen Auswahl, la selezione del nord di cui Amburgo faceva parte e che vide anche l’Altonaer laurearsi due volte campione, nel 1909 e nel 1914.

Innamorato della propria patria, Jäger la onorò rappresentando la Nazionale in 18 occasioni, di cui 10 da capitano, e segnando ben 11 reti in un periodo in cui la Germania era ben lontana dagli ottimi livelli che avrebbe raggiunto soltanto molti anni dopo in seguito alla rinascita avvenuta con il Miracolo di Berna del 1954.

Ritiratosi a 38 anni, e considerato in tutto il Paese come il più forte calciatore mai visto fino a quel momento e la prima stella del calcio universalmente riconosciuta in Germania anche da chi non era interessato alla disciplina, aprì un negozio di sigari in città e quindi si arruolò volontario durante la guerra per occuparsi degli ordigni inesplosi. Fino al fatale giorno in cui qualcosa andò storto.

Poche settimane dopo la sua morte, con il conflitto bellico ancora in pieno svolgimento, l’Altonaer 93 decise di intitolargli lo stadio cittadino, da allora Adolf-Jäger-Kampfbahn.

E anche se da allora la squadra non ha mai più raggiunto i buonissimi livelli iniziali – attualmente si dibatte tra la quarta e la quinta serie – chi scende in campo con la maglia degli Schwarz-Weiß-Rot sa che sta indossando una divisa mitica, quella un tempo indossata dal primo grande centravanti di cui il calcio tedesco poté vantarsi.


Adolf Jäger

  • Nazionalità: Germania
  • Nato a: Amburgo (Germania) il 31 marzo 1889
  • Morto a: Amburgo (Germania) il 21 novembre 1944
  • Squadre di club: Altona 93
  • Trofei vinti: Campionato Germania settentrionale 1909, 1914, Coppa del Principe Ereditario 1914, 1917, Coppa Federale 1919

SITOGRAFIA:

  • Stahl, V. – Adolf Jäger: „Der Größte, den wir je hatten!“, RUND – Das Fußballmagazin
  • Rehbein, U. (06/09/2018) – Altonas Ausnahmefußballer: Adolf JägerNDR.de

 

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Simone Cola
Simone Colahttps://www.uomonelpallone.it
Amante del calcio in ogni sua forma e degli uomini che hanno contribuito a scriverne la leggenda

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