Nell’aprile del 2001 si parla in tutto il mondo di Australia-Samoa Americane 31-0. La partita, valida per le qualificazioni oceaniche ai Mondiali di Giappone e Corea del Sud, ha stabilito numerosi record internazionali ed è stata una vera e propria umiliazione per gli sconfitti. Si tratta dell’inizio di una storia che spingerà gli australiani a lasciare la confederazione e, addirittura, alla realizzazione di un documentario e di un film.
L’incantevole villaggio di Pago Pago è la capitale delle suggestive Samoa Americane. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato (ed in effetti qui è ancora possibile trovare in vendita la “New Coke”, una poco fortunata versione alternativa della Coca-Cola uscita di produzione nel 2002) e dove gli sport più praticati sono il cricket, il baseball e soprattutto il football americano.
Il calcio, a queste latitudini, è quasi sconosciuto. Eppure la selezione nazionale di calcio delle Samoa Americane, a suo modo, è riuscito a entrare nella storia. Ed è di questo che parleremo nel corso di questo incredibile – ma vero – racconto.
L’11 Aprile del 2001, il gruppo 1 delle Qualificazioni dell’Oceania per i Mondiali del 2002 vede affrontarsi l’Australia capolista e le Samoa Americane, ultime. Non è una sorpresa per i nostri eroi essere in questa posizione, dato che dalla costituzione della Nazionale a quel giorno hanno vinto solo una partita. Un buon 3-0, si, ma contro la misconosciuta Nazionale di Wallis & Futuna.
Australia-Samoa Americane, una sfida impari
E non è nemmeno una sorpresa il primo posto dell’Australia, squadra debole se paragonata ai migliori team mondiali ma assoluta dominatrice del calcio oceanico, capace di avere diversi elementi della rosa impegnati nei campionati più prestigiosi d’Europa.
È una nazionale, quella dei “socceroos”, che ha intenzione di lasciare il segno, e pochi giorni prima della sfida con le Samoa Americane ha distrutto Tonga per 22-0, superando il precedente record di gol di scarto in una partita tra selezioni nazionali. Di contro, le Samoa Americane hanno perso due gare su due: 0-13 contro le Isole Fiji, 0-8 contro i “cugini” delle Isole Samoa, quelle “vere”.
È chiaro che non c’è alcuna speranza, in casa dell’Australia, ma il mister Tunoa Lui spera perlomeno di evitare di entrare nei record, e chiede ai suoi di contenere la sconfitta entro i 22 gol subiti da Tonga pochi giorni prima. Addirittura la leggenda narra che venga fatto scomodare il più importante sciamano-stregone dell’isola per l’occasione, ma la cosa non sarà mai confermata ed anzi è poco probabile, in quanto nelle Samoa Americane – New Coke a parte – si vive abbastanza al passo con i tempi.
Un disastro annunciato
Comunque sia, stregone o non stregone, qualche segnale che le cose proprio non vanno nella giusta direzione si potrebbe scorgere all’arrivo della Nazionale in suolo australiano: problemi legati ai passaporti bloccano infatti la maggior parte della rosa.
Solo il portiere e bandiera Nicky Salapu, uno dei pochi ad avere una carriera “internazionale” – giocherà infatti successivamente nel campionato Indonesiano – viene dichiarato abile ed arruolato. L’allenatore non può nemmeno contare sugli elementi della Nazionale Under-20, in quanto nelle Samoa Americane è periodo di esami scolastici e le “giovani promesse” sono tutte impegnate con l’ambito diploma.
Per schierare almeno 18 elementi tra campo e panchina il ct Tunoa Lui è costretto ad inventare calciatori internazionali gente che, con il calcio, ha poco o nulla a che spartire, compresi alcuni quindicenni. Praticamente nessuno di questi è un calciatore vero, e nessuno ha mai giocato una vera gara di 90 minuti.
Di contro, l’Australia sembra quasi mossa a pietà, e lascia quasi tutti gli abituali titolari a casa portandone solo una manciata in panchina. Sono esclusi anche John Aloisi (fugace meteora in Italia con la Cremonese poi divenuto punto fermo dei socceroos) e Damian Mori, che in coppia hanno realizzato ben 10 gol pochi giorni prima nella già citata vittoria per 22-0 contro Tonga.
I loro sostituti sono gli sconosciuti Archie Thompson e David Zdrilić, discreti prospetti del campionato locale. Che però saranno anche meno noti dei titolari, ma hanno allo stesso tempo senz’altro più fame, più voglia di emergere e lasciare il segno nell’occasione che il turnover concede loro.
Australia-Samoa Americane 31-0, una partita da Guinness
Le Samoa Americane riescono a reggere l’urto australiano per ben 10 minuti. E se la frase “ben” può non sembrare adeguata, si scoprirà poi che è stato un tempo incredibilmente lungo, visto il successivo susseguirsi di reti.
Dopo il gol di apertura di Boutsanis al 10′, al 12′ segna Archie Thompson, al 13′ il suo partner Zdrilic e al 14′ la bandiera Aurelio Vidmar. Al 17′ e al 19′ Tony Popovich, un difensore, segna una clamorosa doppietta (e siamo a 6 gol in 9 minuti, un piccolo record nel record), seguita al 25′ da un altro gol di Zdrilić.
Finita qui? Nemmeno per idea! Lo scatenato Thompson realizza addirittura 6 gol in appena 20 minuti, e un altro paio arrivano da Zdrilic. Avete fatto bene i conti? Il primo tempo finisce 16-0, Thompson è andato a segno in otto occasioni e Zdrilić in quattro. Quello che si sta consumando è un vero e proprio dramma sportivo e una comica allo stesso tempo, e ci sono ancora da giocare 45 minuti.
Un’incredibile pioggia di reti
Il secondo tempo ha lo stesso copione del primo, l’Australia occupa il 90% del campo, con le Samoa Americane barricate dietro come a difendere una sconfitta che sembra avere ancora dimensioni quasi dignitose. E invece niente da fare. Boutsanis ancora, poi Colosimo, De Amicis, Thompson, Zdrilić, ancora Thompson…si perde il conto. Letteralmente.
Alla fine, nel secondo tempo sono stati segnati altri 15 gol, 5 da Thompson e 4 da Zdrilić, e la partita è finita con un solo tiro delle Samoa Americane. Lo ha scagliato all’89° minuto Pati Feagiai, vedendoselo peraltro parato da Petkovic, portiere australiano che, forse, poteva concedere almeno il gol della consolazione alla sgangherata truppa samoana: sulla pietà deve aver prevalso l’orgoglio, perché prendere un gol da certi avversari…
Il conto, il tabellone dell’International Sports Stadium di Coffs Harbour, lo ha perso davvero: segna 32-0 con 14 reti di Thompson, ma in realtà l’attaccante ha segnato “solo” 13 volte e il risultato finale è Australia-Samoa Americane 31-0.
Australia-Samoa Americane 31-0: “Certe partite non andrebbero giocate”
Il povero portiere samoano Salapu, invece, la spara forse un po’ grossa. Afferma infatti che “mancavano i nostri migliori difensori, altrimenti avremmo contenuto il danno a 5 o 6 reti” e viene addirittura elogiato dai suoi dirigenti per l’ottima prova fornita.
Thompson, come detto, stabilisce il record di gol segnati in una singola partita in una competizione tra nazionali, e addirittura il suo partner Zdrilić, con 8 segnature, diventa il secondo dal 1908. Questo exploit permetterà a Thompson di spiccare il volo verso l’Europa: giocherà anche nel PSV Eindhoven e vincerà un campionato olandese, pur se non da protagonista.
L’enorme differenza di spessore tecnico vista in questo incontro porterà la federazione oceanica a a cambiare il format delle qualificazioni, introducendo dei turni preliminari tra le Nazionali più deboli, e non è un caso che le strade di Salapu e compagni e quelle dei socceroos non si incroceranno più.
Socceroos in fuga dalla mediocrità
L’Australia, pur dominando le qualificazioni, non andrà al Mondiale di Giappone & Corea del 2002, sconfitta dall’Uruguay nello spareggio decisivo, dato che il raggruppamento oceanico è così debole che i vincitori devono comunque, per volere della FIFA, giocarsi la qualificazione contro la quinta del Sudamerica.
Cinque anni dopo, nel 2006, l’Australia lascerà la zona oceanica per competere in quella asiatica, anche e soprattutto per confrontarsi con Nazionali più quotate, inseguendo una crescita tecnica altrimenti impossibile. Le Samoa Americane arrivano ultime, sempre sconfitte e senza nemmeno un gol realizzato, e da allora hanno vinto una sola gara (contro Tonga) per un totale di due gare vinte in quasi trent’anni.
Nicky Salapu, in un toccante documentario sulla gara chiamato “Next Goal Wins” – diventato nel 2023 un film di Hollywood con protagonista Michael Fassbender – racconterà di aver rigiocato centinaia di volte la partita al celebre videogame FIFA della Electronic Arts. E di essersi in qualche modo “vendicato” demolendo l’Australia lasciata senza un giocatore umano a guidarla.
Presto i record, seppur non a livello di rappresentative nazionali, verranno infranti: nel 2002 infatti, in una partita del campionato del Madagascar l’AS Adema sconfigge SO de l’Emyrne per 149-0, mentre nel 2007, nella terza divisione cipriota, l’attaccante dell’Olympos Xilofagou Panagiōtīs Pontikos realizza ben 16 reti contro il S.E.K., in una gara che si conclude con un roboante 24-3.
Ma queste sono altre storie di uomini e di calcio che presto o tardi vi racconteremo.
SITOGRAFIA:
- Smith, Dom (11/04/2021) Twenty years on, remembering when American Samoa lost 31-0 – The Independent
FILMOGRAFIA:
- (2014) Next Goal Wins – Regia: Mike Brett/Steve Jamison
- (2024) Chi segna vince – Regia: Taika Waititi