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Tag: gran bretagna

La tribuna più antica del mondo

No dai, questa non la sapete. Questa è bella davvero. Fra le primizie della storia del calcio c’è ne è una davvero curiosa: la tribuna più antica e ancora rigorosamente in funzione è quella del Great Yarmouth Town Football Club, nel suggestivo scenario del Wellesley Recreation Ground, impianto disposto sulla costa ventosa del Norfolk.

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Cinema nel Pallone: “Hooligans (I.D.)”

Inghilterra, primi anni ’90: Scotland Yard sospetta da tempo che, dietro i numerosi gruppi di hooligans che popolano gli stadi di calcio, vi siano organizzazioni criminali che, sfruttando la passione e il fanatismo dei tifosi, gestiscono a vari livelli anche criminalità e gruppi di estremismo politico. A finire nel mirino delle forze dell’ordine è in particolare lo Shadwell Town, squadra che gioca le sue partite in uno stadio soprannominato “Il Canile” e i cui tifosi, i “Dogs”, sono tra i più estremi e violenti al mondo.

Resasi presto conto che, condannando gli atti di violenza che sono ormai all’ordine del giorno dentro e fuori lo stadio, la polizia non farà che arrestare pesci piccoli e di poco conto – in un sistema che sembra rigenerarsi continuamente grazie alla popolarità del football – ecco allora che vengono scelti quattro agenti che tenteranno di infiltrarsi tra i tifosi, scalando le gerarchie fino ad arrivare ai vertici e produrre le prove necessarie per sconfiggere quella che è molto più di una Firm.

I quattro si trovano così protagonisti di un doppio gioco pericoloso, perché mentre si trovano a far sempre più parte di un mondo che abbina violenza e criminalità a straordinari valori di fede e fratellanza dovranno stare attenti a non farsi scoprire e, soprattutto, a non dimenticare chi sono e perché sono lì, in curva con i “Dogs”.

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Jack Addenbrooke, il cuore e l’anima dei Lupi

Il nome di Jack Addenbrooke poco dirà alla stragrande maggioranza degli appassionati italiani di calcio, ma anche nell’Inghilterra della ricchissima Premier League, di Guardiola e Mourinho, potrebbe capitare che citando questo nome si ottenga dal nostro interlocutore uno sguardo perplesso e una domanda: “Chi era?”

Eppure, nella storia del football, nessuno più di Jack Addenbrooke ha saputo identificarsi con la squadra della propria città, risultandovi coinvolto sin dal primo giorno e dedicando poi ad essa la maggior parte della propria vita.

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Arthur Wharton, il “colored” che rivoluzionò il football

La domanda che si fecero i membri del comitato a capo del Darlington Football Club nell’estate del 1885, mentre il giovane Arthur Wharton si presentava al campo d’allenamento per mostrare a tutti le sue qualità di footballer, aveva una risposta tutt’altro che scontata.

“Può un nero giocare al football?”

In un’epoca infatti in cui persino l’Encyclopædia Britannica definiva “the Negro” come un essere “mentalmente inferiore al bianco” per via “dell’impossibilità del cervello di svilupparsi completamente a causa della particolare forma del cranio”, in un periodo in cui l’Impero Britannico invadeva l’Africa per aumentare le proprie ricchezze senza curarsi di chi quelle terre abitava – ed era evidentemente “sacrificabile” in nome di Sua Maestà la Regina – a tutti doveva sembrare ben strano che quel giovane ed energico ragazzo di colore avesse deciso di cimentarsi con il pallone.

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Tra finte e zagaglie: l’incredibile avventura degli Sheffield Zulus

Quando il pubblico che aveva preso posto sugli spalti del Recreation Ground di Chesterfield, il 24 novembre del 1879, vide entrare gli Sheffield Zulus, la misteriosa squadra che avrebbe affrontato i beniamini locali, non furono pochi i presenti che dovettero stropicciarsi gli occhi per capire l’inganno.

Gli appassionati di football presenti in città avevano infatti acquistato il biglietto spinti dalla curiosità di assistere a una gara tra i propri migliori rappresentanti e l’esotica selezione arrivata a giocare in nome del Regno Zulu. E quando gli ospiti fecero il proprio ingresso il campo la folla rimase ammutolita.

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Hughie Gallacher, leggenda e tragedia

Chi era mai quel piccolo uomo di mezza età che, da almeno un’ora, percorreva avanti e indietro la banchina della stazione ferroviaria di Gateshead? Erano ben pochi i presenti che se lo domandavano. Nonostante avesse appeso gli scarpini al chiodo da almeno vent’anni, tutti in città sapevano chi fosse Hughie Gallacher, l’ex grande centravanti del Newcastle e della Scozia.

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Nick Ross, il migliore degli “Invincibili”

Nell’estate del 1884 il football ha da poco smesso di essere soltanto un gioco. La febbre per questo sport, che inizialmente aveva contagiato soltanto i benestanti studenti delle migliori scuole londinesi, si è spinta fino all’operoso nord, che trascinato dalla forza della rivoluzione industriale intende trasformare quello che è poco più che un passatempo in un vero e proprio business.

Sono gli anni di Blackburn: l’Olympic, trionfando nella finale di FA Cup del 1883, ha appena sancito la fine del calcio delle public schools, i Rovers si apprestano a raccoglierne il testimone trionfando per ben tre volte consecutive in quella che è, all’epoca, l’unica competizione calcistica che conti, la Coppa d’Inghilterra.

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Pionieri del Football: i protagonisti della copertina

Chi ha acquistato il mio libro “Pionieri del Football – Storie di calcio vittoriano 1863-1889” avrà notato che la copertina rappresenta undici calciatori dell’epoca. Non si tratta di ritratti casuali, ma di una sorta di “squadra ideale” di quel periodo, che la bravissima Sarah Fruncillo ha ritratto su mia indicazione. Non si tratta necessariamente dei calciatori più forti di quel periodo, ma senz’altro ho voluto che venissero raffigurati undici tra i più rappresentativi e unici footballer dei primi anni del nostro amato gioco. Ecco chi sono nel dettaglio i protagonisi della copertina.

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Jack Hunter, il primo rivoluzionario del football

Quando il boato degli 8.000 tifosi presenti accolse l’ingresso in campo della sua squadra, Jack Hunter fu probabilmente l’unico a non sentirsi mancare il fiato per l’emozione. Mai una folla così numerosa aveva riempito le tribune del Kennington Oval di Londra, la sede designata per le finali di FA Cup e per le partite casalinghe della Nazionale dell’Inghilterra.

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Lord Arthur Kinnaird, il primo Re del calcio

Quando ancora il calcio era poco più che un’idea confusa, quando ancora la storia di questo straordinario sport doveva essere scritta, il suo primo e incontrastato campione fu Lord Arthur Kinnaird. Straordinario sportivo polivalente, questo energico scozzese spiccava rispetto ai suoi contemporanei sia per l’aspetto fisico che per le indubbie doti atletiche e calcistiche.

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Pionieri del Football – “Le prime sfide internazionali”

Il 1870 fu un anno di grandi cambiamenti per l’Inghilterra. Mentre il mondo della politica si distinse varando il primo di numerosi Education Acts, tesi a favorire l’alfabetizzazione garantendo a tutti il diritto d’istruzione, quello del football non restò a guardare, ridefinendo sulla base delle gare giocate fino ad allora alcune delle più importanti Laws of the Game e cercando allo stesso tempo di espandere il più possibile la sua influenza nelle varie città del Paese e non solo.

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La “Football War” di Sunderland e il sogno svanito di James Allan

Quando si parla del football dei pionieri, quello dei primissimi entusiasti che presero un pallone e decisero come utilizzarlo, si è portati a credere che si sia trattato di un’epoca del calcio magica e irripetibile. Un’epoca dove eleganti gentlemen si sfidavano con entusiasmo e fair play per il puro piacere di farlo, contenti dello sforzo prodotto e consapevoli del fatto che avrebbe vinto il migliore.

E può forse darsi che, per un periodo di tempo limitato, questo sia stato vero. Ma quando il calcio smise di essere un semplice gioco, quando folle sempre più numerose cominciarono ad accorrere intorno a quei campi che pochi anni prima non dovevano neanche essere recintati, ecco che tutto cambiò.

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