Chi ha acquistato il mio libro “Pionieri del Football – Storie di calcio vittoriano 1863-1889” avrà notato che la copertina rappresenta undici calciatori dell’epoca. Non si tratta di ritratti casuali, ma di una sorta di “squadra ideale” di quel periodo, che la bravissima Sarah Fruncillo ha ritratto su mia indicazione. Non si tratta necessariamente dei calciatori più forti di quel periodo, ma senz’altro ho voluto che venissero raffigurati undici tra i più rappresentativi e unici footballer dei primi anni del nostro amato gioco. Ecco chi sono nel dettaglio i protagonisi della copertina.
Lascia un commentoCategoria: Libri & Film
Esiste una grande quantità di letteratura e cinematografia a tema calcistico. Qui vi racconto e consiglio i libri e film che mi sono piaciuti.
Il 1870 fu un anno di grandi cambiamenti per l’Inghilterra. Mentre il mondo della politica si distinse varando il primo di numerosi Education Acts, tesi a favorire l’alfabetizzazione garantendo a tutti il diritto d’istruzione, quello del football non restò a guardare, ridefinendo sulla base delle gare giocate fino ad allora alcune delle più importanti Laws of the Game e cercando allo stesso tempo di espandere il più possibile la sua influenza nelle varie città del Paese e non solo.
Lascia un commentoNel luglio del 1930 vengono giocati in Uruguay i primi Mondiali di calcio, un evento che senza alcun dubbio lascia un segno indelebile nella storia del calcio. Mai prima di allora si era svolto un torneo che vedesse le migliori scuole calcistiche del mondo sfidarsi per stabilire quale fosse la migliore, mai prima di allora si erano avuti, in uno spazio tanto ristretto, tanti straordinari campioni.
A dire il vero numerose e prestigiose furono le defezioni che il torneo concepito da Jules Rimet subì: forti della loro autoproclamata superiorità naturale, i britannici rifiutarono in blocco di attraversare l’Oceano per dimostrare ciò che per loro era ovvio, e per motivi diversi – prettamente di natura economica, dato che ai tempi il calcio per molti era “soltanto un gioco” – mancarono all’appello anche numerose rappresentative europee.
A tenere alto l’onore del Vecchio Continente giunsero infine soltanto Francia, Romania, Belgio e Jugoslavia: soltanto quest’ultima avrebbe davvero dimostrato di non essere lì per caso, arrivando anzi ad un passo dalla finale e perdendola per un arbitraggio quantomeno discutibile.
Lascia un commentoRobin Friday, il prodigio ribelle del calcio “Dotato di un incredibile resistenza, era un ribelle fuori dal calcio. Ballava nudo…
Lascia un commento1936: in Spagna scoppia la Guerra Civile, un conflitto sanguinoso che dilania il Paese e che vede le truppe fasciste guidate da Francisco Franco effettuare un colpo di Stato ai danni della Repubblica. In breve i franchisti arrivano ad occupare la maggioranza del Paese, e mentre una dopo l’altra le città cadono sotto l’avanzata dei fascisti spagnoli, spalleggiati dai “colleghi” giunti da Italia e Germania, il neonato governo basco è autore della nascita di una rappresentativa calcistica destinata ad entrare nella storia: Euzkadi, “la Nazionale della libertà”.
Lascia un commentoDel calcio pionieristico in Italia in molti hanno scritto, spesso con buoni risultati ma ancor più spesso limitandosi a sciorinare…
Lascia un commentoLascia un commentoAvevo compiuto da un giorno tredici anni, il 10 novembre del 1987, quando la sua 126 bianca parcheggiò davanti al campetto dove stavo giocando, con la maglia del San Vendemiano. Setacciava il Veneto alla ricerca di giovani talenti, fin dal primo momento ha creduto nel mio. Sono finito sul suo mitico quadernetto, nel tabellino della partita scrisse il mio nome con accanto tre asterischi, vale a dire il massimo dei voti. Così mi segnalò al Padova. E pochi mesi dopo la mia carriera ha avuto inizio. Quella è stata la mia occasione, la porta che si è aperta per il mondo che avevo sempre sognato.
Io non l’ho mai dimenticato.
A volte ripenso a cosa sarebbe stato di me senza quelle tre stellette. Forse sarebbe arrivata un’altra macchina, con un altro al posto di Vittorio alla guida. Forse sarei stato segnalato da qualcun altro. Ma se non fosse arrivato nessuno in quel campetto di provincia? Se quel giorno non avessi giocato bene, e non l’avessi convinto? A volte mi capita di pensarci, come in quel film, “Sliding Doors”, cosa sarebbe successo se…
E invece è successo, e sono felice che sia andata così, sono felice che a “scoprirmi” sia stato lui, Vittorio, perché faceva quel lavoro con passione, perché ripensando a quel giorno ancora si commuove, perché vorrei che tanti ragazzi potessero avere la fortuna che ho avuto io. Sono sicuro che in tanti campi di provincia ci sono giovani che aspettano l’occasione che ho avuto io. Non tutti potranno fare la stessa strada, ma sarebbe bello che Vittorio Scantamburlo fosse preso come esempio da tanti, perché farebbe bene al calcio e a chi lo ama.
(Alessandro Del Piero, dalla prefazione)
Per ogni appassionato di calcio italiano il Cagliari rappresenta una squadra unica nel suo genere e per questo estremamente affascinante: unica rappresentanza di un’intera isola – perlomeno ad alti livelli – il sodalizio rossoblù sorto nel 1920 ha saputo nella sua lunga storia superare mille difficoltà e addirittura appuntarsi sul petto uno Scudetto storico, quello del 1970 arrivato grazie alle reti di Gigi Riva e alla sapienza dell’allenatore Scopigno.
Nonostante questi notevoli risultati e l’importanza indubbia nella storia del calcio italiano, capita spesso che la storia dei sardi presenti dei buchi oscuri, domande prive di risposte certe, domande a cui cerca di rispondere lo storico e ricercatore Mario Fadda in questo bel volume dal titolo inequivocabile: “La vera storia della maglia del Cagliari”,
Lascia un commentoEdson Arantes do Nascimento. per tutti semplicemente Pelé, è da molti considerato il più grande calciatore della storia e senz’altro uno dei più iconografici, in molti paesi simbolo stesso del calcio e della sua essenza più pura. La sua vita è stata la prima vera e propria favola che il futebol ricordi, quella che racconta di un ragazzo nato e cresciuto in povertà e che grazie ad un talento enorme e una ferrea volontà ha saputo diventare il più grande al mondo contribuendo anche in prima persona alla trasformazione del calcio brasiliano, che fino al suo avvento era rispettato ma non certamente temuto. Logico che una vita come la sua fosse perfetta come soggetto per un film, e anzi quello che stupisce è semmai che si sia arrivati a farlo nel 2016, e forse questo è uno dei motivi per cui questa buona pellicola sceglie coraggiosamente di romanzare la storia nel tentativo riuscito di fare qualcosa di molto diverso da una sterile – per quanto accurata – monografia.
Lascia un commentoIl calcio cinese è il calcio del futuro? I recenti pazzeschi investimenti che il mondo del pallone ha visto compiere da parte del “Celeste Impero” non sono una risposta, ma sicuramente hanno avuto il merito di catturare l’interesse di un mondo che soltanto fino a pochi anni fa ignorava una nazione con oltre un miliardo di abitanti domandandosi, al limite, come fosse possibile che con una popolazione così vasta nessuno riusce a trovare undici validi interpreti dell’arte del pallone.
Adesso gli acquisti di giocatori come Paulinho, Alex Teixeira e Jackson Martinez e Ezequiel Lavezzi hanno reso indubbiamente le compagini cinesi più forti a livello di club e alzato la spettacolarità del campionato, con il conseguente inserimento della Cina tra le possibili destinazioni di campioni di ogni età in sede di calciomercato – arrivando a clamorose boutade come quella che riguarda Zlatan Ibrahimović – ma la domanda di fondo ha soltanto cambiato forma, restando nei fatti la stessa: l’acquisto a peso d’oro di campioni prezzolati aiuterà la crescita di un movimento che per oltre un secolo è rimasto inferiore per qualità a quello di paesi rivali come Giappone e Corea del Sud?
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Chiedi chi era Paolo Pizzirani. Chiedilo al calcio, quel mondo di cui avrebbe dovuto far parte come uno dei protagonisti principali, e con ogni probabilità non avrai alcuna risposta: sparita troppo presto, la promessa di Bologna, per meritare una pagina di Wikipedia o un video, qualche ricordo di quelle prodezze che facevano strabuzzare gli occhi ai tanti scout che giorno dopo giorno venivano a vederlo prevedendo per lui un futuro ai massimi livelli.
Chiedilo allora ad Alessandro Turrini, l’amico d’infanzia, quello che non dimentica: “Paolo era un 10 vecchio stile, una mezz’ala. Un dio greco con gli occhi azzurri, gentilissimo e dotatissimo non solo nel calcio. Gli ho visto mettere gli sci per la prima volta e scendere giù tranquillo, imbracciare una racchetta da tennis e vincere un torneo. Alto un metro e ottantotto, al basket era incredibile, vinse un campionato provinciale praticamente da solo: quando ‘entrava’ a canestro faceva paura, aveva uno stile che nessuno gli aveva insegnato. Eppure, mai ha utilizzato impropriamente questo bagaglio di vantaggio, mai era spocchioso. Si, dopo un gol esultava, era un passionale e però incapace di cattivi sentimenti.”
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Conoscete le origini del Preston North End, che fu la squadra dominante dei primi campionati inglesi e che ha da sempre un’accesa rivalità con il Blackpool? E sospettereste mai che i tifosi di quest’ultima compagine sono tra i più violenti e temuti d’Inghilterra? Perché la sfida tra West Bromwich Albion e Wolverhampton Wanderers si chiama “The Black Country Derby“? E da dove nasce?
A queste e moltissime altre domande rispondono i giovanissimi Luca Garino e Indro Pajaro con “Local Derbies in the UK – Derby e rivalità nella terra di Sua Maestà”, interessantissimo compendium di tantissime curiosità sul calcio inglese e su alcune delle squadre che ne hanno fatto e ne fanno tuttora la storia e uscito per Urbone Publishing.
Questa casa editrice specializzata in libri di tema calcistico ha avuto coraggio a puntare su due esordienti, per giunta giovanissimi, ma si può dire che l’azzardo si è rivelato vincente.
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