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Jean-Pierre Adams, il lungo sogno della Guardia Nera

Jean-Pierre Adams fu, con Marius Trésor, la metà della coppia di difensori centrali della Francia di metà  anni ’70 chiamata “La garde noire”,“la guardia nera”, soprannome che sottolineava il colore della pelle dei suoi componenti. Il primo era nato in Senegal, il secondo in Guadalupa: entrambi però si erano affermati come calciatori e come uomini nel paese transalpino, nei cui confronti nutrivano riconoscenza e del quale si sentivano giustamente cittadini a tutti gli effetti.

Le loro carriere, una volta conquistata la gloria della Nazionale, avrebbero intrapreso percorsi differenti. Più fortunata quella di Trésor, “la perla delle Antille”, che negli anni a venire sarebbe stato un punto fermo dei Bleus e dell’Olympique Marsiglia partecipando anche a due Mondiali. Più sottotono invece quella di Adams, anche a causa di qualche infortunio di troppo e delle immancabili “sliding doors” che il calcio riserva ai propri protagonisti.

Scelte poco fortunate e acciacchi non avrebbero comunque cambiato di molto l’immagine che Jean-Pierre Adams aveva lasciato negli occhi degli appassionati. Un buon difensore, tendente all’ottimo nei momenti migliori, un grande professionista, amato e rispettato da tutte le piazze in cui aveva militato.

Leader naturale dello spogliatoio, per molti avrebbe potuto togliersi grandi soddisfazioni anche come allenatore. Una carriera che Jean-Pierre aveva preso in seria considerazione, e che quasi certamente avrebbe intrapreso una volta appesi gli scarpini al chiodo. Il destino, però, aveva in serbo per lui un futuro crudele e beffardo: una banale operazione di routine lo condannò infatti a un sonno senza sogni, durato oltre trent’anni.

Un dramma, quello vissuto da Jean-Pierre Adams, che mi ha spinto ad aprire questo blog, dove racconto le storie di uomini e di calcio che più mi hanno colpito.

Jean-Pierre Adams: il successo e il declino

Ma chi fu Jean-Pierre Adams? Nato a Dakar, Senegal, il 10 marzo del 1948, si era trasferito in Francia all’età di 10 anni. Era arrivato insieme alla nonna, che si era recata in pellegrinaggio religioso a Montargis e durante il viaggio era riuscita a convincere una famiglia del posto ad adottarlo, per salvarlo dalla miseria e regalargli una speranza per il futuro.

Un’opportunità che Adams colse subito emergendo nel calcio. Centravanti nel Racing Club de Fontainebleau, piccolo club amatoriale rappresentante un bellissimo sobborgo di Parigi, si era fatto notare grazie al fisico atletico e una grande capacità di restare sempre concentrato. Dopo aver raggiunto diverse volte la finale del Championnat de France Amateur, anticamera del professionismo, finalmente nel 1970 les Bellifontains erano riusciti a trionfare.

La carriera di Jean-Pierre Adams come professionista era iniziata proprio quell’estate, con il passaggio al Nimes. Diventato un roccioso difensore, non particolarmente tecnico ma grintoso e fisicamente dominante, era stato uno dei punti fermi del club capace di vincere una Coppa delle Alpi, una semifinale di Coppa di Francia e un secondo posto in campionato.

Dopo aver raggiunto la Nazionale si era trasferito al Nizza. Anche in questo caso la vittoria del titolo era sfuggita di poco, ma certo ormai il suo nome era uno dei più in voga nel movimento calcistico francese. In coppia con Trésor aveva dato vita alla Garde Noir, e nientemeno che un certo Franz Beckenbauer lo aveva definito “uno dei più forti difensori al mondo”.

Una carriera costellata dagli infortuni

Purtroppo l’esperienza con la Francia si sarebbe conclusa presto. A causa di alcuni fisici, infatti, Adams si sarebbe trovato costretto a saltare alcune convocazioni, uscendo dal giro per trovarsi alla fine fuori dalle prime scelte. Il bilancio finale sarebbe stato infatti di 22 presenze con la Nazionale, un bottino di tutto rispetto ma inferiore a quanto avrebbe meritato secondo molti.

Anche a livello di club arrivarono, subito dopo il momento migliore, una scelta poco fortunata. Si trasferì infatti al Paris Saint-Germain, club ambizioso e facoltoso ma privo di un progetto e incapace di lasciare il segno. L’ultima tappa a buon livello sarebbe stata ormai 32enne al Mulhouse, mentre la stagione successiva avrebbe voluto chiudere nella modesta realtà dilettantistica dello Chalon.

L’idea era quella di appendere gli scarpini al chiodo qui, magari iniziando allo stesso tempo il percorso come allenatore in una realtà a misura d’uomo e priva di pressioni. Professionista esemplare, aveva lasciato ottima impressione in tutto l’ambiente calcistico e il passaggio in panchina sembrava obbligato, atteso da tutti.

Un errore fatale

Il 17 Marzo 1982, una settimana dopo il suo 34° compleanno, Jean-Pierre entrò in sala operatoria per via di un ginocchio che gli aveva procurato qualche fastidio durante una visita medica. Niente di importante, ma un fastidio che andava risolto con un’operazione che tutti avevano definito di semplice routine. Anestetizzato per un sonno che sarebbe dovuto durare qualche ora, non si sarebbe mai più svegliato.

A causa di una serie di scioperi che avevano sconvolto la Francia in quei giorni, infatti, la clinica che doveva operarlo si era trovata improvvisamente a corto di personale. L’anestesista, un semplice stagista, doveva agire su ben otto pazienti contemporaneamente. Sotto pressione, poco esperto, finì per commettere un errore dietro preparando il possente calciatore. Che finì, incredibilmente, in coma.

Da quel momento Jean-Pierre Adams sarebbe caduto in un sonno dal quale non si sarebbe svegliato più. La moglie Bernadette, sposata quando ancora il famoso calciatore era solo un centravanti di belle speranze, non lo avrebbe mai abbandonato, restando fedelmente al suo fianco e accudendolo ogni giorno. In attesa di un segnale che però, purtroppo, non arriverà mai.

Jean-Pierre Adams

Un triste epilogo

Per anni Adams respirerà in modo autonomo, continuando però a fissare il vuoto: i figli, appena bambini all’epoca, diventeranno uomini, e poi genitori, portando i nipotini a trovare il nonno che però non può sentirli né vederli. Molti dottori lo visiteranno, constatando però ben presto che non c’è niente da fare. Forse solo un gesto di pietà, l’eutanasia, che però Bernadette rifiuta categoricamente.

Estremamente religiosa, la donna preferirà sacrificare la propria vita affidandosi unicamente alla speranza, in attesa di un segno che purtroppo, però, secondo la scienza non potrà mai verificarsi.

“Se Jean-Pierre avesse voluto morire, in qualche modo me lo avrebbe fatto capire.”

Soltanto il 6 settembre 2021 questa tragica quanto incredibilmente triste storia si conclude. In seguito a un’infezione polmonare, muore nel Centro Ospedaliero Universitario di Nîmes, dove era stato ricoverato una settimana prima. Il lungo sonno senza sogni del coma è durato più di 39 anni, per l’esattezza 14.418 giorni.

Jean-Pierre Adams scompare a 73 anni. Ha vissuto più di metà della sua vita in coma, la tragica conseguenza di un errore banale quanto fatale. La speranza è che nel corso di questo lungo periodo abbia potuto sognare di tanto in tanto il calcio che amava tanto, la certezza è che oggi, finalmente, riposa in pace.

(Aggiornato il 10 settembre 2021)


Jean-Pierre Adams

  • Nazionalità: Francia/Senegal
  • Nato a: Dakar (Senegal) il 10 marzo 1948
  • Morto a: Nîmes (Francia) il 6 settembre 2021
  • Squadre di club: Nîmes (FRA), Nizza (FRA), Paris Saint-Germain (FRA), Mulhouse (FRA), Chalon (FRA)

SITOGRAFIA:

  • Martinelli, Carlo (09/02/2009) Sabato e mercoledìQuasiRete
  • Bairner, Robin (27/02/2014) The Footballer trapped in ‘The House of the Beautiful Sleeping Athlete’The Guardian
  • Pastore, Giuseppe (16/03/2018) AmourUltimo Uomo
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Simone Cola
Simone Colahttps://www.uomonelpallone.it
Amante del calcio in ogni sua forma e degli uomini che hanno contribuito a scriverne la leggenda

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