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Virgilio Fossati, il primo eroe dell’Inter

Dai campi di calcio a quelli di battaglia. Un cambiamento che toccò a moltissimi giovani durante la prima guerra mondiale, quando l’Europa si insanguinò e vide sparire nel sibilo delle pallottole e nelle esplosioni di granate e mortai oltre 20 milioni di vite.

Tra queste furono numerosi i calciatori, eroi di uno sport ancora nella sua fase più embrionale ma già capaci di scatenare discussioni nelle città e sui giornali. Il Football Club Internazionale di Milano, formato nel 1908 da un gruppo di soci del Milan in aperto contrasto con la politica autoctona intrapresa dalla società rossonera, pianse alla fine del conflitto la scomparsa di 26 tesserati, il più famoso dei quali era il capitano Virgilio Fossati, prima bandiera nerazzurra di sempre e caduto da eroe così come da eroe aveva sempre calciato i campi da gioco conquistando il cuore dei tifosi.

Aveva iniziato a giocare al foot-ball, quel nuovo gioco giunto dall’Inghilterra, da bambino. Nei corsi e nelle piazze di Milano, vicino Porta Ticinese dove era cresciuto il giovane Virgilio inseguiva un pallone insieme agli amici, con cui aveva fondato una squadretta, il Minerva, prima di entrare nelle giovanili del Milan con cui disputò alcune amichevoli.

Fu proprio vedendolo all’opera in una di queste partite che il lungimirante primo presidente dell’Inter, Giovanni Paramithiotti, lo volle con se per la nascita del sodalizio nerazzurro, ispirato ad un mondo aperto e pacifico, dove ogni nazionalità e cultura era benvenuta.

Valori importanti, valori che i soci fondatori affidarono in toto a Virgilio Fossati, ai tempi un difensore di nemmeno diciott’anni: dopo una stagione di apprendistato prese il posto del difensore svizzero Hernst Marktl, da cui ereditò anche la fascia di capitano, e nello stesso tempo fu nominato anche primo allenatore di sempre dell’Inter.

Lo straordinario talento e l’ottima visione di gioco lo avevano nel frattempo trasformato da difensore a centromediano, ai tempi il giocatore più importante in rosa e il perno della manovra sia in fase offensiva che in fase difensiva.

Alto, magro, le gambe lunghe e il petto esile, Fossati sfoggiava spesso dei baffi che con i neri capelli tagliati a spazzola non riuscivano comunque a nascondere la giovane età che i suoi lineamenti gentili esprimevano.

In campo era un lottatore ma prima di tutto un fine dicitore, elegante e portato per il gioco di squadra, uno dei migliori giocatori d’Italia: fattore, quest’ultimo, che fu confermato dal fatto di essere il primo giocatore dell’Inter chiamato a giocare per l’Italia, che il 15 maggio del 1910 fece il suo esordio assoluto sconfiggendo la Francia per 6 a 2 e schierando proprio Fossati come centromediano.

virgilio fossatiNella stagione 1909/1910, la prima da capitano, il giovane Virgilio guidò l’Internazionale alla vittoria del suo primo Scudetto.

Un titolo meritato e contestato, oggi come allora, solo da chi volutamente ignora la storia: giunti primi a pari merito con la Pro Vercelli, e in un periodo in cui il calcio e la sua organizzazione erano ancora in una fase più che embrionale, agli interisti fu comunicato dalla federazione che ci sarebbe stato uno spareggio contro le bianche casacche piemontesi.

Ansiosi di misurarsi con quelli che erano considerati i migliori calciatori d’Italia (e contro cui durante il torneo erano caduti in casa vendicandosi però con una sorprendente vittoria in trasferta) i calciatori dell’Inter accettarono prima lo spostamento della sede designata da Milano a Vercelli e quindi un rinvio chiesto dagli avversari, ufficialmente privati di alcuni giocatori-chiave da impegni con la Nazionale Militare ma invece speranzosi di recuperare alcuni infortunati altrettanto importanti.

Quando la Pro Vercelli chiese però un ulteriore rinvio l’Internazionale rifiutò, affidandosi alla FIGC che fu irremovibile: si sarebbe giocato nella data indicata in seconda battuta, non ci sarebbero stati altri rinvii. Indispettita, la Pro Vercelli schierò nello spareggio decisivo una squadra composta da ragazzini, che non lesinarono colpi e provocazioni ai più maturi rivali sulla spinta di un pubblico inferocito dove spiccava anche la presenza di diversi calciatori della prima squadra.

Furono proprio la signorilità e il sangue freddo di Virgilio Fossati, che diede l’esempio e calmò i compagni, ad evitare che la situazione degenerasse oltremodo: la gara si concluse 10 a 3, un episodio vergognoso per cui la Pro Vercelli fu condannata sia dalla federazione che dalla stampa nazionale e che consegnò quindi all’Inter uno Scudetto tutt’altro che “rubato”.

Ma mentre i calciatori inseguivano il pallone, qualcosa cambiava nelle stanze dei bottoni. La prima guerra mondiale arrivò improvvisa, sospendendo in un attimo le gare che stavano per avere luogo il 23 maggio del 1915: il conflitto già imperversa da un anno, e l’Italia è stata convinta dagli interventisti a scendere sui campi di battaglia. Tutti i giovani uomini abili e arruolabili finiscono al fronte, indipendentemente dalla propria volontà e dal proprio mestiere: accade anche a Virgilio Fossati, inizialmente esentato per motivi di studio.

Finisce sul fronte nord-orientale, a tu per tu con l’invasore austriaco, arriva da sottotenente ma ben presto il suo carisma e i suoi atti coraggiosi gli fanno guadagnare il grado di capitano della Brigata Cuneo. Cade a Monfalcone, crivellato dai colpi nemici mentre tenta di mettere in salvo i propri commilitoni: ha appena 25 anni, e la notizia della sua morte sconvolge i tifosi della Beneamata e del foot-ball in generale. A lui l’Internazionale dedicherà il campo di Via Goldoni.

Nel cuore dei tifosi gli succederanno Leopoldo Conti prima e Giuseppe Meazza poi, ragazzi cresciuti nei campionati ULIC giocati durante la guerra, mentre i “grandi” combattevano e perivano al fronte.

Ragazzi che si erano avvicinati al calcio, molto probabilmente, proprio grazie a campioni come Fossati, primo vero eroe del Football Club Internazionale.


Fonti:

  • “I campioni che hanno fatto grande l’Inter”, V. Galasso, pag. 147-148 (Newton)
  • www.magliarossonera.it, Virgilio Fossati (I)

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