sabato, Luglio 27, 2024
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Walter Tull, eroe contro il razzismo

Figlio di un carpentiere proveniente dalle Barbados, la madre morì di cancro quando era ancora piccolo, e poco dopo fu la volta proprio del padre, colto da infarto quando ancora il piccolo Walter non aveva compiuto il decimo anno di età.

Fu così affidato insieme al fratello Edward ad un orfanotrofio, dove crebbe grazie alla generosità dei volontari dell’organizzazione oggi nota come “Action for Children”.

Mentre Edward, adottato da una famiglia di Glasgow, diventava dopo la scuola un rinomato dentista, il primo di colore in tutta Inghilterra, Walter aveva conosciuto il football e ne era rimasto incantato.

Dotato di notevole talento, velocità e grande coraggio, si mise in mostra nei puri dilettanti del Clapton e quindi, dopo una tournée in Sudamerica a cui andò in prova, fu aggregato al Tottenham Hotspur, diventando di fatto il primo calciatore di movimento di colore a giocare come professionista ad alti livelli.

Tull era infatti stato preceduto soltanto dallo scozzese-guineano Andrew Watson, che però era sempre stato un amateur de facto, e il ghanese Arthur Wharton, mai però riuscito a imporsi nel calcio professionistico.

Odioso razzismo

Né Walter né il club avevano però fatto i conti con i numerosi razzisti oggi come allora presenti nella società, che non mancavano di offendere Tull durante le gare con i peggiori improperi nonostante – o forse proprio a causa di – una serie di prestazioni che destavano meraviglia in compagni, avversari e stampa, che arrivò a definirlo persino “un modello per i calciatori bianchi”.

Fu questo il motivo per cui, dopo appena una decina di gare, questo generoso centrocampista fu messo nella Squadra Riserve, decisione inevitabile dopo una gara contro il Bristol City, dove i tifosi ospiti diedero davvero il peggio di se, definendolo una scimmia e invitandolo a tornare in Africa, terra che peraltro non aveva mai nemmeno visitato.

Dal dimenticatoio delle Riserve lo avrebbe ripescato Herbert Chapman, vero e proprio santone della panchina e figura fondamentale nella storia del calcio (a lui si deve l’invenzione del “Sistema” e tante altre invenzioni del calcio moderno come i numeri sulle maglie) che lo volle nel suo Northampton Town.

La rinascita con Chapman e la morte da eroe

Nei Cobblers, come interno di centrocampo, Tull si mise nuovamente in mostra grazie alle sue grandi doti atletiche, giocando più di un centinaio di gare con buon profitto, guadagnandosi attestati di stima quasi unanimi e anche il rispetto di molti di quelli che prima di allora lo aveva offeso.

In procinto di passare ai Rangers di Glasgow, la sua carriera fu interrotta come quella di tanti dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale: arruolatosi con entusiasmo nel Football Battalion, il Reggimento composto da giocatori e dirigenti dei club calcistici, morì nei dintorni di Calais nel marzo del 1918 durante “l’offensiva di primavera”.

Nei tre anni di battaglie tra Francia e Italia si era distinto per bravura e coraggio, primo soldato di colore a raggiungere il grado di ufficiale nonostante il regolamento ai tempi non prevedesse questa possibilità. Il suo corpo non fu mai trovato, ma grazie alla sua vita coraggiosa dentro e fuori un campo di calcio il suo nome rimarrà per sempre immortale, inciso – insieme a quelli di altri 35.000 commilitoni – nella pietra del War Memorial di Arras.

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SITOGRAFIA:

  • Bagchi, Rob (28/03/2010) Walter Tull 1888-1918 – Officer Footballer, The Guardian
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Simone Cola
Simone Colahttps://www.uomonelpallone.it
Amante del calcio in ogni sua forma e degli uomini che hanno contribuito a scriverne la leggenda

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