Inglese di Liverpool, appassionato di football e grande tifoso dell’Everton, la storia ricorda John Alexander Brodie come uno dei più famosi ingegneri civili inglesi di sempre, costruttore del “Queensway Tunnel” che passando sotto il fiume Mersey collegava Liverpool e Birkenhead, capolavoro d’ingegneria e ai tempi tunnel subacqueo più lungo al mondo.
Eppure l’invenzione che rendeva fiero Brodie (da noi in Italia arrivato come “Mister Broodie”) era un’altra, legata al calcio: dopo aver assistito a una sfida tra l’Everton, di cui era tifoso, e l’Accrington Stanley, match in cui i suoi amati Blues furono sconfitti anche per colpa di una svista dell’arbitro, che giudicò fuori un tiro che invece aveva centrato la porta, cercò di ideare un metodo per evitare futuri errori simili.
Fu così che ideò le reti da piazzare dietro le porte, un’invenzione che rivoluzionò il calcio e che fu adottata ufficialmente a partire dal 1890.
Un’intuizione geniale
Queste, messe intorno alla porta da calcio, permisero un più rapido recupero del pallone e più facile determinare se lo stesso fosse entrato oppure no: la prima “rete” fu segnata in un’amichevole di prova da Fred Geary dell’Everton. Da quel momento mai più vi furono dubbi sul fatto che un tiro, magari scagliato con violenza e da distanza ravvicinata, fosse o meno entrato all’interno dei pali: trovare il pallone in fondo al sacco spazzava via i dubbi di tutti. Giocatori, tifosi, arbitri e giornalisti.
Un’invenzione che forse oggi diamo per scontata ma che ai tempi fu considerata geniale e rivoluzionata e che nacque grazie a quest’uomo, fervente appassionato di sport (calcio, ma anche rugby, golf e pesca) che del resto fu sempre fiero di questo suo “lavoro” più dei tanti altri, pur prestigiosi, che realizzò in carriera.
SITOGRAFIA:
- Walsh, Stephen (11/08/2014) John Alexander Brodie & the creation of football nets, Pundit Arena