martedì, Novembre 18, 2025

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Steve Bloomer, l’Angelo Distruttore del gol

Steve Bloomer è stato l’ultima grande stella del football dei pionieri e, allo stesso tempo, il primo grande attaccante moderno. Nato nel 1874 e cresciuto nel pieno dell’era vittoriana, è stato soprattutto la prima leggenda del calcio inglese a 360°, ammirato e rispettato da tifosi, compagni e avversari per la sua capacità quasi matematica di scaraventare il pallone in rete. Il suo nome riecheggia ancora oggi prima di ogni partita del “suo” Derby County, a testimoniare il suo lascito immortale.

Origini e primi passi nel calcio

Nato il 20 gennaio 1874 a Cradley, nello Staffordshire, Steve Bloomer si trasferisce a soli 5 anni con la famiglia a Derby, città che in quel momento vive il pieno boom della rivoluzione industriale. Il padre è un operaio nell’industria siderurgica, e il piccolo Steve, primo di sei fratelli, cresce così in un quartiere proletario, tra ciminiere e ferrovie. Il suo è un destino che sembra già scritto quando, a 12 anni, lascia la scuola per diventare l’apprendista di un fabbro locale.

A salvarlo sarà lo straordinario quanto precoce talento calcistico. Proprio mentre si mette in luce ancora poco più bambino in club minori come il St. Chad’s e i Derby Swifts, infatti, il calcio inglese diventa professionistico. Siamo a metà degli anni ’80 del XIX secolo, e anche se il football è nato appena vent’anni prima è già diventato un fenomeno di massa in cui le migliori stelle vengono pagate fiori di sterline.

La rivoluzione del professionismo, iniziata dal Darwen ed esaltata dal Blackburn Olympic, primo club operaio in grado di vincere la FA Cup, è stata definitivamente sdoganata dal Blackburn Rovers e soprattutto dal Preston North End in grado di imporsi imbattuto nella prima edizione dell’allora unico campionato calcistico al mondo, la First Division.

Un incontro in grado di cambiare la vita

Proprio dal Preston North End, nel 1889, è arrivato in città lo straordinario attaccante John Goodall. È stato il capocannoniere del primo campionato di sempre, è la stella dell’Inghilterra che finalmente, grazie a lui, è riuscita a tornare a sconfiggere la Scozia. È inglese, ma è cresciuto nel calcio giovanile scozzese, è un campione assoluto e ovviamente l’idolo di chiunque sogni di indossare la maglia del Derby County.

Tra questi anche Steve Bloomer, che nel 1891 viene notato dall’osservatore del club Harry Newbould e aggregato alla squadra dopo che questa ingloba proprio gli Swifts. L’anno successivo, appena 18enne, fa il suo esordio in prima squadra: ai tempi è una cosa inusuale, ma le contemporanee assenze di tre compagni favoriscono il suo debutto sul campo dello Stoke. Il Derby County si impone 3-1 e Bloomer segna nella sua prima partita da professionista. Sarà solo il primo gol di una lunghissima serie.

Il suo talento grezzo si affina giocando al fianco di John Goodall. L’esperto campione intravede il potenziale sconfinato di quello che sarà il suo erede e lo addestra nella tecnica, nel posizionamento, nel gioco di squadra. Anni dopo, mentre racconta le sue memorie, Bloomer ricorderà che l’incontro con Goodall è stato fondamentale e che nessuno – “né prima, né dopo, né mai” – ha conosciuto il calcio e i suoi segreti meglio del suo grande mentore.

La consacrazione con il Derby County

L’intesa tra i due grandi attaccanti è eccellente. Goodall è esperto e completo abbastanza da potersi adattare anche in altre posizioni nel quintetto offensivo, Bloomer diventa centravanti titolare fin da subito e segna caterve di reti. Alla stagione d’esordio sono 11, quella successiva 19, tra il 1895 e il 1899 i gol messi a segno sono 108. In totale, in 14 stagioni, il ragazzo che è diventato presto il punto di riferimento dei Rams dentro e fuori dal campo mette a referto 273 gol in 419 partite.

Sono numeri impressionanti, soprattutto considerando che non parliamo di un finalizzatore puro ma di un giocatore in grado anche di dettare l’ultimo passaggio, che però non portano alcun trofeo in bacheca. A dimostrazione di come non sono i trofei conquistati a determinare la grandezza di un campione, Bloomer deve accontentarsi di due terzi posti e di un secondo posto nel 1895/1896, quando il Derby County chiude distanziato di 4 punti dall’Aston Villa campione.

Nella stagione 1897/1898 il Derby chiude addirittura al 10° posto in campionato, ma arriva fino in finale di FA Cup dove però viene ancora sconfitto. Bloomer segna il gol del momentaneo pareggio contro il Nottingham Forest, che però riesce a imporsi 3-1. Quella successiva il copione è lo stesso: ancora una volta viene raggiunta la finale, ancora una volta arriva una sconfitta, stavolta per 4-1 contro lo Sheffield United del colossale portiere William Foulke.

La stella dell’Inghilterra

I Rams sono una splendida incompiuta mentre il periodo vittoriano si avvia alla conclusione: sempre tra le squadre più forti d’Inghilterra, ma incapaci di conquistare un trofeo che lo testimoni. Bloomer invece è una stella, il migliore attaccante d’Inghilterra e quindi al mondo. Il 9 marzo 1895 è arrivato il debutto con la Nazionale, insieme ad altre stelle come Rabbi Howell, Crawshaw e Becton: la malcapitata Irlanda è stata travolta 9-0 a Nottingham, Steve e il mentore Goodall danno spettacolo segnando una doppietta a testa e contribuendo ai gol dell’altro.

È l’inizio di un rapporto con la Nazionale che durerà per oltre un decennio e sarà segnato da ben 28 gol in appena 23 partite giocate, ben 18 nelle prime 10 partite. Sarà con la maglia dei Tre Leoni che conquisterà inoltre gli unici trofei in carriera, e cioè 6 volte il Torneo Interbritannico (British Home Championship) che a cavallo tra il XIX e il XX secolo mette di fronte le uniche nazionali esistenti, e cioè quelle britanniche. Fino al 1956, quando sarà superato da Nat Lofthouse, detiene con Vivian Woodward il record di miglior marcatore dell’Inghilterra.

A livello di club, come detto, i suoi numerosi gol non bastano a elevare il Derby County a potenza del calcio nazionale. Gli valgono comunque la conquista di 5 titoli di capocannoniere. Nel 1906 i Rams attraversano però un difficile momento economico e devono privarsi della loro stella. Arriva così il trasferimento al Middlesbrough per circa 750 sterline, una cifra notevole per un attaccante di 32 anni. I numeri con cui saluta Derby giustificano però la spesa: 206 gol in 355 partite.

Steve Bloomer, l’Angelo Distruttore

Chi crede però che l’Angelo Distruttore – così lo ha rinominato la stampa per il contrasto tra i suoi lineamenti gentili e la spietatezza in area di rigore – sia ormai in fase calante deve presto ricredersi: nelle 4 stagioni e mezzo in cui indossa la maglia del Boro, Bloomer contribuisce alla salvezza di una squadra certo non tra le top del campionato segnando quasi un gol ogni due partite, 61 in 125 per essere precisi.

I numeri calano inevitabilmente nel finale comunque straordinario di una carriera leggendaria. Nel 1910 torna da eroe al Derby County, nel frattempo scivolato in seconda divisione. Ha ormai 36 anni, ma può ancora fare la differenza: alla prima occasione i Rams mancano la promozione per un punto, alla seconda centrano l’obiettivo, con Bloomer che segna addirittura 38 gol in 64 presenze.

La stagione 1912/1913, quella del ritorno in massima serie, vede il Derby County chiudere con un brillante 7° posto grazie ancora al contributo in zona-gol di Bloomer, che però l’anno dopo ormai 40enne e con il fisico logoro può giocare soltanto 5 partite. La stagione si conclude con il mesto ritorno del club in Second Division, circostanza che spinge quello che fino ad allora è stato il miglior attaccante inglese di tutti i tempi ad appendere gli scarpini al chiodo.

Il calcio sotto le bombe in Germania

Le opportunità di restare nel mondo del calcio, per quello che è stato il più grande centravanti della sua epoca, non mancano comunque. A farsi avanti in particolare è il Berliner Thor und Fußball-Club Britannia 1892, club pioniere del calcio tedesco che attraversa un periodo difficile e vuole tornare grande anche grazie al contributo di un maestro inglese. Bloomer però non ha neanche il tempo di prendere confidenza con la nuova realtà e tutto è già finito, perché tre settimane dopo il suo arrivo a Berlino scoppia la prima guerra mondiale.

Il 4 agosto 1914, infatti, la Germania dichiara guerra alla Russia. Il calcio viene sospeso e Bloomer viene invitato dal presidente del Britannia a tornare in Inghilterra il prima possibile. Recatosi al consolato britannico con questo obiettivo, viene però arrestato lungo il tragitto e trattenuto in città prima di essere internato nel campo di detenzione civile di Ruhleben, che nel quartiere di Spandau è arrivato a contenere in breve tempo oltre 5.000 prigionieri.

Come avrà modo di raccontare successivamente nelle sue memorie, Steve Bloomer sarà salvato proprio dal calcio. E come lui migliaia di altri prigionieri, che in alcuni casi hanno condiviso proprio con l’Angelo Distruttore i campi da gioco. È il caso di Fred Pentland e Samuel Wolstenholme, che hanno giocato con lui nell’Inghilterra, dello scozzese John Cameron e dell’anglo-tedesco Edwin Dutton. Il campo è del resto un piccolo mondo a sé stante: nel tempo ha sviluppato arte, musica, giardinaggio e teatro. Sono presenti addirittura un casinò e, forse non sorprendentemente, un’improvvisata quanto organizzata federcalcio che organizza coppe e campionati.

Pioniere del calcio in Spagna

Bloomer si distingue ovviamente nel calcio ma anche nel cricket e nell’atletica leggera, e diventa in breve tempo una delle principali attrazioni di un pubblico che in alcuni casi arriva a contare più di un migliaio di persone. Lo sarà per quasi 4 anni, fino a quando cioè sarà trasferito in Olanda nel 1918 con il permesso di guidare il Blauw-Wit Amsterdam.

Nel 1923 ha inizio infine l’ultimo entusiasmante capitolo della straordinaria vita sportiva di Steve Bloomer: viene infatti chiamato in Spagna per guidare il Real Unión, in un calcio ancora lontano dal professionismo e dove la sua profonda conoscenza del gioco può fare la differenza. Ed è proprio quello che accade, dato che in una Coppa del Re che al tempo assegna in pratica il titolo di campione di Spagna l’Unión prima vince il proprio raggruppamento e poi stende nell’ordine Siviglia, Barcellona e infine Real Madrid in finale.

È l’ultimo acuto di una leggenda del calcio e dello sport, che l’anno successivo sceglie di ritirarsi e torna in Inghilterra. Rimane in parte vicino al mondo che ha sempre amato, operando nella manutenzione e custodia dello stadio di baseball di Derby, lo stesso dove – incredibilmente – era stato protagonista come capitano della squadra che aveva vinto tre campionati nazionali nell’ultimo decennio del XIX secolo. Proprio così: mentre era il miglior centravanti al mondo, un calciatore professionista e stella dell’Inghilterra.

Un finale triste e anonimo

Del resto, finché è stato sorretto da fisico e talento, Steve Bloomer non si è fatto mai mancare niente. Ha pubblicizzato decine di prodotti, incassando migliaia di sterline da produttori di tabacco, scarpe da calcio, pomate di vario genere, alcolici, energizzanti e libri. Quando si ritira a vita privata ha 50 anni, ma appena un decennio più tardi si trova in grande difficoltà: la moglie Sarah è morta, lasciando misteriosamente buona parte della sua cospicua eredità a un altro uomo, e quello che un tempo era il miglior calciatore al mondo è un uomo di 60 anni, malato di bronchite e con a malapena i soldi per sopravvivere.

Nel 1938 è proprio il Derby County, ancora grato al suo eroe, a tentare di intervenire con una raccolta fondi che finanzia una crociera tra Australia e Nuova Zelanda che secondo i dottori potrebbe avere effetti benefici sulla sua salute ormai debilitata. Così non è, dato che che dopo neanche un mese dal suo ritorno in Inghilterra Bloomer scompare nella sua Derby. La data, che ovviamente è considerata lutto cittadino è il 16 aprile 1938.

Inutile dire che, grazie alla sua classe e ai suoi gol, l’eredità lasciata da Bloomer è immortale. Oggi un busto che lo ritrae assorto con le braccia incrociate sta di fianco alla panchina dei Rams, come se osservasse la partita. E del resto l’inno del club “Steve Bloomer’s Watching”, non ufficiale ma il più apprezzato dai tifosi, è un omaggio alla sua prima, e più grande, leggenda.

L’eredità immortale di Steve Bloomer

Ma l’eredità di Bloomer va oltre le statue. È il simbolo di un calcio romantico, pionieristico, dove il talento puro faceva la differenza. È stato il primo vero goleador moderno: sapeva muoversi tra le linee, anticipare il difensore, colpire di prima. In un’epoca in cui i palloni erano di cuoio pesante e i campi impraticabili, lui segnava come se fosse nato per farlo.

Nel 2009 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio inglese, un riconoscimento postumo a una carriera eccezionale. Molti giornalisti sportivi lo considerano tra i più grandi calciatori britannici di tutti i tempi, e grazie alle canzoni, ai libri e soprattutto al rispetto e al racconto orale dei tifosi del Derby il suo mito è arrivato fino ai giorni nostri . E con ogni probabilità vivrà per sempre.


Stephen Bloomer

  • Nazionalità: Inghilterra
  • Nato a: Cradley (Inghilterra) il 20 gennaio 1874
  • Morto a: Derby (Inghilterra) il 16 aprile 1938
  • Ruolo: attaccante
  • Squadre di club: Derby County (ING), Middlesbrough (ING)

Sitografia:

  • Rippon, A. (15/08/2018) Mystery of why Rams legend Steve Bloomer died a man of modest meansDerbyshireLive
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Simone Cola
Simone Colahttps://www.uomonelpallone.it
Amante del calcio in ogni sua forma e degli uomini che hanno contribuito a scriverne la leggenda

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