martedì, Dicembre 3, 2024

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Nettie Honeyball, la prima donna nel pallone

“Pochi minuti sono stati sufficienti a dimostrare che il calcio praticato delle donne, se le British Ladies possono essere prese come criterio, è totalmente fuori questione.
A un calciatore sono richieste velocità, giudizio, abilità e coraggio. Nessuna di queste quattro qualità è stata mostrata sabato. Per gran parte della gara le donne vagavano senza meta sul campo, in un trottare senza grazia.”

The Daily Sketch, 23 marzo 1895

Se fosse vero, come si dice, che il buongiorno si vede dal mattino, il calcio femminile avrebbe dovuto terminare la propria avventura non appena l’aveva iniziata.

Con queste parole, infatti, il reporter di “The Daily Sketch” aveva liquidato la prima partita ufficiale giocata tra donne il 23 marzo del 1895 a Londra, un’esibizione tra due squadre rappresentanti il nord e il sud della città e che aveva visto le prime, vestite di rosso, dominare le avversarie e sconfiggerle con un rotondo 7-1.

Ma neanche le aspre parole degli altri giornalisti presenti, che predicavano lo spettacolo come “incapace di attirare le folle”, bastarono a scoraggiare queste intrepide pioniere. Il merito fu senz’altro della loro leader, che aveva avuto un’intuizione, un sogno, e non intendeva rinunciarvi.

Per questa donna coraggiosa il football, quel bellissimo sport che ormai da anni infiammava il pubblico inglese, poteva essere giocato anche dalle ragazze. Il suo nome era Nettie Honeyball, e sarebbe passata alla storia come la creatrice del calcio femminile.

Nettie Honeyball, prima donna nel football

Il mistero sulla vita di questa giovane donna, decisa a cambiare per sempre il modo di pensare di una società maschilista e conservatrice come quella inglese dell’epoca, è grande, e sicuramente quello che utilizzava sui campi da gioco era uno pseudonimo.

Dalle ricerche effettuate da numerosi storici di calcio emerge che il suo vero nome fosse Jessie Allen, giovane cassiera di una drogheria che si era appassionata al football ascoltando i numerosi discorsi entusiasti che i clienti del suo negozio facevano dopo ogni giornata di campionato.

Da questi emergeva una sempre più crescente passione per uno sport che, nato per un’élite di cittadini, era ben presto diventato popolare, soprattutto grazie alla FA Cup vinta dagli “operai” del Blackburn Olympic e alla nascita del primo campionato di calcio al mondo, quello inglese appunto.

Il British Ladies Football Club

Dopo essere stata trattata con sufficienza ogni qualvolta si interessava a parlarne – comportamento tipico di una società dove le donne avevano spesso un valore soltanto ornamentale, pochi diritti e ancor meno credibilità – la giovane Jessie decise di utilizzare lo pseudonimo di “Nettie Honeyball” e di fondare la prima lega calcistica femminile pubblicando un annuncio sui giornali.

Siamo nel 1894, nasce così il “British Ladies Football Club”, al quale in breve tempo aderiscono trenta giovani donne entusiaste e decise “a dimostrare al mondo che le donne non sono quelle creature ornamentali e inutili che gli uomini immaginano”, come dichiara essa stessa in una lettera spedita al “The Daily Sketch” nel febbraio del 1895.

“Immagino un futuro dove le donne potranno sedere in Parlamento e avere voce negli affari, specialmente quelli che le riguardano più da vicino”.

Ad allenare le volenterose pioniere ci pensa John William Julian, terzino della prima formazione professionistica dell’Arsenal e che sta per concludere una discreta carriera nel Tottenham Hotspur. In seguito sarà un pioniere del calcio in Olanda, guidando numerose formazioni appena sorte nella terra dei Tulipani. Ma nell’anno di grazia 1895 si dedica a insegnare i rudimenti del calcio a trenta allieve che hanno dalla loro soltanto un grande entusiasmo.

Rosse contro blu: la nascita del calcio femminile

Vengono formate due squadre, una rappresentante il nord e una il sud della città ed entrambe rivendicanti il diritto di essere chiamate “il primo club calcistico femminile”: una rivalità voluta per creare spettacolo e attirare le folle in quello che sarà un incredibile tour attraverso l’Inghilterra.

A organizzare tutto è ancora Nettie, e dove non può arrivare lei arriva il marito, Frederick Smith, appassionato di calcio e deciso ad assecondare il sogno della moglie. Del tour Smith è organizzatore e guida, un giovane uomo con un sogno che giorno dopo giorno lo coinvolge insieme al fratello Arthur, che nel “British Ladies Football Club” ha trovato l’amore della vita, Miss Violet Heffernon, una delle calciatrici più talentuose.

La prima partita, come detto, si svolge il 23 marzo del 1895 e si conclude con la vittoria della selezione del nord, che si ripete anche nella seconda uscita: il 6 aprile, al Preston Park di Brighton, le “rosse” del nord sconfiggono le “blu” del sud per 8-3.

Il tour attraversa l’Inghilterra

Le “ragazze del football” giocano spesso con i propri vestiti di tutti i giorni indossati sopra la divisa da calcio, un look singolare che fa sorridere i molti che vanno a vederle giocare più per osservare un fenomeno da baraccone che per vero interesse sportivo.

Eppure, anche i critici più severi non possono non ammirare quella che puntualmente è la migliore giocatrice in campo, un folletto di 120 centimetri: si chiama Daisy Allen ed ha appena 11 anni, il che la dice lunga – con tutto il rispetto per il talento della bambina – sul livello tecnico che è possibile osservare in queste partite.

Nonostante controlli di palla errati, tiri sbilenchi e un’organizzazione tattica a dir poco lacunosa siano all’ordine del giorno, le ragazze corrono, divertono e si divertono, raccogliendo soldi destinati alla beneficenza in ogni uscita che le vede protagoniste.

Sono ben 5.000 gli spettatori presenti alla loro terza gara quando, dopo aver organizzato il consueto teatrino di provocazioni su quale sia davvero “la squadra originale”, rosse e blu pareggiano per 3-3 raccogliendo addirittura 100 sterline d’incassi.

Un successo crescente

Il tour prosegue la sua marcia, facendo registrare un numero di spettatori mai visto a Reading neanche per i match maschili, e poi attirando ancora folle numerose a Bristol, New Brompton, Walsall, con l’apice della popolarità che arriva a Newcastle: le ragazze si sfidano nel prestigiosissimo St. James Park, che ospita ben 8.000 curiosi e appassionati di calcio.

Il livello, nei pochi mesi che sono trascorsi dalla pubblicazione dell’annuncio di Nettie, è cresciuto notevolmente: le reti fioccano ancora, e spesso e volentieri alcune delle ragazze in campo sembrano essere lì quasi per caso, ma sono sempre più frequenti i casi di dribbling ben riusciti, passaggi e tiri eseguiti con cura, corse e contrasti che fanno anche gridare allo scandalo alcuni spettatori.

Essi ritengono il football sport troppo brutale per esseri fragili come le donne e alquanto disdicevole che, nei frequenti parapiglia che si vengono a creare in area di rigore, le gonne finiscano per sollevarsi mostrando pantaloncini da calcio ma anche giarrettiere, che indicano come tutto sommato queste coraggiose ragazze non intendano rinunciare alla propria femminilità.

Tutto finisce, ma tutto è appena iniziato…

Il tour prosegue per alcuni mesi, durante i quali le ragazze lottano per dimostrare che anche loro possono giocare a calcio disputando anche diverse sfide contro mariti e fidanzati.

Ma nella maschilista società vittoriana si tratta di una battaglia persa in partenza: presto le risate di scherno si sono trasformate in insulsi, e la situazione degenera quando queste coraggiose donne tentano di intraprendere un tour in Scozia. Com’era già avvenuto alcuni anni prima ad alcune volenterose locali, che avevano provato a organizzare una partita venendo allontanate in malo modo dagli uomini presenti, la folla, radunatasi per curiosità, passa presto agli insulti e quindi irrompe in campo.

La situazione è tesa, e tra spintoni e violente minacce le ragazze a stento riescono a lasciare il campo e a raggiungere la loro carrozza, a sua volta colpita da una fitta sassaiola che spaventa a morte quelle giovani donne che, in fondo, volevano solo giocare a calcio.

È finita. Provate nello spirito da questa feroce quanto insensata rappresaglia, le ragazze del British Ladies FC capiscono che la loro favola è finita dopo quasi due anni. Non è più possibile andare avanti così, a maggior ragione quando né la stampa né la società condannano i gesti di violenza contro di loro, giustificandoli anzi come una naturale reazione a un gesto provocatorio quale, per una donna, praticare un gioco così prettamente maschile come il football.

Jessie Allen, adesso Jessie Smith, ha da tempo svestito i panni fittizi di Nettie Honeyball, lasciando però questo nome e questa figura come rappresentante di un movimento che è patrocinato da Lady Florence Dixie, giovane figlia del Marchese del Queensbury e fervente femminista.

Un movimento che è comunque riuscito ad aprire una seppur piccola breccia per le donne in uno sport da sempre considerato spiccatamente maschile.

Le British Ladies, autentiche pioniere

Non è dato sapere che vita abbiano condotto lontano dai campi lei, Miss Graham, Violet Heffernon, la piccola Daisy Allen e le altre coraggiose pioniere del calcio femminile, se le “British Ladies” abbiano continuato a seguire con passione lo sport tanto amato oppure se ne siano allontanate, cercando di dimenticare la delusione, la violenza, le minacce.

Di Jessie Allen/Nettie Honeyball sappiamo solo che morirà diversi anni dopo il marito, superati da poco i cinquant’anni e senza avere avuto figli. Il football femminile tornerà in auge durante la prima guerra mondiale, quando gli uomini al fronte saranno sostituiti dalle donne in numerose mansioni tra cui non mancherà quella di prendere a calci un pallone.

Un fenomeno che richiamerà persino 50-000 spettatori grazie alla leggendaria compagine delle “Dick, Kerr’s Ladies”, squadra nata durante le pause pranzo di una fabbrica di munizioni, e che sarà arrestato soltanto da un vergognoso editto – invidioso e maschilista – della Football Association, che nel 1921 dichiarerà le donne “inadatte a giocare al football” proibendo agli stadi di calcio di ospitare le loro esibizioni.

Il dado però ormai è tratto: le ragazze continueranno a giocare dove capita, in parchi pubblici o campi da rugby, continueranno a farlo per amore del gioco, per la propria libertà e per quello spirito indomito e coraggioso proprio delle donne. Uno spirito che nel calcio ebbe origine dalla mente visionaria di Miss Nettie Honeyball, la prima donna nel pallone.


SITOGRAFIA:

BIBLIOGRAFIA:

  • Sanders, Richard (2010) Beastly Fury: The Strange Birth of British Football, p. 197-214
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Simone Cola
Simone Colahttps://www.uomonelpallone.it
Amante del calcio in ogni sua forma e degli uomini che hanno contribuito a scriverne la leggenda

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