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Mese: Settembre 2015

Viktoria Berlino VS FC Hanau: “la Finale del Secolo”

Quando gli inglesi cominciarono ad esportare il football al di fuori del Regno Unito, nella madrepatria degli inventori del gioco si disputava già da qualche anno il primo campionato di calcio ufficiale al mondo.

Naturale che negli altri Paesi toccati dai marinai e commercianti britannici il gioco prendesse piede a poco a poco, e che prima che sorgessero le varie federazioni calcistiche ci volle un tempo più o meno lungo.

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Il tragico destino di John Thomson, il “Principe dei portieri”

A guardarlo bene, quel ragazzino che lavorava in miniera non aveva certo il fisico di un portiere. Eppure qualcuno lo definiva un fenomeno, una cosa mai vista. Del resto Steve Callaghan, scout per conto del Celtic Glasgow, era giunto in quel piccolo paesino di minatori vicino a Fife esclusivamente per accertarsi che tutte le meraviglie che si dicevano su di lui fossero vere.

Lo aveva visto ergersi sopra a tutti in una partita di poco conto quando il Wellesley Juniors aveva affrontato il Denbeath Star. Quel ragazzino di soli 17 anni, che al termine della gara firmò per la squadra più importante di tutta la Scozia, era John Thomson. Qualcuno pensava che sarebbe diventato un campione, ma nessuno poteva immaginare che sarebbe diventato una leggenda del calcio.

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Jimmy Thorpe, il martire dei portieri

Entrato nel Sunderland ad appena 17 anni, nel 1930, Jimmy Thorpe era un promettente portiere che dopo un paio di stagioni era riuscito a imporsi come titolare in una delle squadre più forti nel calcio inglese dell’epoca. Dopo la gloria dei 5 campionati conquistati tra il 1892 e il 1902, i Black Cats erano riusciti a ripetersi soltanto in un’occasione nei successivi 30 anni. Ma anche grazie al loro giovane guardiano dei pali le cose erano finalmente tornate a funzionare.

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Adrian Doherty, il quinto Beatle della classe del ’92

Adrian Doherty era l’ala destra del Manchester United giovanile che nel 1992 stupì tutta l’Inghilterra. Una squadra in cui spiccavano molti giovani talenti che avrebbero fatto le fortune dei Red Devils negli anni a venire. Nomi come i fratelli Gary e Phil Neville, difensori abili e versatili, il centrocampista Paul Scholes, un ragazzino rossiccio e asmatico che sarebbe diventato contro ogni pronostico uno dei più forti e completi interpreti recenti del ruolo.

L’ala sinistra era un tale Ryan Wilson, dotato di dribbling fulmineo e velocità pazzesca. Tutti ne parlavano un gran bene, in seguito avrebbe abbandonato il cognome e la nazionalità inglese del padre per prendere quelli della madre. Giggs. E poi c’erano David Beckham, che sarebbe diventato una stella non solo sul campo, uno dei giocatori più pagati e conosciuti al mondo, e l’ottimo mediano Nicky Butt. Tutti forti, fortissimi.

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Da “Foot-ball” a “Calcio”: storia del primo campionato in Italia

Il primo campionato di calcio in Italia viene giocato in una sola giornata, l’8 maggio del 1898. Il gioco che nel giro di pochi anni diventerà una vera e propria religione laica è arrivato dall’Inghilterra appena un decennio prima, grazie agli inglesi che alla fine del XIX secolo si spostavano nelle città costiere della Penisola per lavoro.

Nel giro di pochi anni nascono i primi club, vengono giocate le prime partite, vede la luce la federcalcio (FIF, oggi FIGC) e viene organizzato, appunto, il primo campionato ufficiale. Nel 1910 l’Italia giocherà la sua prima partita come Nazionale, nel 1934 sarà capace di conquistare la seconda edizione dei Mondiali. Il resto è storia del calcio e del nostro Paese.

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João Evangelista Belfort Duarte

Ingegnere civile brasiliano, persona coltissima e dai valori profondi, la sua conoscenza della lingua inglese gli permette di tradurre le regole di questo nuovo sport arrivato dall’Inghilterra e di diffonderlo in Brasile, dove è considerato di fatto il padre del futebol insieme a Charles Miller e Tomas Donohoe. Il suo nome era João Evangelista Belfort Duarte.

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In campo per la vittoria: recensione del film

In vista degli imminenti Campionati del Mondo di calcio del 1950, i primi dopo la fine della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti si trovano a dover approntare una squadra che possa fare bella figura pur in mancanza di un vero e proprio campionato professionistico.

Il giornalista e appassionato Dent McSkimming racconta di come l’allenatore William Jeffrey costruirà una squadra, unendo varie etnie e modi diversi di giocare, e di come questa affronterà la storica partita contro l’Inghilterra, che per la prima volta esce dal suo superbo isolamento per sfidare i “comuni mortali”.

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Khalidi Al Rowaihi, l’eroe dimenticato dei “Figli del Deserto”

L’Arabia Saudita che vince il Mondiale. Il suo centravanti miglior marcatore del torneo. Succederà mai? È già successo. Precisamente nel 1989 in Scozia, durante la terza edizione del Mondiale FIFA Under-16: pochissimi dei 22 ragazzi che quel pomeriggio scesero in campo avrebbero poi davvero giocato a livello professionistico, visto che il passaggio al “calcio reale” spesso è una tagliola che spezza tante gambe, lasciando andare avanti solo chi davvero può diventare qualcuno. La storia del calcio è del resto piena di questi racconti.

Khalid Al Rowaihi ce l’avrebbe potuta fare. E non fu bloccato, come tutti gli altri, dall’impatto con il calcio “adulto”; né ebbe infortuni gravi o comportamenti fuori dalle righe tali da fargli perdere il treno giusto. Morì, semplicemente e tristemente, un giorno di metà marzo in Giordania, il Paese della madre. Un incidente in auto come purtroppo ne capitano tanti, il destino che implacabile decide – spesso capricciosamente – chi deve restare e chi se ne deve andare.

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Robert Gardner, il primo portiere della storia

Robert Gardner forse non sapeva, quel 30 novembre del 1872, che stava per scrivere la storia. Sicuramente ignorava che quel gioco che tanto amava, il football, sarebbe diventato un giorno la più grande religione laica al mondo, né poteva immaginare che, forse involontariamente, stava interpretando per la prima volta ad alti livelli un ruolo che avrebbe ispirato poeti e letterati, un ruolo unico.

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TOP 11: I migliori portieri di sempre nella storia del calcio

Il ruolo del portiere è senza dubbio quello più particolare e controverso: l’unico a vestire una divisa diversa, l’unico a poter usare le mani, deputato ad evitare quello che nel calcio è l’apice della gioia, il gol. Ecco i migliori portieri di sempre secondo me, tenendo comunque presente che si tratta di una classifica fatta per gioco e che dipende moltissimo dai gusti personali e dalle suggestioni.

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Iwuchuckwu Amara Tochi: morire inseguendo un sogno

Diventare un calciatore professionista è il sogno di ogni bambino, a maggior ragione quando questa è l’unica strada che può portarti via da una realtà fatta di miseria, violenza e soprusi. Lo era anche per Iwuchukwu Amara Tochi, cresciuto in Nigeria in mezzo a mille difficoltà e che tuttavia, inseguendo un pallone, aveva dimostrato di saperci fare.

Sicuramente non abbastanza per entrare, in qualche modo, nella storia del calcio. E forse neanche per inseguire un posto nei campionati più importanti al mondo. Ma tanto da poter ambire di giocare nei tornei del sud-est asiatico, dove non circolano i milioni ma dove si può comunque giocare come professionisti e vivere una vita all’altezza dei propri sogni. Non poteva immaginare che sarebbe andato incontro alla morte, vittima della sua ingenuità e di uomini senza scrupoli.

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