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Tag: europa

Josef Bican, il miglior realizzatore della storia del calcio

Erroneamente quasi la totalità degli appassionati di calcio è portata a pensare che il più grande goleador di tutti i tempi, il giocatore che più volte ha messo la palla in fondo al sacco, sia il brasiliano Pelé.

La “Perla Nera” è stato indubbiamente un grande campione, segnando un ragguardevole numero di reti, ma pur potendo vantare numerosi record non può vantare quello di miglior realizzatore della storia del calcio: questo titolo appartiene infatti ad un eroe purtroppo quasi completamente dimenticato, Josef Bican.

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Quei giorni a Sanremo tra canzoni, fiori e la “Grande Ungheria”

Se dici Sanremo è naturale che il pensiero corra al Festival della canzone italiana, che qui si svolge dal 1951. Piaccia o non piaccia, rimane un evento seguitissimo da milioni di spettatori, un’importante kermesse che per quasi una settimana ogni anno mette la cittadina ligure – anche nota come “città dei fiori” – al centro della cronaca italiana.

Eppure questa incantevole località, che vanta anche uno dei quattro Casinò presenti in Italia, ha anche un’importante tradizione sportiva.

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Ronnie O’Brien, “l’Uomo del Secolo” che vestì la maglia della Juventus

Agosto 1999, mancano meno di sei mesi alla fine di un anno che non sarà proprio come tutti gli altri anni. Il 31 dicembre arriverà infatti il 2000, si entrerà nel XXI° Secolo, e la prestigiosa rivista “TIME” lancia un sondaggio sul proprio sito internet: chi è stato il personaggio del secolo?

La lotta può essere molto interessante, ma a sorpresa, dopo poche settimane, c’è un nome che mette in fila tutti, Winston Churchill e Marthin Luther King, Ghandi e Che Guevara. È un irlandese di appena vent’anni, che oggi, sedici anni dopo, conduce una vita quasi anonima allenando i ragazzi del FC Dallas in America.

Il suo nome è Ronnie O’Brien. Cosa ha fatto per meritare tale onore?

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Rafael Moreno Aranzadi, “Pichichi”

Il “Trofeo Pichichi” è un trofeo che il quotidiano sportivo spagnolo Marca assegna ogni anno al miglior marcatore della prime due divisioni del campionato spagnolo; e si chiama così in omaggio al primo grande goleador del calcio iberico: Rafael Moreno Aranzadi, soprannominato appunto Pichichi per via delle sue dimensioni ridotte.

Aranzadi era infatti alto appena 154 centimetri, ma questo non gli impedì di essere un gigante delle aree di rigore, terrore di ogni difesa.

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Josef Uridil, “der Tank”, primo idolo delle folle viennesi

Il fatto che il nome di Josef “Pepi” Uridil non sia noto alla stragrande maggioranza di chi studia, scrive o anche semplicemente ama il calcio è indicativo di come questo nostro amato sport necessiti di conservare e raccontare le storie che lo hanno reso grande, perché del football dei primi anni in Europa Uridil fu uno dei più grandi fuoriclasse.

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Matthias Sindelar, la “Cartavelina” che il Nazismo non riuscì a piegare

“Giocava a calcio, e non seppe
della vita molto altro.
Visse, perché doveva vivere
di calcio e per il calcio” [1]

A vederlo fuori dal campo nessuno avrebbe mai pensato che fosse uno sportivo: alto, scheletrico, il volto infossato dava risalto a un bel paio d’occhi azzurri che sembravano finiti lì quasi per caso. Se ti mostrava il fianco quasi scompariva, tanto breve era la distanza tra la schiena e il petto, quella fragile intercapedine in cui sono contenuti il cuore e tutti gli altri organi vitali.

Se però nei dintorni c’era un pallone, potevi stare tranquillo che ti saresti inaspettatamente ricreduto. Perché quell’uomo dall’aspetto così bizzarro era, semplicemente, il più forte calciatore al mondo. Lo chiamavano “Der Papierene”, “Cartavelina”, per via del suo aspetto fisico. O anche “Il Mozart del Calcio”, per il fatto di essere austriaco e di aver saputo fare con un pallone quello che il grande Amadeus ha fatto con la musica.

Incantare.

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Viktoria Berlino VS FC Hanau: “la Finale del Secolo”

Quando gli inglesi cominciarono ad esportare il football al di fuori del Regno Unito, nella madrepatria degli inventori del gioco si disputava già da qualche anno il primo campionato di calcio ufficiale al mondo.

Naturale che negli altri Paesi toccati dai marinai e commercianti britannici il gioco prendesse piede a poco a poco, e che prima che sorgessero le varie federazioni calcistiche ci volle un tempo più o meno lungo.

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Lutz Eigendorf, vita e morte del “Beckenbauer dell’Est”

Fino alla sua caduta, avvenuta ufficialmente il 9 novembre del 1989, il muro di Berlino ha rappresentato il simbolo della “Cortina di Ferro”, il confine della spartizione del mondo tra quei Paesi che erano sotto l’influenza dell’Unione Sovietica e quelli che invece erano sotto il controllo occidentale.

Non era semplicemente un muro, quello che divideva la città tedesca. Attraversarlo significava, per chi abitava nell’Est, la possibilità di inseguire una libertà che nella DDR (Deutsche Demokratische Republik) era diventata negli anni, dopo un iniziale illusione di comunismo “reale”, una vera utopia.

In molti tentarono di farlo, qualcuno riuscendovi e qualcuno finendo con il rimetterci la vita. Questa è la storia di uno di loro, un calciatore di grande talento che per inseguire la fama e una vita “normale” finì per diventare il tributo più evidente che il calcio ha pagato a questa follia.

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Alexandre Villaplane, da eroe a nazista

13 luglio 1930. Allo stadio “Pocitos” di Montevideo, davanti a un migliaio di spettatori, ventidue uomini stanno per dare inizio a uno degli appuntamenti fondamentali nella storia del calcio, i Mondiali FIFA. Non sono gli unici a dire il vero, visto che in contemporanea su un altro campo, il glorioso “Gran Parque Central”, anche Stati Uniti e Belgio si sfideranno.

Rimane comunque, quella che si svolge al “Pocitos” tra Francia e Messico, una partita storica: non solo una delle prime due del Mondiale, ma anche quella dove viene siglato il primo gol di sempre nella lunga epopea della Coppa del Mondo.

Lo sigla Lucien Laurent, operaio della Peugeot, e l’incontro termina 4-1 per gli europei. L’attaccante francese, tuttavia, pur essendo l’autore della storica rete, non è il protagonista della nostra storia. Per trovarlo bisogna andare qualche decina di metri indietro, arrivando fino al centrocampo. Ed eccolo, il nostro uomo: Alexandre Villaplane, centromediano metodista, capitano e leader dei francesi. Campione sopraffino dall’animo nero come la notte.

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#StranoCalcio04 – Wrestler, dittatori e cani

PRESIDENTE-GOLEADOR? IN BURUNDI SI PUO’

Immaginate se Matteo Renzi, o prima di lui Silvio Berlusconi, avesse preso la decisione di giocare a calcio e al contempo ricoprire la carica di Premier: probabilmente non sarebbero stati pochi quei difensori che avrebbero approfittato dell’occasione data dal gioco per effettuare qualche bel contrasto duro e qualche entrata decisa.

Non accade in Burundi, dove il Premier (ma qualcuno lo definisce “dittatore”) Pierre Nkurunziza, 51 anni, è diventato recentemente il capocannoniere del campionato siglando la bellezza di 39 reti in 28 incontri.

Il suo segreto? Un’ottima forma fisica, una grande passione, un genuino entusiasmo e avversari a dir poco compiacenti: non sembra infatti che sia una bella idea fermare il presidente e goleador degli “Alleluja F.C.”, squadra da lui stesso creata per sottolineare la sua fervente fede di cristiano rinato e per la quale ha fatto edificare anche un bello stadio da 10.000 posti.

Il tutto mentre in Burundi è stato appena sventato un colpo di stato e non mancano le manifestazioni contro di lui, colpevole secondo la popolazione della povertà sempre più dilagante e del volersi ricandidare per un terzo mandato nonostante la legge non lo permetta.

Come risponde alle manifestazioni? Ordinando all’esercito di sparare sulla folla. Capite adesso perché “il Messi dei grandi laghi” segna tanto?

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