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Chi ha inventato la rovesciata?

La rovesciata è senza dubbio uno dei gesti tecnici più spettacolari che è possibile osservare su un campo di calcio. Molto probabilmente, anzi, il più spettacolare in assoluto: un calciatore sfida le leggi della gravità, e in una frazione di secondo è capace di colpire il pallone con intuito, tecnica e coordinazione. Classe ed eleganza, un’acrobazia che si vede raramente e che per questo è entrata nell’immaginario collettivo di milioni di tifosi.

Chiedersi chi ha inventato la rovesciata è naturale, è capitato a milioni di tifosi e anche a numerosi studiosi della storia del calcio. Impossibile del resto rimanere insensibili davanti a una prodezza del genere, così come resistere alla curiosità di provare a scoprire chi per primo l’abbia eseguita.

Ottenere una risposta, con i moderni mezzi tecnologici, non è difficile. Molto più complicato, invece, capire quanto questa possa essere affidabile. A differenza di quanto accaduto ad esempio con l’invenzione del calcio di rigore, infatti, in questo caso mancano quasi del tutto testimonianze nero su bianco con date precise.

Chi ha inventato la rovesciata?

Google, ad esempio, oggi suggerisce quasi istintivamente il nome del brasiliano Leônidas da Silva, strepitoso attaccante che tra gli anni ’30 e ’40 del XX secolo segnò valanghe di “gol talmente belli che anche il portiere avversario si rialzava per congratularsi”, come raccontava il celebre scrittore uruguaiano Eduardo Galeano.

Capocannoniere dei Mondiali di Francia del 1938, Leônidas divenne effettivamente famoso per i suoi gol in rovesciata ma è difficile pensare che nessuno prima di lui abbia eseguito questa spettacolare acrobazia. Certo è che contribuì a renderla famosa in tutto il Brasile, ispirando migliaia di futuri campioni come ad esempio Pelé.

O Rei ha segnato più di 1.000 gol, e ovviamente di questi un buon numero sono stati realizzati in rovesciata. Il più famoso forse non è però avvenuto su un vero campo di gioco, ma su quello fittizio in cui è stato girato “Fuga per la Vittoria”, probabilmente il più famoso film sul calcio di tutti i tempi. Il che la dice lunga su quanto questa prodezza possa essere apprezzata anche dal pubblico “non calciofilo”.

Leônidas e gli altri artisti della bicicleta in Brasile

Per approfondire la storia della rovesciata in Brasile è interessante leggere cosa scrive a proposito Davide Tuniz, uno dei più profondi conoscitori italiani del futebol verde-oro e collaboratore di Sottoporta – Il Calcio Internazionale.

Leônidas in Brasile è stato preceduto sicuramente da Marcolino Lopes da Silva, che realizzò un gol di espanholita (come era chiamata la rovesciata all’epoca) durante un Nacional-União Esportiva nel 1921 valido per il campionato amazonense. I giornali dell’epoca riportano un altro gol in rovesciata di Marcolino nel 1929 durante un’amichevole tra la selezione dello stato di Amazonas ed il Remo a Belém. Dato l’isolamento e la lontananza di Manaus dall’allora capitale Rio de Janeiro, il fatto non venne a conoscenza dei cronisti di sport per lungo tempo.

Marcolino Lopes da Silva, stella del calcio nello stato di Amazonas, si aggiunge dunque alla lista dei maestri della rovesciata e avrebbe preceduto proprio Leônidas. Ma non sarebbe stato l’unico, nell’allora già straordinariamente tecnico movimento calcistico brasiliano.

La storiografia calcistica di São Paulo attribuisce il primo gol in rovesciata a Petronilho de Brito (fratello di Waldemar de Brito, lo scopritore di Pelé) durante una partita tra Minas Gerais e Vila Isabel terminata 4-4 giocata nel gennaio del 1922. Il giorno successivo il giornale “A Platéia” raccontò di un “sensazionale gol di Petronilho de Brito” utilizzando per la prima volta il termine bicicleta.

La storia della Cilena tra Unzaga e Arellano

Più che a Leônidas e al Brasile gli storici che si domandano chi ha inventato la rovesciata guardano al Cile. Diverse fonti riportano infatti che fu qui che, nel gennaio del 1914, il basco naturalizzato cileno Ramón Unzaga Asla, mediano dell’Estrella del Mar di Talcahuano, la mostrò per la prima volta al pubblico presente allo stadio di casa, “El Morro”.

Si trattava evidentemente di qualcosa che mai era stato visto prima o quasi. Il pubblico rimase a bocca aperta, mentre anche gli arbitri faticavano a concepire questa prodezza. Qualcuno addirittura non la considerò regolare, come riporta Simone Galli di Mondo Sportivo in un articolo dedicato proprio a Unzaga citando le parole dello stesso giocatore cileno.

Per due volte l’arbitro ha fischiato, ritenendo che commettessi un fallo sul giocatore avversario. Gli ho fatto notare il suo errore, dicendogli che gli altri direttori di gara non lo sanzionavano. Ne è seguita una discussione che ha portato al mio allontanamento dal campo. Mi sono rifiutato di uscire per regolare i conti. È a quel punto che ci siamo presi a ceffoni

Il gesto, ripetuto al Campeonato Sudamericano del 1920 con la maglia della Nazionale avrebbe ispirato molti giovani imitatori. Tra questi il più celebre era David Arellano, talento del Magallanes che avrebbe poi dato vita pochi anni più tardi, insieme ad altri compagni in rotta con il club, al pluridecorato Colo Colo.

Attaccante estremamente acrobatico, egli sarebbe stato il primo a eseguire la rovesciata con lo scopo di segnare un gol, distinguendosi in questo modo – come Leônidas – da Unzaga e da altri autori di celebri rovesciate entrate nell’immaginario collettivo.

Ramón Unzaga inventò questa giocata sul campo del porto cileno di Talcahuano: con il corpo sospeso nell’aria, di spalle al suolo, le gambe lanciavano il pallone all’indietro nel repentino andirivieni delle lame di una forbice.

Ma questa acrobazia si chiamò la cilena solo parecchi anni dopo, nel 1927, quando il club Colo-Colo viaggiò in Europa e l’attaccante David Arellano la esibì negli stadi di Spagna. I giornalisti spagnoli celebrarono la meraviglia di quella sconosciuta capriola e la battezzarono così perché era dal Cile che era venuta, come le fragole e la cueca.

Eduardo Galeano, “Splendori e miserie del gioco del calcio”

La rovesciata delle figurine Panini

Tra queste è doveroso citare anche quella di Carlo Parola, andata in scena il 15 gennaio 1950: il difensore della Juventus la utilizzò per anticipare l’attaccante della Fiorentina Egisto Pandolfini, una prodezza immortalata in foto e diventata il simbolo delle famose figurine Panini. Probabilmente la rovesciata è nata così, come un gesto difensivo, come sottolineato anche in questo articolo dedicato di Game of Goals firmato da Jo Araf.

E a ben pensarci la cosa non dovrebbe nemmeno sorprenderci più di tanto: una rovesciata indirizzata verso la porta avversaria è un gesto improvviso, correttivo, volto a ribadire in rete un cross imperfetto. Perché un cross, se perfetto, finirebbe dritto sulla testa dell’attaccante. A livello difensivo, invece, il difensore è chiamato ad intervenire su una giocata di un avversario destinata ad un altro avversario.

Jo Araf, “Game of Goals”

Fu dunque Ramón Unzaga a ideare per primo la rovesciata? O come sostengono alcuni storici questa venne eseguita per la prima volta a Callao, importante città portuale del Perù, già alla fine del XIX secolo durante le partite improvvisate tra gli indigeni chalacos e i marinai europei? In Sudamerica vengono sostenute entrambe le versioni, e non a caso la rovesciata viene chiamata chilena in gran parte del continente e chalaca in Perù.

Un sorprendente resoconto storico

Basandoci sui documenti storici, però, scopriamo che le origini potrebbero essere ancora più antiche. E che l’autore della prima rovesciata mai registrata dai cronisti sarebbe un attaccante scozzese attivo negli anni ’70 del XIX secolo, quando il football era ancora agli albori. Il suo nome? William Muir MacKinnon.

Egli avrebbe compiuto il gesto davanti a circa 4.000 spettatori, che circondavano il campo dell’Hamilton Crescent di Partick, nei pressi di Glasgow, in occasione della prima partita internazionale nella storia del calcio, Scozia-Inghilterra del 30 novembre 1872. A riportarlo è la cronaca della gara stilata dal Glasgow Evening News, a sua volta riportato nel libro “First Elevens – The birth of international football and the men who made it happen” di Andy Mitchell dedicato alle prime sfide tra selezioni nazionali.

MacKinnon, che non spicca in altezza, ha effettuato un tiro molto intelligente. Con il pallone ben sopra la sua testa è saltato in aria e lo ha calciato al volo spedendolo lontano, sorprendendo l’avversario che aspettava che questo ricadesse verso il basso. Un gesto che è stato oggetto di ammirazione e per questo vigorosamente applaudito dal pubblico.

Glasgow Evening News, 2 dicembre 1872
William Muir MacKinnon in rovesciata, Scozia-Inghilterra del 1872

Un’acrobazia già in scena agli albori del calcio

In mancanza di altre fonti e considerando affidabile la descrizione effettuata dal cronista scozzese, chi ha inventato la rovesciata è proprio Billy MacKinnon, stella dell’allora prestigioso Queen’s Park di Glasgow. Difficile smentire il resoconto, considerando che in un’epoca tanto pionieristica il giornalista non avrebbe avuto alcun motivo di inventarsi questa giocata. Né, probabilmente, l’immaginazione, considerando che ai tempi già risultava strano che il pallone venisse colpito di testa.

Vera e propria stella dell’attacco scozzese, MacKinnon avrebbe successivamente trascinato il Queen’s Park a 3 vittorie consecutive in Coppa di Scozia (1874, 1875 e 1876) segnando il gol del vantaggio nelle prime due finali contro Clydesdale e Renton. Apprezzato tenore, tanto da essere accettato anche alla Scala di Milano prima di dedicarsi al coro cittadino, sarebbe diventato un ingegnere siderurgico per poi morire ormai 90enne nel 1942, ultimo superstite scozzese della prima partita internazionale di tutti i tempi.

La prima rovesciata nel calcio dei pionieri vittoriani

Nel 1872 il calcio era profondamente diverso da quello che conosciamo. Le rimesse laterali venivano battute da chi prima si impossessava del pallone uscito dal campo, con una mano e in linea retta nello stile del rugby. Era permesso travolgere il portiere avversario e persino spingerlo in porta con il pallone, usanza che sarebbe rimasta in auge fino alla tragica morte di Jimmy Thorpe ben mezzo secolo più tardi.

Ancora: non era ancora arrivata l’invenzione della traversa, con i pali uniti ancora da un semplice nastro, mentre la rete della porta non sarebbe stata pensata che dopo decenni. Eppure già allora il calcio era quasi del tutto identico a quello che oggi scalda il cuore di milioni di tifosi in tutto il mondo. La prima rovesciata mai eseguita e la reazione entusiasta del pubblico presente, in un tempo in cui non erano state giocate che poche decine di partite, ne è forse la prova più lampante.


SITOGRAFIA:

  • Hesse, Uli & Simpson, Paul (19/06/2014) Who invented the bicycle kick?Slate
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