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Pépe Soares e il “quarto d’ora da Belenenses”

“Un quarto d’ora da Belenenses” è una tipica espressione calcistica portoghese, che si riferisce a una squadra che in quindici minuti riesce ad andare a segno in numerose occasioni.

Si riferisce al debutto di José Manuel Soares Louro, detto “Pépe” Soares, che diciottenne, il 28 febbraio del 1926, fece il suo esordio con la maglia del Belenenses entrando al 75′ con la sua squadra sotto 1-4 contro il Benfica. 

In quel quarto d’ora il giovane debuttante prima segnò una tripletta, quindi ebbe il coraggio di presentarsi sul dischetto, dato che nessuno dei più esperti compagni se la sentiva, per andare a tirare il rigore che proprio all’ultimo minuto consegnò una clamorosa vittoria a O Belém: 5-4.

Straordinario attaccante, per molti tutt’oggi il più forte calciatore di un Paese che ha prodotto fenomeni come Figo, Eusébio e Cristiano Ronaldo, Pépe Soares esordì con la maglia del Portogallo ad appena 19 anni in un’amichevole contro la Francia, realizzando una doppietta e risultando il migliore in campo: in totale, con la maglia della Nazionale, avrebbe collezionato 14 partite e 7 gol.

Partecipò anche alla sfortunata spedizione olimpica di Amsterdam 1928, permettendo alla sua selezione di superare le qualificazioni contro il Cile con una doppietta. Purtroppo, però, dopo aver superato la forte Jugoslavia i portoghesi sarebbero crollati ai quarti di finale contro il modesto Egitto.

Una morte tragica

Dotato di classe, rapidità e coraggio, Pépe Soares fu capace di andare in rete ben 36 volte in appena 14 gare nell’ultimo campionato di Lisbona che il destino gli concesse di giocare.

Questo straordinario talento morì infatti il 24 ottobre del 1931 ad appena 23 anni. Si accasciò davanti al tornio dove lavorava – essendo il calcio ancora dilettantistico in Portogallo – a causa di fitti dolori addominali e non riprese mai più conoscenza, spirando il giorno successivo.

La causa? Avvelenamento. La madre di Pépe, non sapendo leggere, aveva confuso la soda caustica per il sale, aggiungendola nella preparazione del chorizo che il giovane campione si era portato a lavoro per la pausa pranzo.

Una morte assurda, un destino beffardo che privò il Portogallo di uno dei suoi più grandi campioni, consegnandolo alla leggenda.

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