sabato, Luglio 27, 2024
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Dall’urlo del Maracanà alla morte per strada: la tragica parabola di Valdiram

La morte del 36enne Valdiram Caetano de Morais, che viveva ormai da tempo per strada e il cui cadavere fu ritrovato all’alba del 20 aprile 2019 con i segni di un pestaggio durato ore, per la polizia di Rio de Janeiro avrebbe potuto essere una delle tante che purtroppo accadono ogni anno nei quartieri più pericolosi della metropoli brasiliana. E in effetti era così. Ma con un particolare: quel nome, molti anni prima, era stato sulla bocca di tutti gli appassionati di futebol.

Per essere più precisi, l’anno era il 2006: Valdiram, 24enne attaccante con alle spalle un passato tutt’altro che entusiasmante in patria e con una deludente esperienza europea al Belenenses (27 presenze e 2 sole reti) aveva toccato il cielo con un dito conquistandosi la maglia del Vasco da Gama, uno dei club più prestigiosi di tutto il Brasile, e la possibilità di giocare in attacco al fianco del grandissimo Romario, il suo idolo di sempre.

Un traguardo meritato, frutto del duro lavoro svolto nella precedente esperienza con il modesto Esportivo. Arrivato al classico punto di svolta della carriera, Valdiram aveva fatto all-in, colpendo la dirigenza del Vasco e guadagnandosi un posto tra le stelle. Gli ingredienti per una delle tante belle storie di calcio che amiamo leggere e raccontare ci sarebbero tutti.

Valdiram, una stagione indimenticabile

All’età di 24 anni, quella in cui per molti chi non è arrivato dovrebbe ormai pensare ad altro, Valdiram Caetano de Morais si scopre dunque all’altezza di giocare tra i grandi del calcio. E non solo: dimostra di poter essere addirittura protagonista. Un mese dopo il suo arrivo, nella Copa do Brasil 2006 che il Vasco affronta senza Romario, emigrato in America alla ricerca del gol in carriera numero 1.000, è il trascinatore della squadra fino alla doppia finale persa con il Flamengo e il capocannoniere della competizione.

Mette a segno 7 reti, precedendo nomi come Giovane Élber, all’ultimo giro di tango in patria dopo aver speso tutta la carriera in Europa, e Renato Abreu. È nata una stella, ma quello che la maggior parte del pubblico ignora è che la sua luce ha iniziato a spegnersi nel momento stesso in cui è stata vista per la prima volta. Ancora una volta, come accadrà in breve tempo anche a un campione come Adriano, fama e successo destabilizzano l’uomo e il calciatore, che sparisce dai radar e dai taccuini degli scout con la stessa velocità con cui vi era entrato.

Dalla Copa do Brasil a un rapido declino

Raccontare il resto della carriera di Valdiram è infatti questione di un attimo. Mentre segnava a ripetizione nella coppa del Brasile sembrava fosse pronto per lui un futuro in Francia, al Bordeaux. Ma nel giro di poche settimane l’Europa è sfumata e il valore del suo cartellino è scemato.

A 25 anni, esattamente un anno dopo essere arrivato al Vasco da Gama e pochi mesi dopo aver dominato la coppa del Brasile, in pratica è già finita: l’allenatore Renato Gaucho è stato un bad boy, ai suoi tempi, ma da tecnico non può accettare l’indisciplina di un ragazzo che finalmente sente il mondo ai propri piedi e non si allena più con costanza. Per questo lo ha escluso dalla finale di ritorno, appuntamento a cui il centravanti si era presentato dopo aver passato la notte in bianco in una discoteca.

Per lo stesso motivo chiede e ottiene la sua cessione: il viaggio di Valdiram, dalla periferia del calcio alle stelle e ritorno, si completa con numerose esperienze in cui il riscatto non arriva mai. Lui neanche ci prova, sempre più schiacciato da una spirale di droga, alcol e guai giudiziari che rendono il campo e il pallone qualcosa di troppo secondario per meritare attenzione.

Il fantasma del bomber di un tempo

Dal 2007 e fino al 2017, anno in cui appende ufficialmente gli scarpini al chiodo, Valdiram è in tutto e per tutto la parodia di quello che era un tempo. E prende letteralmente in giro chiunque gli conceda fiducia. Prima di rendersene conto, scommettono su di lui un’infinità di club: nell’ordine Itumbiara, Ituano, i qatarioti dell’Al-Shamal, Paysandù, Criciuma, CSA, Goytacaz, Avenida, Tupi, lo Sport di Minas Gerais, Central, Ferroviário, Duque de Caxias, Bangu, Comercial e Atlântico.

La discesa, dalla gloria del Vasco da Gama, è evidente. Parliamo di circa 15 squadre in 10 anni, una manciata di gol, provini falliti e contratti di pochi mesi. Nonostante scenda il livello, e con esso l’intensità delle luci dei riflettori, i vizi restano gli stessi. E risalire la china diventa ogni volta più difficile fino a diventare, in poco tempo, un’impresa semplicemente impossibile.

Dato che scende in campo in pochissime occasioni e non segna praticamente più, di lui si finisce per parlare soltanto per quello che combina fuori dal campo. E il materiale certo non manca. Nel 2014 volta addirittura le spalle a Paulo Roberto Guillard, uno dei suoi scopritori che era pronto a concedergli un’ultima opportunità per rimettersi in carreggiata.

Secondo quanto riportato dai media brasiliani, infatti, Guillard tiene sotto osservazione il centravanti per oltre un mese e lo vede cambiato e determinato. Ma quando il contratto viene firmato questi sparisce letteralmente, peraltro dopo aver rubato il cellulare di un compagno per rivenderlo al mercato nero. Verrà ritrovato soltanto dopo alcuni giorni, “in condizioni deplorevoli” sotto gli effetti della droga, e licenziato ancora una volta.

Dal Maracanà alle strade di Rio

Il Vasco da Gama prova a venirgli incontro, offrendogli il sostegno economico per un programma di disintossicazione. È l’ennesimo tentativo di uscire da una spirale di autodistruzione che altrimenti, dopo aver annullato il calciatore, rischia di fare lo stesso anche con l’uomo. Ma purtroppo anche questo si rivela infruttuoso.

Nelle interviste che ha rilasciato mentre la sua carriera andava verso la conclusione, ogni volta che la salvezza sembrava quasi a portata di mano, l’ex bomber della Copa do Brasil 2006 ha ammesso tutti gli errori e le debolezze che lo hanno fatto finire nel dimenticatoio. L’alcol, la droga, le donne. Nel 2001 è stato accusato di aver tentato di stuprare una ragazza di 14 anni e di aver fatto lo stesso anche con una ex partner.

Dopo aver sperperato un vero e proprio patrimonio, Valdiram sparisce brevemente dalla circolazione dopo aver pubblicato un video in cui chiede, inutilmente, aiuto economico agli ex compagni. Ha 36 anni, ha subito diverse operazioni al ginocchio, non può più provare a salvarsi con i gol. Pochi mesi dopo viene individuato da alcuni reporter mentre dorme per strada, privo di documenti. Sopravvive grazie alla solidarietà di quei pochi che ancora si ricordano chi sia stato.

La notte del 20 aprile 2019, come dicevamo, il suo corpo viene ritrovato privo di vita poco lontano dalla squallida baracca senza elettricità e acqua corrente che era diventata la sua casa. Il calcio brasiliano si ricorda di lui, e non sono certo pochi i messaggi commemorativi che lo omaggiano. La domanda, per i tanti che non conoscono la sua storia, è sempre la stessa: come è possibile passare dal Maracanà a vivere e morire per strada?

Una morte e tante ombre

Sono domande a cui nessuno, forse, potrà mai davvero dare una risposta. Impossibile conoscere cosa si nasconde nell’animo di un essere umano, da dove nascano certe debolezze o se sia possibile fermare una spirale di autodistruzione una volta che questa è iniziata. Certo non è stato possibile frenare quella di Valdiram.

L’ex bomber è morto dopo essere stato picchiato per ore. Chi lo ha ucciso racconta di averlo fatto per vendicare un bambino di soli 3 anni, che avrebbe subito le attenzioni sessuali di un uomo che quasi nessuno nel quartiere riconosceva come stella del calcio. Ma che appunto veniva chiamato “Jack”, nome con cui in gergo nelle strade di Rio si identificano i molestatori.

È con questa ombra, in un finale tragico e denso di violenza, che si conclude la triste parabola di Valdiram Caetano de Morais. La stella che illuminò la Coppa del Brasile del 2006, accecata dalla sua stessa luce e precipitata quasi immediatamente sulla Terra. L’ennesima testimonianza di come le divinità del pallone alla fine non siano altro che persone, con fragilità e demoni a volte impossibili da sconfiggere.


Sitografia:

  • (08/10/2015) Seu A. – Valdiram: quando sesso, droga e alcol soffocano i gol. ”Adriano è come me. Sta toccando il fondo” –> Tropico del calcio (gazzetta.it)
  • (08/02/2018) – Artilheiro pelo Vasco, Valdiram vira morador de rua no subúrbio do Rio –> Globo.com
  • (10/02/2018) – Drogas, bebida e causos: a conturbada vida de Valdiram, resgatado pelo Vasco –> Globo.com
  • (21/04/2019) – Conmoción en Brasil por la trágica muerte de un futbolista que jugó con Romario y terminó viviendo en la calle –> InfoBae
  • (22/04/2019) – De jugar con Romario a vivir en la indigencia y morir con 36 años en las calles de Brasil –> Marca
  • (22/04/2019) – Valdiram Caetano, de jugar con Romario a vivir y morir con 36 años en las calles de Brasil –> El Español
  • (22/04/2019) De Santis M. – Ammazzato di botte e scaraventato in strada, così è morto Valdiram ex stella del Vasco –> Fanpage.it
  • (02/05/2019) Torralba K. – A morte de Valdiram: ex-Vasco apanhou e sofreu por mais de três horas… –> UniversoOnLine
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Simone Cola
Simone Colahttps://www.uomonelpallone.it
Amante del calcio in ogni sua forma e degli uomini che hanno contribuito a scriverne la leggenda

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