Anche se non è sempre stato una potenza nel calcio mondiale, e ha conquistato il suo primo trofeo internazionale soltanto nel 2016 con la vittoria degli Europei, il Portogallo ha dato alla storia dello sport più bello del mondo numerosi grandi protagonisti. Qualche nome? Eusébio, “la Pantera Nera”, Luis Figo, Paulo Futre, Manuel Rui Costa. E naturalmente un certo Cristiano Ronaldo, 5 volte Pallone d’Oro e 4 Scarpa d’Oro, oltre 850 gol segnati e più di 30 trofei alzati al cielo da protagonista.
La lista dei grandi nomi del calcio lusitano non si conclude certo con quelli appena citati. Raramente però include, al di fuori del Portogallo, un campione che in realtà avrebbe tutte le carte in regola per essere inserito nella cerchia ristretta dei migliori. Un bomber straordinario, che tra gli anni ’30 e gli anni ’40 del XX secolo fu il terrore di numerose difese e che ha concluso una carriera durata più di 10 anni con la strepitosa media di 1,62 gol a partita.
Stiamo parlando di Fernando Baptista de Seixas Peyroteo de Vasconcelos, ricordato semplicemente come Fernando Peyroteo, capace di mettere a segno in 12 stagioni, giocate tutte con la maglia dello Sporting Lisbona, la bellezza di 706 reti in 435 partite. Numeri strepitosi, che lo pongono in cima alla piramide degli attaccanti più prolifici di sempre non solo in Portogallo ma nel mondo intero.
E anche se il sempre attendibile sito ufficiale dell’IFFHS (International Federation of Football History & Statistics) specifica che di questi ben 132 sono stati segnati nel Campeonato de Lisboa, torneo cittadino andato in scena fino al 1947 e giocato esclusivamente tra club di Lisbona, l’importanza di questa competizione all’epoca era notevole, così come il livello delle squadre che vi prendevano parte.
Più gol che gare giocate…per tutta la carriera
Insomma: tra il 12 settembre 1937, giorno in cui esordì nel derby contro i rivali cittadini del Benfica segnando una doppietta, al 1949, anno in cui si ritirò a soli 31 anni, Fernando Peyroteo fu un centravanti epocale, una sentenza in area di rigore, implacabile quando si trovava a tu per tu con il portiere avversario. Il primo violino del quintetto offensivo dello Sporting passato alla storia come i Cinco Violinos. I cinque violini, appunto.
Nato a Humpata, nell’Angola allora colonia portoghese, Fernando Peyroteo si presenta al campo dello Sporting Lisbona appena 19enne. È deciso da subito a dimostrare di che pasta è fatto, e infatti nella gara di prova in cui il club intende valutarlo mette a segno una formidabile tripletta. Una prestazione che impressiona il tecnico ungherese József Szabó, che certo non può immaginare che la storia si ripeterà, sempre identica, per più di 10 anni.
Prima del provino allo Sporting, club amato da sempre anche a causa dell’influenza dei fratelli maggiori che come lui sognavano di sfondare nel calcio che conta, Peyroteo si era fatto le ossa in Angola con le maglie di Atletico Moçâmedes, Académico Sá da Bandeira e Sporting Clube de Luanda. Robusto fisicamente, aveva abbandonato il calcio per due anni per dedicarsi alla ginnastica e perdere qualche chilo, spiccando in questa disciplina così come nel canottaggio e nella pallacanestro.
La costante di Fernando Peyroteo: il gol
Le sue prestazioni nel pur modesto campionato d’Angola avevano attirato l’attenzione di numerosi osservatori portoghesi. Non è certo un caso che poco dopo essere arrivato in città Fernando venga contattato da alcuni emissari del Porto, che tentano di anticipare lo Sporting offrendogli un ingaggio principesco. Il giovane attaccante rifiuta, affermando di avere già firmato con il club dei suoi sogni. Una bugia a fin di bene, che sarà determinante per il suo destino.
L’impatto con il calcio europeo non spaventa certo il giovane centravanti. Anzi: nella sua prima stagione allo Sporting Lisbona mette a segno 72 gol in 40 partite, una performance che lo porta a conquistare la Bola de Prata, il trofeo assegnato al miglior marcatore del campionato portoghese, ma che incredibilmente si conclude con i Leões biancoverdi che devono accontentarsi di vincere soltanto la coppa nazionale.
Al termine di una stagione di debutto comunque impressionante arriva la prima presenza con il Portogallo, in amichevole con la Germania a Francoforte. Il primo gol arriva nella sconfitta con la Svizzera a Milano, gara valida per l’accesso ai Mondiali del 1938: Peyroteo va a segno su rigore dopo il doppio vantaggio elvetico, ma la rimonta non si concretizza. La prima occasione di prendere parte alla più importante rassegna calcistica mondiale, purtroppo, complice la seconda guerra mondiale e la sospensione del torneo si rivelerà anche l’ultima.
Albano, Correia, Travassos, Vasques e Peyroteo: i Cinco Violinos
Anche per questo motivo poco si sa di Peyroteo al di là dell’incredibile numero di reti messe a segno in carriera. Un bell’articolo di Times Square Chronicle dedicato alle “leggende dimenticate del calcio” lo descrive come “un centravanti completo, ambidestro, veloce e allo stesso tempo forte di testa”. E sottolinea inoltre una statistica impressionante: nella sua peggior stagione ha realizzato “appena” 37 gol.
Poco fortunato in campo internazionale, si rifà ampiamente in patria soprattutto dal 1946 al 1949. In questo triennio straordinario esalta tifosi e critica insieme a António Jesus Correia, Manuel Soeiro Vasques, José António Barreto Travassos e Albano Narciso Pereira. Il giornalista João Joaquim Tavares da Silva si stropiccia gli occhi, soprannominando il quintetto offensivo i Cinco Violinos.
Nelle tre stagioni in cui questa linea d’attacco scende in campo contemporaneamente ognuno dei “violinisti” segna personalmente almeno 100 reti, propiziando inoltre quelle dei compagni. Complessivamente i cinque realizzano 800 gol, e naturalmente lo Sporting Lisbona è in quel momento la squadra più forte del Portogallo. Una schiacciasassi che conquista l’ultima edizione del Campeonato de Lisboa e tre volte consecutive la Primeira Liga.
Il ritiro improvviso
Nelle 3 stagioni in cui guida i Cinco Violinos Peyroteo conquista sempre, immancabilmente, il titolo di capocannoniere. Alcune prestazioni passano alla storia e vengono ricordate ancora oggi: ad esempio il 25 aprile 1948, quando “el Tanque”, come viene soprannominato, segna tutti i gol del 4-1 con cui lo Sporting stende il Benfica conquistando di fatto il torneo. O il 12-0 rifilato al malcapitato Lusitano: tutti i “violini” vanno a segno, Peyroteo addirittura per cinque volte.
All’indomani dell’ultima stagione vincente, però, il grande centravanti annuncia il suo improvviso e inaspettato ritiro dal calcio a soli 31 anni, affermando di non sentirsi più all’altezza fisicamente.
Sono stato un soldato nelle file dello Sporting, e un soldato non si sottrae mai al proprio dovere, qualunque siano le circostanze! Ma oggi riconosco di essere un vecchio soldato. Non posso più mantenermi in forma come necessario a chi vuole essere utile alla causa. Quando entro in campo sono pieno di entusiasmo, ma dopo una mezza dozzina di calci al pallone mi piomba addosso una stanchezza inspiegabile.
Dietro la decisione potrebbe però esserci anche una questione personale. Peyroteo ha infatti contratto alcuni debiti dopo aver aperto un negozio di articoli sportivi e intende saldarli. Il suo amore per il club, inoltre, non gli permette di indossare nessun’altra maglia, motivo per cui rifiuta anche la corte dei francesi del Bordeaux che pure sarebbero pronti a coprirlo d’oro.
L’incasso della partita d’addio, che come da prassi gli spetta interamente, gli permette di mettersi in pari e tornare in Angola. Qui potrebbe vivere una vita tutto sommato serena, ma è difficile dimenticare il calcio quando sei stato il Re di una città per tanto tempo. Torna in Portogallo nel 1961, chiamato a guidare la Nazionale, un’esperienza fallimentare condita da due sconfitte contro Inghilterra e addirittura Lussemburgo.
L’ultima magia e un tragico finale
Contro questi ultimi, però, il Peyroteo CT fa esordire un giovane ragazzo delle colonie come lui. Forse nessuno lo sa, ma è destinato in futuro a scrivere la storia del Portogallo e del calcio mondiale. Parliamo di Eusébio da Silva Ferreira, la Pantera Nera del Mozambico che qualcuno arriverà a paragonare addirittura a un certo Pelé.
Pochi anni dopo, in una sfida tra vecchie glorie a Barcellona, Peyroteo rimedia un infortunio che peggiora dopo l’operazione che avrebbe dovuto risolvere il problema. I medici sono costretti ad amputargli una gamba, evento traumatico che contribuisce ad allontanarlo ulteriormente dai riflettori, occupati ormai dai nuovi protagonisti in un calcio sempre più globale e diverso da quello in cui lui ha lasciato il segno.
Fernando Peyroteo muore d’infarto il 28 novembre 1978, ad appena 60 anni. Il suo ricordo, la sua storia, la sua eredità, oggi sono roba da nerd calcistici e appassionati di statistica. Ma grazie ai numeri, periodicamente, il suo nome salterà sempre fuori quando qualcuno vorrà raccontare storie sul calcio e sui suoi grandi protagonisti. La stella dei Cinco Violinos, capace di segnare più di un gol e mezzo a partita per tutta la carriera, non potrà mai essere dimenticata.
Fernando Baptista de Seixas Peyroteo de Vasconcelos
- Nazionalità: Portogallo
- Nato a: Humpata (Angola) il 10 marzo 1918
- Morto a: Lisbona (Portogallo) il 28 novembre 1978
- Ruolo: attaccante
- Squadre di club: Sporting Luanda (ANG), Sporting Lisbona (POR)
- Trofei conquistati: campionato portoghese 1940-1941, 1943-1944, 1946-1947, 1947-1948, 1948-1949, Coppa di Portogallo 1940-1941, 1944-1945, 1945-1946, 1947-1948
Sitografia
- Thacker G. (11/02/2019) Fernando Peyroteo: the Game most emphatic, underrated and statistically brilliant goalscorer ever – TheseFootballTimes
- (22/12/2020) The forgotten legends of football – Times Square Chronicles
- Gandolfi R. (24/11/2021) Fernando Peyroteo: meglio di Eusébio e Ronaldo – Il Nostro Calcio
- Hollingsworth G. (30/06/2022) One club men: Fernando Peyroteo – Football Bloody Hell